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Indimenticabile Monica Vitti, quando venne a Treviso

Icona della commedia all'italiana, il suo volto meraviglioso rimarrà nel cuore, girò alcune scene ai Buranelli

Indimenticabili il suo sorriso, il taglio degli occhi, la voce particolare, che continueranno a vivere nel cuore di milioni di italiani. Una battaglia contro la malattia che durava da molto quella di Monica Vitti, che ci ha lasciato stanotte a novanta anni.

"Addio Monica Vitti, addio regina del cinema italiano. Oggi è un giorno davvero triste, abbiamo perso un grande artista"  ha detto il ministro della Cultura Dario Franceschini. Il suo talento smisurato è stato celebrato nelle rassegne e nelle mostre cinematografiche di tutto il mondo. 

Monica Vitti a Treviso

La Vitti è passata anche per il centro di Treviso dove ha girato alcune sequenze del film "Gli ordini sono ordini", diretto da Franco Giraldi nel 1972. Delle scene sono ambientate lungo il Canale dei Buranelli e in piazzetta San Parisio. Il film racconta la storia di una giovane moglie (intrepretata da Monica Vitti) che inizia ad allontanarsi sempre più dalla sua vita coniugale seguendo una strana voce interiore che le dà ordini spingendola verso impreviste avventure alla ricerca della propria libertà. Nella sequenza trevigiana del film, c'è un lungo dialogo tra Monica Vitti e il protagonista maschile Gigi Proietti, accompagnato dagli splendidi scorci del canale trevigiano e da una veduta inedita su Piazzetta San Parisio.

La sua carriera

Nata a Roma il 3 novembre 1931, Vitti - il cui vero nome era Maria Luisa Ceciarelli - scoprì la sua passione per il teatro durante la seconda guerra mondiale, quando intrattenne la sua famiglia con i burattini.

"Quando cadevano le bombe, quando dovevamo rifugiarci nei rifugi, io e il mio fratellino improvvisavamo piccole commedie"

Dopo essersi diplomata all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica di Roma 1953, ha iniziato la sua carriera in teatro, dove si è distinta per il talento comico. Fu notata da Antonioni, con il quale sviluppò subito un rapporto artistico e sentimentale.

"Ho avuto la fortuna di iniziare la mia carriera con un uomo di grande talento", ma che era anche "spirituale, pieno di vita ed entusiasmo", ha detto Vitti in un'intervista alla televisione italiana nel 1982.

Unica in una folla di mattatori maschi, copre ogni tipologia femminile. Donna borghese, nevrotica, dolce per Antonioni, popolana vitale con Alberto Sordi. Nella seconda metà degli anni '60, archiviato il cinema di Antonioni e lo stesso regista da cui si era separata, Monica Vitti passò al genere della commedia che aveva ben frequentato un teatro. Con Mario Monicelli (La ragazza con la pistola, 1968) potè esprimere a pieno la sua vocazione comica. Accanto ad Alberto Sordi (in Amore mio aiutami) cominciò un sodalizio che li porterà al grande successo di Polvere di stelle del 1973. In mezzo ci sono le collaborazioni con i nostri più grandi registi: Ettore Scola (Dramma della gelosia accanto a Giannini e Mastroianni ), Dino Risi (Noi donne siamo fatti così), Luciano Salce (L'anatra all'arancia), Nanni Loy, Luigi Comencini.

La malattia dell'attrice 

La Vitti aveva lasciato il cinema a causa di una malattia degenerativa simile all'Alzheimer con cui combatteva da 20 anni, protetta dall'amore del marito Roberto Russo, il fotografo sposato in segreto nel 2000. Al suo fianco da sempre e fino all'ultimo, ha affidato la notizia della morte a Walter Veltroni, senza comunicarlo in prima persona. Si era ritirata dalle scene per un disturbo che giorno dopo giorno le cancellava i ricordi dalla mente. Ricordi di una carriera strepitosa, prestigiosa, unica, quellla della più grande attrice della commedia all'italiana. 

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