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Attualità San Biagio di Callalta

Medici di base: «San Biagio penalizzata, provvedimenti entro dicembre»

Contatti continui tra l’amministrazione Cappelletto e la dirigenza dell’Ulss 2 per risolvere il problema della carenza di medici in paese: ipotesi trasferimento personale per evitare ai pazienti il viaggio fino a Treviso

Il sindaco di San Biagio di Callalta torna alla carica per chiedere all’Ulss 2 di trovare al più presto una soluzione alla grave carenza di medici di famiglia che sta penalizzando il proprio territorio.

«Siamo uno tra i comuni più vasti della provincia, con distanze significative dal capoluogo di Treviso. Costringere i pazienti, spesso anziani e in difficoltà, a farsi carico di un lungo tragitto per raggiungere l’ambulatorio del medico, è inaccettabile nel 2022. So che si tratta di un’emergenza generale, che colpisce anche altri comuni della Marca, ma - osserva il primo cittadino Alberto Cappelletto - le peculiarità di San Biagio sono tali che confido in una risposta adeguata e specifica da parte della dirigenza della nostra Ulss». Questo il contenuto della telefonata di mercoledì 19 ottobre tra il primo cittadino sanbiagiese e il dottor Maurizio Sforzi, direttore del Distretto socio sanitario Treviso Sud, a cui San Biagio fa riferimento. L'amministrazione Cappelletto già nei mesi scorsi si era attivata per sollecitare l’Ulss sul fronte dell’emergenza dei medici di famiglia, arrivando addirittura a mettere a disposizione alcuni locali presso il distretto di piazza Tobagi per accogliere i medici individuati dall’azienda sanitaria, tutti con ambulatori a Treviso, così da evitare ai pazienti sanbiagiesi, in particolare alle famiglie di Fagarè ed Olmi, di doversi far carico del tragitto fino al capoluogo. Dopo un breve periodo in cui alcuni di essi avevano accettato di utilizzare i locali a San Biagio, l’esperimento è fallito per l’indisponibilità degli stessi a proseguire. «Da parte nostra - rilancia Cappelletto che con l’assessore ai rapporti con l’Ulss Giulia Zangrando è in costante contatto con i vertici dell’Azienda sanitaria trevigiana - continueremo a sostenere la raccolta di firme tra la popolazione perché sia trovata soluzione ad un’emergenza che penalizza il nostro territorio più di altri. Nella telefonata con il dott. Sforzi ho avanzato anche di sperimentare altre soluzioni, magari trasferendo del personale dipendente dell’Azienda sanitaria, visto che i medici di famiglia, in convenzione, hanno facoltà di decidere dove svolgere la propria attività. A mali estremi, estremi rimedi». Il dottor Sforzi si è impegnato a dare una risposta alla carenza di medici entro il mese di dicembre.

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