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Cisl, da Treviso a Roma per manifestare contro la manovra finanziaria

Sabato 18 dicembre la mobilitazione nazionale in Piazza Santi Apostoli. Presente una delegazione della Cisl trevigiana e bellunese. Il commento del segretario Paglini: «La responsabilità scende in piazza»

“Per lo sviluppo, il lavoro, la coesione: la responsabilità scende in piazza”. È questo lo slogan con cui la Cisl darà vita, sabato 18 dicembre in Piazza Santi Apostoli a Roma, a una manifestazione nazionale che punta a migliorare i contenuti della manovra e ad impegnare il Governo sulle stringenti priorità economiche e sociali senza incendiare i rapporti sociali e industriali.

Nella Capitale arriveranno anche i sindacalisti e delegati della Cisl di Treviso e Belluno per partecipare alla manifestazione. «Saremo in piazza perché crediamo che la Manovra finanziaria debba essere migliorata - dichiara Massimiliano Paglini, segretario generale Cisl Belluno Treviso -. Ad ottobre è stata presentata una manovra che portava 5 miliardi per l’Irpef, 25 milioni per la non autosufficienza, risorse scarse per gli ammortizzatori sociali, un fondo per contrastare il caro-bollette che non ritenevamo sufficiente. Grazie all’azione sindacale e alla trattativa con il Governo portata avanti unitariamente, i miglioramenti sono stati molti: si è arrivati allo stanziamento di 7 miliardi per l’abbattimento del cuneo fiscale, di 850 milioni in quattro anni per la non autosufficienza, di 3,8 miliardi per il fondo per contrastare il caro-bollette. Riteniamo fondamentali questi passi in avanti, così come la disponibilità data dal governo per proseguire la trattativa e aprire il confronto per superare le rigidità della Legge Fornero. Gli avanzamenti conquistati in questo mese sono frutto del dialogo - prosegue Paglini - e per questo abbiamo ritenuto che quella dello sciopero non fosse la via giusta. La Cisl sceglie la strada del confronto, anche duro se necessario, e della concertazione. Spero si chiuda velocemente questa parentesi: le percentuali di adesione allo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil ci danno ragione, a dimostrazione che se si indice uno sciopero senza che ne siano comprese le ragioni e senza che vi siano le giustificazioni per scioperare si danneggia tutto il movimento dei lavoratori, avvelenando il clima negli ambienti di lavoro. Chi deve farla, faccia una seria autocritica, per poi recuperare rapidamente unità, sia nel merito che nel metodo, tornando ai tavoli della trattativa - che come Cisl non abbiamo mai abbandonato -, in primis perché non era stato negato alcun tavolo e in secondo luogo perché il Paese vive una fase delicatissima, stretto tra la morsa della pandemia e una ripresa da rendere strutturale per riprendere la via dello sviluppo. Abbiamo problemi enormi da affrontare a partire dal contrasto alla denatalità, dal recupero del potere di acquisto dei salari, dall’adeguamento di competenze e professionalità alle nuove frontiere del lavoro, dalla lotta all’evasione fiscale e contributiva, dal costruire una società più coesa, inclusiva, moderna. L’unità sindacale è un valore se si condividono obiettivi di merito e quando si fa sintesi sulle strategie da utilizzare per raggiungerli: la Cisl ritiene necessario continuare il percorso avviato di riforme a tutela dei lavoratori e dei pensionati».

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