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Giovedì, 28 Marzo 2024

Il mondo dello sport scende in piazza: «L'attività sportiva non si può fare al computer»

Di Guida, presidente di Federscherma Veneto: «Lo sport non deve morire. Così noi perdiamo una generazione di sportivi, anche perché gli sponsor spariscono»

"Lo sport deve continuare". Questo l'appello che è stato lanciato nel corso della manifestazione che si è svolta sabato mattina in piazza dei Signori a Treviso e che ha visto la partecipazione di una settantina tra atleti, dirigenti, allenatori e rappresentanti delle federazioni del Coni e del Comitato paraolimpico. I promotori dell'evento hanno rappresentato un microcosmo composto da oltre 1.015 società sportive di base della provincia, la cui attività è stata falcidiata dal Covid-1. Si tratta di realtà del mondo del calcio, basket, volley, rugby ma anche judo, karate, arti marziali, automobilismo, pattinaggio, cricket e persino arbitri. «Potevamo essere migliaia, lo sport non deve morire. Così noi perdiamo una generazione di sportivi, anche perché gli sponsor spariscono» ha esordito Guido Di Guida, presidente di Federscherma Veneto. «Dietro lo sport d'élite c'è stato qualcosa di terrificante, con i ragazzi rinchiusi in casa ma lo sport non si può fare al computer» chiosa il delegato provinciale del Coni, Mario Sanson. «Dobbiamo scusarci con il mondo dello sport che ha un grande valore sociale - ha invece sottolineato il sindaco di Treviso, Mario Conte - Quando premiamo 20 atleti ci sono almeno 150 ragazzi che sono in cura al Sert. Per questo noi sindaci siamo con voi e credo che Treviso stia facendo tantissimo perché tiamo cercando di sostenere le società sportive locali che sono basate soprattutto sul volontariato».

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