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Conegliano, il sindaco non ha più la maggioranza: rischio elezioni anticipate

Voto unito in Consiglio comunale da parte dei partiti di opposizione. In caso di dimissioni del sindaco Chies si va verso elezioni anticipate o un rimpasto di Giunta

Lunedì sera, 19 ottobre, il sindaco di Conegliano, Fabio Chies, ha perso la maggioranza in consiglio comunale: 13 voti contro 12 hanno bocciato le modifiche ai regolamenti amministrativi, documentali ed edilizi.

Come riportato da "La Tribuna di Treviso", contro il sindaco si sono schierati: Partito Democratico, Movimento 5 stelle, Popolari e Cambiamo Conegliano. A questi si sono però aggiunti anche Pierantonio Bottega e Leopoldino Morin. La variazione di bilancio non è passata e la crisi si è aperta. Diverse le ipotesi per uscire dalla crisi: il sindaco potrà dare il via a delle consultazioni con Popolari e Forza Italia per dare vita a un rimpasto di giunta in modo da riavere la maggioranza in consiglio comunale. Se non sarà possibile, non è da escludere che Chies sarà costretto a dare le dimissioni. In questo caso il consiglio comunale dovrà essere sciolto entro 20 giorni e ci si preparerà per delle elezioni anticipate che si terranno nella primavera del 2021, un anno prima quindi della fine del mandato di Chies prevista per il 2022. In questo caso Conegliano diventerebbe Comune commissariato fino alle elezioni, uno scenario che non accadeva da fine Anni 90.

Il commento di Popolari per Conegliano

«La pagina vissuta lunedì 19 ottobre è tra le più tristi della storia recente di Conegliano - esordiscono gli esponenti della lista civica - Si è prodotto uno strappo nei rapporti solo per sordità e non disponibilità al dialogo ed al confronto. Dall'insediamento nel 2017, la nostra disponibilità è stata ampia e costruttiva, registrando però un atteggiamento di insofferenza da parte del sindaco e arrogante chiusura da parte di altri componenti della maggioranza. Non vale la pena ripercorrere ciò che la cronaca ha puntualmente riportato, va detto che anche nell’ultimo periodo, nonostante le dichiarate disponibilità, questo dialogo non è avvenuto o meglio non si è voluto nemmeno aprire da parte del sindaco. La democrazia è fatta di confronto, di dialogo, di rispetto degli elettori e degli esiti elettorali.

Tutto ciò, purtroppo, a Conegliano in questa tornata amministrativa non c’è stato - proseguono i Popolari - Leggiamo in queste ore la disponibilità al dialogo ed alla condivisione. Quello che è avvenuto si sarebbe agevolmente evitato se ciò si fosse fatto prima del consiglio comunale  magari in  modo costante negli ultimi mesi, non solo prima di votare. Nel merito rileviamo, soprattutto in quest’ultimo periodo, che la gestione della macchina  è assai rallentata e senza una visione strategica nonché carente nelle risposte della quotidianità. Un esempio è dato dalla gestione dell’emergenza Covid e dalle risorse relative. Senza dimenticare la generosissima disponibilità e impegno del volontariato e della Protezione civile che non smetteremo mai di ringraziare, abbiamo registrato una carente presenza del Comune, sia sul piano dell’assistenza che sul piano degli interventi, per quanto possibili, strutturali. A fronte di una disponibilità finanziaria consistente,  garantita dallo Stato (circa 1 milione 900mila euro), nulla è stato messo in campo a favore del sistema produttivo e dei servizi. Solo ieri ci è stato proposto un provvedimento che era accompagnato da un parere dei revisori dei conti non proprio favorevole. Non possiamo quindi accettare le accuse che, non avendo approvato i provvedimenti ieri sera, si sarebbero prodotti danni alla comunità. Gli eventuali danni alla comunità sono già stati prodotti dai mesi di ritardo e di inerzia della Giunta. Lo stesso vale per le opere: leggiamo che il sindaco non ha mai visto tante opere come nel periodo della sua gestione. Forse non ha memoria e senza fare riferimento al passato ricordiamo che quasi tutto ciò che è in corso fa parte di una programmazione ereditata.

Di nuovo - conludono i Popolari per Conegliano - di pianificato da questa amministrazione  tolta la pista di atletica (finanziata tra l’altro con debito presso la Cassa Depositi e Prestiti invece di attingere ai fondi nazionali per lo sport come i comuni limitrofi) e il discutibile trasferimento della polizia urbana (la rinuncia all’affitto dello stabile di Via Piovesana produce un danno erariale intorno ai 60mila euro che poteva consentire al comune di contrarre un mutuo per almeno 1 milione e 300mila euro), poco o nulla si registra. Al sindaco, e al resto della maggioranza, chiedavamo e chiediamo un salto di qualità, un approccio rispettoso delle componenti e sopratutto dei cittadini elettori e del loro verdetto. Ciò che succederà nei prossimi giorni dipenderà dal Sindaco e dal resto della maggioranza, censuriamo i troppo facili lamenti del Sindaco e di qualche altro amministratore  e respingiamo con forza al mittente le accuse di irresponsabilità. Quanto avvenuto è il frutto amaro di un approccio sbagliato che va cambiato, se si hanno veramente a sorte le sorti della comunità».

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