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A Roma 2500 pensionati veneti per protestare contro la Manovra

Manifestazione nazionale unitaria il 9 febbraio a Roma. Dal Veneto partiranno 2.500 pensionati per protestare contro le decisioni del Governo in merito alle pensioni

Saranno 2.500 i pensionati di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil Pensionati del Veneto che sabato 9 febbraio da tutto il Veneto andranno a Roma per la grande manifestazione sindacale unitaria #FuturoalLavoro. Tutte le sigle dei tre grandi sindacati confederali si ritroveranno in piazza San Giovanni per protestare contro il comportamento del Governo, che evita un confronto serio con le parti sociali, e contro la Legge di Bilancio 2019 che ha tutte le premesse per non produrre crescita.

Per quanto riguarda i pensionati, la protesta si concentrerà sulla mancanza di equità e di risorse. La piattaforma unitaria vede, infatti, come punti principali per i pensionati: il ripristino della piena rivalutazione delle pensioni dal 1° gennaio 2019, come era scritto nell'accordo Governo-sindacati del 2016; il superamento della legge Fornero, con flessibilità di uscita a 62 anni e 41 anni di contribuzione a prescindere dall’età per tutti;  il riconoscimento totale del lavoro di cura (scaricato in larga parte sulle donne) ai fini pensionistici; una pensione contributiva di garanzia per i giovani; la separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale per avere una corretta rappresentazione della spesa pensionistica italiana e il rilancio della previdenza complementare. Afferma Elena Di Gregorio, segretaria generale Spi Cgil Veneto: «Come pensionati saremo in tanti in piazza a Roma unitariamente perché siamo molto arrabbiati e preoccupati. Arrabbiati perché ancora una volta il Governo mette le mani nelle nostre tasche sottraendo ben 3,6 miliardi alle pensioni, mentre premia gli evasori con l’ennesimo condono e introduce la flat tax per le partite iva. E siamo preoccupati perché questa legge di bilancio è sbagliata, non guarda al futuro del paese e ai giovani. L'economia rallenta, i dati ci dicono che rischiamo la recessione ma il Governo taglia gli investimenti, blocca le opere infrastrutturali, riduce le risorse per la sanità e non fa nulla per creare lavoro costringendo i giovani e cercare fortuna all'estero. Saremo in piazza perché come pensionati siamo stanchi di essere spremuti e vogliamo politiche vere per il lavoro e per il rafforzamento del sistema sociale del nostro paese. Il 9 febbraio è solo l’inizio, continueremo per costringere il Governo a confrontarsi con il sindacato e a mantenere gli impegni assunti».

Continua Vanna Giantin, segretaria generale Fnp Cisl Veneto: «Altro che Governo del cambiamento! In questa manovra mancano investimenti, si preannunciano ulteriori tagli e si introducono misure che non determinano creazione di lavoro ma rischiano di rappresentare mere politiche di assistenza. La lotta all'evasione fiscale è dimenticata mentre per mantenere le promesse fatte in campagna elettorale si fa cassa sui pensionati. Prendiamo la perequazione delle pensioni, di nuovo ritoccata nonostante l'accordo del 2016. La rivalutazione delle pensioni è una questione di giustizia ed equità. Il blocco della loro piena indicizzazione è uno schiaffo. E il premier Conte che ci paragona all'avaro di Molière è un insulto: dovrebbe chiederci scusa. Pochi o tanti, sono soldi che intaccano pensionati che portano a casa tra i 1.200 e i 2.000 netti al mese, dopo aver versato e continuare a versare le tasse sulle pensioni più alte in Europa». Chiude Emanuele Ronzoni, segretario regionale Uil Pensionati Veneto: «Come Uil Pensionati Veneto parteciperemo alla mobilitazione per ribadire che riteniamo necessario che il Governo mantenga gli impegni assunti con le associazioni sindacali in merito alle politiche a tutela delle anziane e degli anziani. E per dire “basta” al loro utilizzo come bancomat e “sì” al rispetto dei loro diritti. Chiederemo a gran voce che siano loro garantiti pensioni giuste, una qualità della vita dignitosa e un equo sistema fiscale: dopo una vita di lavoro e contributi versati, le pensionate e i pensionati del nostro Paese hanno diritto a una terza età serena. Inoltre, quella di Roma sarà anche l'occasione per tornare a insistere su un punto che come sindacati ci vede in prima linea: la battaglia per il riconoscimento di una legge nazionale sulla non autosufficienza».

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