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Sabato, 20 Aprile 2024
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Addio al Maestro Visentin, una vita dedicata alla musica

Fabrizio Visentin è mancato all'affetto dei suoi cari a 105 anni: vera e propria istituzione del "Coro città di Oderzo", da giovane aveva perso la vista. Lascia i figli Lucia e Claudio, lunedì 8 agosto il funerale

Oderzo perde uno dei suoi cittadini simbolo, capace di trasmettere la passione per la musica a centinaia di giovani che ancora oggi lo ricordano con affetto. Martedì 2 agosto il Maestro Fabrizio Visentin è mancato all'affetto dei suoi cari all'invidiabile età di 105 anni. Conosciutissimo in paese, ha dedicato la sua vita alla passione per la musica.

A soli 8 anni aveva perso la vista per lo scoppio di un ordigno bellico, un incidente che non ha mai frenato la sua determinazione e l'enorme passione per l'insegnamento della musica. Nel 2010 il titolo di commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica. Insieme all'adorata moglie Lydia Bertin, mancata nel 2018, aveva fondato l’istituto musicale Opitergium e il coro Città di Oderzo. A piangerlo oggi ci sono i figli Lucia e Claudio, fratelli, nipoti e tutti i suoi studenti di musica. Ai funerali, fissati per martedì 9 agosto alle ore 10 nel Duomo di Oderzo, sono attese centinaia di persone. Dopo la cerimonia la salma del Maestro sarà tumulata nel cimitero di Oderzo.

Il cordoglio del sindaco

Maria Scaedellato ha voluto omaggiarlo con queste parole: «Ricordo con profonda stima, riconoscenza e affetto il Maestro Fabrizio Visentin. Un uomo che ha saputo trasformare la disgrazia che da bambino gli ha fatto perdere la vista nella fortuna della sua lunghissima vita, perché invece di coltivare rancore ha saputo lasciar crescere la sensibilità della sua anima. Sensibilità di uomo e di artista. Ciò che ha seminato non verrà mai cancellato perché insieme alla moglie Lidia, con rigore e amore, ha fatto conoscere e amare la musica ad un’infinità di allievi. Molti sono diventati a loro volta maestri e continuano a seguire il suo esempio. Ai sui figli, alle sue bambine del Coro Città di Oderzo e a tutti quelli che gli hanno voluto bene, sia di conforto pensare che il Maestro ha avuto in vita il piacere della sua arte, l’amore della sua famiglia, la riconoscenza dei suoi allievi, la stima dei colleghi musicisti e l’ammirazione e l’affetto dei suoi concittadini. In sintesi la soddisfazione del sentire il riconoscimento del valore della propria vita».

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