Lavori alla Milani bloccati per mafia, il sindaco: «Nessuno infanghi l’immagine del Comune»
Mario Conte: «Quando si parla di infiltrazioni mafiose non voglio che ci siano dubbi sulla mia persona, sulla mia Amministrazione e sul Comune che rappresento»
In merito all'interdittiva per mafia che nelle scorse settimane ha raggiunto la scuola Milani di Treviso, scatenando un vero e proprio caso mediatico, nella giornata di mercoledì il sindaco Mario Conte ha relazionato in Consiglio comunale i dati specifici dell'intera vicenda, partendo dai primordi fino ad arrivare agli ultimi sviluppi giudiziari.
«È oramai un fatto noto il recesso del contratto con il consorzio appaltatore per l’ampliamento della scuola Primaria “Don Milani” in seguito all’informazione interdittiva antimafia emessa dal Prefetto di Treviso. Sin dalla prima comunicazione giunta dalla Prefettura, il Comune di Treviso ha sempre collaborato attivamente e fattivamente. A fronte di una informazione interdittiva antimafia (provvedimento amministrativo emesso dal Prefetto a scopo preventivo e preordinato alla tutela dell’ordine pubblico economico, della libera concorrenza tra le imprese e del buon andamento della Pubblica Amministrazione), il Comune di Treviso ha agito seguendo rigorosamente i protocolli e, ovviamente, la legge, dialogando con i settori preposti della Prefettura per gli approfondimenti, gli accertamenti del caso e la verifica delle eventuali criticità riscontrate - ha dichiarato il primo cittadino trevigiano - Il Comune di Treviso è difatti costantemente impegnato, anche su precisa spinta di questa Amministrazione, nella difesa della legalità, anche attraverso la partecipazione alle iniziative di Avviso Pubblico (Associazione nata nel 1996 per riunire gli Amministratori pubblici che si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica) e attraverso la sottoscrizione di specifici protocolli, nella prevenzione e alla lotta alla criminalità organizzata».
«Inoltre, sempre come Amministrazione stiamo istituendo un osservatorio formato da persone altamente specializzate che si occuperà anche della formazione e dell’aggiornamento degli Amministratori e dei funzionari pubblici sui temi specifici. Il Comune di Treviso, infatti, lavora costantemente a fianco della Prefettura e dell’Autorità giudiziaria perché siamo consapevoli che anche, e soprattutto, in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando, e con le risorse che potrebbero arrivare nel territorio con il Recovery Fund, non è da escludersi il rischio di infiltrazioni mafiose - continua Mario Conte - Per questo motivo stiamo agendo su più fronti: dal punto di vista Amministrativo stiamo mettendo in atto una serie di iniziative come il Treviso Fund e il Bando Rilancio con accesso a finanziamenti a tassi agevolati e a burocrazia ridotta o contributi a fondo perduto. Consideriamo infatti fondamentale il sostegno concreto agli imprenditori per evitare che si trovino in difficoltà tali da cedere a lusinghe di una criminalità sempre più sottile e subdola nelle manovre di avvicinamento. Dall’altro, invece, lavoriamo fianco a fianco con le Istituzioni affinché vengano applicati e rispettati pedissequamente i protocolli».
«Questa, per noi, è la tutela della legalità e la dovizia con cui i nostri Uffici hanno gestito l’iter di gara e i controlli successivi testimoniano la grande attenzione e la volontà che questa continui ad essere uno dei principi fondanti della Pubblica Amministrazione e del rapporto di questa con il mondo dell’impresa e con i cittadini. Per quanto riguarda invece le due candidate alla carica di consigliere comunale citate nella vicenda, ritengo opportuno sottolineare che queste, nel 2018, si erano interessate alla visione di città della nostra coalizione chiedendo di sostenere con un impegno attivo il nostro progetto. Il loro comportamento è sempre stato ineccepibile e non ci sono giunte, né prima né durante né dopo la campagna elettorale, informazioni su possibili elementi di inidoneità. Ricordo, infine, che tutta la documentazione relativa ai fatti elencati è a disposizione delle Autorità competenti» ha concluso Conte nei confronti del Consiglio comunale.
Dopo aver relazionato il sindaco ha però poi aggiunto: «Certe insinuazioni e certe accuse velate lette su determinata carta stampata sono offensive nei confronti della struttura del Comune, dell’Amministrazione e della mia persona. Capisco che molte volte la politica non si fermi davanti alla correttezza fra persone, ma certe riflessioni sono state scorrette, inopportune e più che danneggiare il sottoscritto danneggiano il Comune di Treviso. Non consentirò mai di infangare l’immagine del Comune e dunque difenderò fino alla fine l’operato dei dipendenti che si sono sempre comportati in modo professionale, attento e onesto. Quando si parla di infiltrazioni mafiose non voglio che ci siano dubbi sulla mia persona, sulla mia Amministrazione e sul Comune che rappresento».
La cronistoria dell'intera vicenda
(Qui di seguito i passaggi, nelle parole di Ca' Sugana, che hanno portato allo scioglimento del rapporto fra il Comune di Treviso ed il consorzio LM GROUP)
Questi i fatti. L’appalto dei lavori di ampliamento della scuola primaria “Don Milani” fa seguito all’approvazione del progetto definitivo dei lavori, avvenuta con deliberazione di Giunta Comunale del 24 settembre 2019, per l’importo complessivo di 1.648.000 euro. Con determinazione del Settore Lavori Pubblici del 19 novembre 2019 veniva approvato il progetto esecutivo ed indetta la gara d’appalto a procedura aperta (da aggiudicarsi ai sensi dell’art. 36, commi 2, lett. d) e 9-bis, del Codice degli appalti) e con esclusione automatica delle offerte anomale (ai sensi dei commi 2 e 2-bis dell’art. 97 del suddetto Codice).
È doverosa una precisazione: per offerta anomala si intende un'offerta anormalmente bassa rispetto all'entità delle prestazioni richieste dal bando che, al contempo, potrebbe rappresentare indice di una non corretta esecuzione della prestazione contrattuale. A tal fine, la legge predetermina le condizioni per stabilire quando un’offerta è anormalmente bassa. Il bando di gara veniva pubblicato il 20 novembre 2019 con termine di presentazione delle offerte fissato al giorno 16 dicembre 2019 ed entro tale termine pervenivano le buste telematiche di 85 operatori economici. Il Seggio di gara, istituito ai sensi del regolamento comunale di disciplina delle procedure di ricerca del contraente (presieduto dal dirigente del Settore Affari Generali, Risorse Umane, Contratti e Appalti), procedeva all’esame della documentazione amministrativa prodotta dai concorrenti nelle giornate del 17, 18 e 19 dicembre 2019.
Tenuto conto del numero di offerte (superiore a 15), il Seggio procedeva ad effettuare il calcolo matematico previsto dall’art. 97 comma 2 del Codice degli appalti, per la determinazione della soglia di anomalia e la conseguente esclusione automatica delle offerte pari o superiori a detta soglia. Ai fini del calcolo veniva dapprima escluso il 10 per cento, arrotondato all’unità superiore, delle offerte di maggior ribasso e quelle di minor ribasso. Venivano quindi escluse le nove offerte con i ribassi più alti (compresi tra il 28,320 % e il 23,522 %) e le nove offerte con i ribassi più bassi (compresi tra l’8,652% e il 14,738%). In base ai successivi calcoli previsti dal codice la soglia di anomalia risultava pari al 21,173%. Di conseguenza, si dichiarava l’esclusione automatica di altre 24 offerte, con ribassi compresi tra il 23,491 % e il 21,293 %.
La prima offerta non anomala, in quanto inferiore alla soglia sopra determinata, risultava essere quella del CONSORZIO STABILE LM GROUP, con un ribasso offerto sull’importo dei lavori pari al 21,089%, per l’importo di 978.445,79 euro oltre oneri di sicurezza per 20.064,14 euro per l’importo complessivo contrattuale di 998.509,93 euro (IVA esclusa). I controlli sul Consorzio aggiudicatario davano esito positivo. Le verifiche riguardavano i requisiti generali previsti dall’ art.80 del Codice degli appalti e autocertificati in sede di offerta:
- casellario giudiziale dei soggetti dotati di potere di rappresentanza e del direttore tecnico;
- certificato di ottemperanza agli obblighi di pagamento di imposte e tasse all’Agenzia delle Entrate;
- certificato di regolarità contributiva;
- casellario informatico presso l’ANAC;
- certificato dell’Anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato presso l’Ufficio del Casellario per la dimostrazione dell’insussistenza di sanzioni comportanti il divieto di contrarre con la Pubblica Amministrazione.
Come previsto dal Codice delle Leggi antimafia, il 10 gennaio 2020 veniva inoltrata alla Prefettura di Treviso, tramite la Banca Dati Nazionale Antimafia, la richiesta di rilascio della comunicazione antimafia liberatoria ai fini della stipula del contratto. Venivano inoltre effettuate le verifiche sui costi della manodopera nonché sull’idoneità tecnico-professionale, con riscontri del Consorzio in data 29 gennaio 2020 e 26 febbraio 2020. L’appalto veniva quindi aggiudicato con determinazione del dirigente del Settore Affari Generali, Risorse Umane, Contratti e Appalti del 05 marzo 2020.
In applicazione delle leggi antimafia, decorso il termine di trenta giorni dalla consultazione della Banca Dati Nazionale, gli enti procedevano alla stipula dei contratti in assenza della documentazione antimafia, ferme restando le cautele di legge previste in caso di successivo controllo negativo. Il contratto con il Consorzio veniva stipulato il 13 maggio 2020. All’atto della consegna dei lavori, con missive del 25 e 26 giugno 2020, il Consorzio comunicava di voler affidare l’intervento alla consorziata Giudice Costruzioni & Servizi S.r.l. con sede a Gela (CL), trasmettendo la relativa documentazione.
Sulla consorziata designata venivano quindi effettuati tutti i controlli sul possesso dei requisiti generali e sull’idoneità tecnico-professionale. Il 06 luglio 2020 veniva, quindi, preso atto della designazione della consorziata esecutrice, partecipandone la Direzione Lavori incaricata. In data 31 dicembre 2020 veniva acquisita al protocollo l’informazione interdittiva antimafia a carico del Consorzio Stabile LM GROUP, trasmessa dalla Prefettura il giorno precedente, unitamente alla richiesta di comunicare alla stessa l’eventuale sussistenza dei presupposti per il commissariamento dell’impresa. Detta misura straordinaria prevale per legge sia sul recesso dal contratto sia sulla prosecuzione dei lavori, prevista dal Codice antimafia nel caso in cui le opere siano in corso di ultimazione.
A fronte dell’interdittiva pervenuta, il Settore LL.PP. procedeva a richiedere alla Direzione Lavori la determinazione dello stato di consistenza delle opere, che i tecnici incaricati riscontravano il 7 gennaio. Inoltre, venivano richiesti al Consorzio LM Group ulteriori documenti inerenti la partecipazione della ditta esecutrice al consorzio medesimo. L’11 gennaio 2021 il Settore Appalti contattava l’Area Antimafia della Prefettura ai fini del riscontro della richiesta di eventuale commissariamento del consorzio. Con nota del 19 gennaio 2021 il dirigente del Settore LL.PP. comunicava l’esito dell’istruttoria sulla ditta consorziata e sullo stato di avanzamento dei lavori.
A fronte dell’insussistenza dei presupposti di legge per il commissariamento del Consorzio e per la prosecuzione dei lavori, con determinazione del dirigente del Settore Appalti n. 109 del 28 gennaio 2021 si procedeva al recesso dal contratto di appalto stipulato con il Consorzio Stabile LM GROUP. Il recesso veniva quindi comunicato al Consorzio e alla Prefettura di Treviso in data 29 gennaio 2021.