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Aiutò i compaesani durante il Covid, Maria Luisa è Cavaliere della Repubblica

Altivole in festa per il riconoscimento a Maria Luisa Gatto. La sindaca Busnardo: «Punto di riferimento per le persone sole e fragili, ha svolto il lavoro di assistente domiciliare con sensibilità e abnegazione»

Ha assistito le persone più fragili e sole in modo costante, mettendosi a disposizione H 24 e diventando un punto di riferimento per la comunità di Altivole. Maria Luisa Gatto, per 35 anni in servizio come assistente domiciliare del Comune, è stata insignita dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica per l’impegno profuso durante l’emergenza Covid.

La comunicazione dal Prefetto è arrivata nei giorni scorsi al sindaco Chiara Busnardo: «Maria Luisa Gatto si è distinta da sempre, in particolare nell’emergenza Covid, per il suo impegno e abnegazione nel seguire i nostri concittadini più fragili, fornendo non solo supporto pratico ma anche psicologico ai nostri assistiti domiciliari, con il suo sorriso rassicurante». Con il coordinamento dei Servizi sociali, Maria Luisa ha garantito la sua presenza costante, non usufruendo di alcun congedo durante l’emergenza Covid. In pensione da fine 2020 dopo 35 anni di servizio, Maria Luisa Gatto continua ad essere una persona su cui fare affidamento per tante persone sole. La responsabile del settore Servizi alla persona, Elena Schievano, ricorda come Maria Luisa Gatto sia sempre stata disponibile, anche fuori dal suo orario di lavoro, ad accompagnare le persone in difficoltà, in Posta, in ospedale o dove servisse.

Maria Luisa Gatto 3-2

«Alcuni utenti l’hanno chiamata anche di notte a casa, per esprimerle le proprie preoccupazioni e lei ha dimostrato una disponibilità che è andata oltre il suo dovere». La fiducia in lei ha portato alcuni utenti anche ad affidarle la cartella clinica in modo che lei organizzasse le varie visite mediche e terapie. Maria Luisa, anche adesso, in pensione, sta dedicando il suo meritato riposo alla sua passione, prendersi cura degli altri, mettendosi a disposizione di persone colpite da Alzheimer ed anziani soli. «Questa onorificenza per me è una sorpresa, ho semplicemente svolto il mio lavoro, un lavoro che ho sempre amato e che mi è dispiaciuto lasciare quando ho dovuto andare in pensione, nel 2020 - le sue parole - Aiutare gli altri mi arricchisce». Tra le tante esperienze, insieme al marito, ricorda quando, in passato, ha ospitato a casa un ragazzo tossicodipendente per cinque mesi: «I nostri figli in quel periodo erano alle medie, tutte le esperienze che ci fanno uscire dalla nostra zona di comfort sono educative».

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