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Messa del malato a Treviso, il Vescovo: «Nessuno sia lasciato solo»

Ammalati, operatori sanitari e volontari riuniti sabato mattina, 11 febbraio, nel santuario di Madonna Granda per la celebrazione della festa della Madonna di Lourdes

«Siete al centro del popolo di Dio: insegnateci a non trascurare nessuno, chiedeteci sempre di operare per la vita e per la pace, continuate a pretendere da noi e da tutta la  società che nessuno venga lasciato solo e abbandonato».

Il Vescovo di Treviso si è rivolto così ai malati presenti sabato 11 febbraio nel santuario di Santa Maria Maggiore nel giorno della festa della Madonna di Lourdes. Alla celebrazione eucaristica  hanno preso parte anche operatori sanitari e volontari della Pastorale della salute, e in particolare il personale dell'Unitalsi. Il vescovo Tomasi ha toccato molti temi, anche di attualità, nella sua omelia, partendo dalla lunga  profezia di Isaia, che dà appuntamento a Gerusalemme a tutto il popolo e a tutte le genti.  Gerusalemme, “città santa, città della passione e risurrezione di Cristo, la città delle lotte e delle  contese fino ai giorni nostri, ma anche la città che scenderà dal cielo, rinnovata, alla fine dei  tempi. Questa Gerusalemme - ha aggiunto il Vescovo, riferendosi alla cronaca di questi tempi - è dove  c’è aiuto solidale e generoso a chi soffre, dove non si smette di cercare vite sotto le macerie del  terremoto in Turchia ed in Siria, e non ci si stanca di far prevalere la logica del soccorso, della vicinanza e della solidarietà contro quella del disinteresse e delle rivalità tra persone e popoli. Una nuova Gerusalemme che sarà grande come la società giusta che saprà stilare bilanci di pace,  che sarà capace di solidarietà e accoglienza, che si muoverà con la forza dei primi e con il passo degli ultimi, con il sorriso di chi infonde coraggio perché crede alla fedeltà dell’amore, e non lascerà mai da solo chi soffre o ha bisogno di aiuto, vicinanza, calore umano. In questa Gerusalemme, in questa Lourdes, in questa Treviso torneremo ancora ad affidarci a Dio, a credere in Lui, a donarci a Lui e agli altri. Scopriremo ancora la bellezza della vita non perché sia efficiente, ma piuttosto perché custodita  nella sua fragilità.Non venduta o comprata, ma donata, proprio perché accolta come dono. Non  mercanteggiata, offesa, ferita e violata, ma protetta come terra santa, parte stupenda di eredità, soffio di vita eterna» ha concluso il Vescovo. 

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Al termine della celebrazione Tomasi ha pronunciato la preghiera di affidamento a Maria,  davanti all’immagine della Madonna Granda, mentre tutti i fedeli tenevano in mano una candela  accesa. 

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