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Ex caserma Zanusso: «Migranti nei tendoni da otto anni, questa non è accoglienza»

Giovedì 28 settembre il sopralluogo al centro accoglienza di Oderzo da parte delle europarlamentari del Movimento 5 Stelle Sabrina Pignedoli e Laura Ferrara. «Sono 260 i migranti ospitati in condizioni di emergenza. Stop alle tendopoli»

Il Ministero della Difesa sta individuando in ogni regione d'Italia delle caserme dismesse con l'obiettivo di trasformarle in nuovi Cpr per accogliere i migranti. «Il fallimento di questa vecchia ricetta oggi lo abbiamo visto con i nostri occhi durante un sopralluogo all'ex caserma Zanusso di Oderzo dove sono ospitati oltre 260 migranti». A dirlo sono Sabrina Pignedoli e Laura Ferrara, europarlamentari del Movimento 5 Stelle, intervenute insieme al consigliere comunale Marco De Blasis e all'ex senatrice Orietta Vanin per una visita speciale al centro d'accoglienza opitergino.

M5S Zanusso Oderzo-2

Il commento

«Nonostante la buona volontà degli operatori e il loro impegno per mantenere dignitosi e puliti gli spazi del centro, i migranti vivono in una situazione di estremo degrado ed emarginazione. L’ex caserma doveva essere una soluzione provvisoria e invece, a otto anni dalla sua apertura, si è trasformata in un vero e proprio ghetto. I diritti fondamentali dei richiedenti asilo sono negati: dormono in letti a castello di fortuna ammassati uno a fianco all’altro, non esistono programmi di accoglienza diffusa, vengono esposti al rischio caporalato. Questa mancata integrazione rappresenta anche un problema di sicurezza - e della sua percezione - per gli abitanti del territorio della provincia di Treviso. Questa non è la strada giusta. Noi diciamo no alle tendopoli. No al modello Meloni di accoglienza e gestione dei migranti arrivati in Italia.

Ex caserma Zanusso - Oderzo-2

Questo Governo vorrebbe accelerare le procedure di espulsione dei migranti che provengono dai Paesi sicuri, ma senza accordi di rimpatrio queste persone vanno poi per strada con in mano un semplice foglio di via e nient’altro. Senza progetti di inclusione sarebbero facili prede della criminalità organizzata. Le proposte della destra alimentano il caos, per governare fenomeni così complessi serve la solidarietà europea: solo con i ricollocamenti negli altri Paesi riusciamo a svuotare i nostri centri così da rendere più gestibile l’inclusione di queste persone» concludono le due europarlamentari.

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