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Matrimoni e cerimonie: «Cancellati oltre 28mila eventi nella Marca»

Sono 112 le aziende trevigiane che hanno dovuto chiudere i battenti. Vendemiano Sartor, presidente di Confartigianato Treviso, chiede aiuti per le micro imprese colpite dal Covid

In provincia di Treviso si stimano circa 29mila eventi sui 155mila veneti tra cerimonie e congressi. Matrimoni, battesimi, prime comunioni, cresime e congressi: una filiera che potenzialmente ha ricadute su 4mila imprese trevigiane e 23600 venete. I settori dell’artigianato coinvolti sono molteplici: abbigliamento, artistico, servizi alla persona, ristorazione, trasporto persone, impianti audio video e foto e tutte quelle imprese che si occupano di allestimenti (incluso i fioristi), alloggi, organizzazione di eventi e tour operator.

«Il recente Bando per contributi a supporto delle micro e piccole imprese colpite da Covid-19 nei settori commercio, somministrazione e servizi alla persona - afferma Vendemiano Sartor, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana - è un chiaro esempio della volontà di intervenire a sostegno degli imprenditori maggiormente colpiti. Chiediamo alla Regione che, anche per gli imprenditori del variegato business di cerimonie ed eventi, possa essere approvata analoga misura di sostegno, che metta a disposizione delle risorse da destinare a contributo a fondo perduto». Paralizzato, immobile, chiuso. Il complesso e variegato settore delle cerimonie e degli eventi è in crisi. Matrimoni, battesimi, prime comunioni, cresime, eventi e congressi, che proprio in questi mesi avrebbero visto il loro momento migliore fanno i conti con il Covid - 19. E i numeri parlano chiaro. Quasi 155mila le cerimonie che mancheranno all’appello nel 2020 in tutto il Veneto di cui 28.640 nella Marca. Una stima dell’ufficio studi di Confartigianato Imprese Veneto basata su quanto si è svolto nella nostra regione lo scorso anno. Ad oggi sono state rinviate quasi tutte le celebrazioni di aprile, maggio e giugno e, a detta degli operatori, sulla stessa via anche quelle della seconda metà dell’anno. Il grande spauracchio è l’incertezza di quando il virus scomparirà e permetterà di tornare a festeggiare in tutta tranquillità. «Eventi e cerimonie - prosegue Sartor - coinvolgono decine e decine di attività a carattere artigiano: si va dalle sartorie specializzate nell’abbigliamento e accessori da cerimonia, ai tecnici degli allestimenti, alloggi e location, a quelli specializzati nell’intrattenimento audio, video e foto, ai laboratori dell’artistico, ai saloni di bellezza e acconciatura. Per finire con la ristorazione, il catering e il trasporto persone. 23.613 le aziende potenzialmente coinvolte in regione attive a marzo 2020, di cui 4mila trevigiane. E nei primi tre mesi dell’anno ne abbiamo già viste chiudere ben 662, di cui 112 trevigiane. A questo “mondo” si stima manchino complessivamente a livello regionale dai 700 milioni di euro ad 1 miliardo. Tanto valgono i preparativi e lo svolgimento degli eventi».  

Tornando ai numeri in Treviso in un anno si celebrano 2523 matrimoni (14.769), 5.111 battesimi (27.358), 6.984 prime comunioni (36.700) e 6.394 cresime (33.600 dato riferito al 2019 e si svolgono 7.628 eventi e congressi (42.150). Per un totale di 28.640 appuntamenti che attivano oltre 140 diverse attività, si va dalla stampa degli inviti all’addobbo floreale, raggruppabili in 7 macro aree: Abbigliamento e accessori cerimonia (287 aziende artigiane), Allestimenti, alloggi e location (528), Artistico (100), Bellezza (2.022), Intrattenimento, audio, video e foto (196), Ristorazione e catering (709) e Trasporto persone (148). Questi settori hanno visto, nei primi tre mesi del 2020, la chiusura di ben 112 attività artigiane. Vestiti ordinati a fine anno scorso disdetti e/o sospesi sino a nuova data e l’incertezza su quando si tornerà a lavorare normalmente, hanno inferto un colpo terribile al settore. Anche per fotografi e video operatori è corsa contro il tempo per trovare soluzioni concrete. Gli affitti, il costo delle attrezzature e le spese gestionali incombono e hanno anche subito la beffa della non chiusura durante il lockdown solo di facciata dato che non si è presentato nessuno. Cerimonie ed eventi sono uno dei tanti mercati svaniti nel nulla. Si rimane alla finestra per capire cosa accadrà, stringendo i denti e studiando nuove soluzioni per un mercato che dovrà, perlomeno per i primi tempi, adattarsi all'inedito "nemico", fino a quando tornerà la stagione dei fiori d'arancio

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