Diocesi di Treviso in festa: monsignor Adriano Cevolotto è diventato Vescovo
A presiedere la cerimonia il vescovo di Treviso mons. Michele Tomasi che ha dato così il benvenuto al nuovo pastore di Piacenza-Bobbio
Una giornata di festa per tutta la Diocesi di Treviso. E' stata vissuta così la giornata di sabato in via San Nicolò in centro a Treviso, una data speciale per mons. Adriano Cevolotto che è stato consacrato nuovo Vescovo di Piacenza-Bobbio. Quasi mile le persone che hanno potuto assistere nel Tempio di San Nicolo (in sala Longhin e nella chiesa Immacolata del Seminario) alla cerimonia presieduta dal Vescovo Michele Tomasi e dai Coconsacranti mons. Gianni Ambrosio e l’arcivescovo di Modena mons. Erio Castellucci. Presenti per l'occasione molteplici autorità tra cui il sindaco di Treviso, Mario Conte, e il Presidente della Provincia di Treviso, Stefano Marcon. Queste le parole, a margine dell'evento, del primo cittadino trevigiano: "Ho partecipato alla cerimonia di ordinazione episcopale di Mons. Adriano Cevolotto, da anni un punto di riferimento per la nostra Diocesi, nominato vescovo di Piacenza-Bobbio. Buon cammino!".
“Diventare vescovo non è un premio - ha poi dichiarato mons. Gianfranco Agostino Gardin, vescovo emerito di Treviso - Significa, piuttosto, essere più intensamente associato al dono totale di sé proprio di Gesù. Per questo ha bisogno, il vescovo eletto, della dolce forza dello Spirito donata dal Cristo Risorto, che prenderà possesso di lui mediante l’imposizione delle mani e la preghiera di ordinazione, centro di tutta la celebrazione. L’ordinazione episcopale implica anche la capacità di lasciare la propria terra, l’amata diocesi in cui è nato e ha ricevuto il dono della fede e della vocazione presbiterale, in cui ha già esercitato un impegnativo servizio per ben 36 anni; di lasciare la fraternità presbiterale trevigiana e tante persone con le quali sono nati legami di preziosa amicizia. Gli viene detto, in sostanza: senza dimenticare e anzi valorizzando ciò che qui hai ricevuto e vissuto, dona ora te stesso con generosità piena alla tua nuova chiesa, quella di Piacenza-Bobbio, alla quale sarà legato con un profondo vincolo sacramentale. Anche lì troverà ricchezza di fede e di amore, che lo aiuterà ad essere pastore buono e lieto anche nella fatica”.
L'intervento del Vescovo Cevolotto:
In questo momento risuonano con forza le parole di S. Paolo rivolte a Timoteo: “Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato”. Mi è stato affidato un dono prezioso, che fa tremare i polsi, che fa incrinare la voce nel rispondere, alle domande del Vescovo circa gli impegni da prendere con quella serie di “Lo voglio”. Ma ripeto con l’Apostolo: “So in chi ho posto la mia fede... Egli” -proprio Lui- “è capace di custodire ciò che mi è affidato”. Non è uno scaricare la responsabilità. È essere consapevole che il ministero del Vescovo vive di questa Presenza fedele. In forza dello Spirito Santo “che abita in noi”.
Nei giorni di ritiro trascorsi presso la Piccola Famiglia dell’Annunziata, che mi ha custodito con la preghiera e l’accoglienza calorosa, è emerso il grande debito che ho accumulato nella mia vita. Debito di amore e di fede. Due parole che raccolgono una molteplicità e particolarità di volti, di relazioni, di esperienze condivise, di gioie e di sofferenze.
In questo momento sono tentato di ricordarle. Ma vi assicuro che sarebbe impossibile. Allora, a mo’ di indice, desidero ricordare i luoghi abitati in questo lungo percorso, dove la Grazia del Signore si è sbizzarrita per plasmarmi. Si tratta di un ricordo grato.
- la mia famiglia, mamma Carla e papà Gino (che sicuramente è qui, magari in mezzo al coro per dare una voce), con i fratelli, Paolo e Francesca, il cognato e la cognata e i nipoti. Ma lasciate che con loro unisca la mia comunità di Roncade, nella quale sono stato iniziato alla vita e ai legami necessari e provvidenziali, alla fede celebrata, vissuta, testimoniata. Qui è risuonata la (bella e promettente) chiamata a seguire Gesù e a donare la vita. Eterna è la sua misericordia.
- Il Seminario. È un ambiente grande e articolato. Posso dire di averlo abitato in ogni suo ‘luogo’. Nelle diverse comunità che lo compongono. Qui respiro, ancora oggi, l’appello vocazionale della vita. Che non appartiene al passato, perché si rinnova continuamente. Altrimenti che vita sarebbe? Eterna è la sua misericordia.
- Le parrocchie. Al plurale perché sono state diverse quelle dove mi sono sentito a casa. Mons. Magnani in un’ordinazione ebbe a dire che l’unica ambizione di un prete è di fare il parroco. Vi assicuro che ce l’avevo e l’ho coltivata, però è... quasi nuova. Poco usata. Ma viene comunque buona. Credo non serva dire che il primo amore non si scorda mai e quindi non posso non avere un ricordo particolare per la comunità Castelfranco Veneto: mi ha iniziato a vivere da prete, poi da parroco ed infine da coordinatore della Collaborazione Pastorale. In questi giorni sono tornati alla mente tantissimi incontri, situazioni di sofferenza condivisa nella fede, affetto ricevuto e dato che mi hanno sostenuto. Amicizia. Eterna è la sua misericordia.
- la diocesi. Tanti (magari qualcuno ritiene troppi) anni trascorsi in servizi diocesani mi hanno permesso di sentirmi parte di una Chiesa particolare, responsabile, anche nello specifico servizio, dell’intera comunità ecclesiale. Mi è stata data la grazia di conoscere il presbiterio, con realismo, e perciò a contatto con le povertà (che per lo più balzano agli occhi immediatamente) ma anche con la tanta dedizione e passione presente e di cui mi sento riconoscente. Sono felice di far parte di questo nostro presbiterio. Ho avuto modo di intessere relazioni con le forze vive della nostra chiesa: laiche e laici, conosciuti in diverse occasioni e con i quali abbiamo collaborato proficuamente. Penso alle realtà della vita consacrata (particolarmente femminile) con le quali abbiamo condiviso tanto in questi anni (le Discepole del Vangelo e le Cooperatrici pastorali). Ho avuto modo di dirlo: con ruoli diversi sono stato a contatto con i Vescovi. Nutro una sincera stima e gratitudine per tutti loro. Il legame sacramentale si è arricchito di conoscenza, di condivisione, di fiducia. Allora, quasi a raccogliere ogni mio grazie nei loro confronti, desidero esprimere un grazie al Vescovo Michele che ha presieduto questa celebrazione di ordinazione e per le mani del quale sono stato consacrato Vescovo. In questo primo anno te ne sono proprio capitate di tutti i colori. È stato un anno intenso che mi hai dato la possibilità di condividere fraternamente. Evidentemente, con il senno del poi, in poco tempo era concentrata tanta vita! Eterna è la sua misericordia!
- Infine, un grazie a tutti voi che avete partecipato a questa celebrazione e state partecipando via TV o streaming (magari anche da Piacenza-Bobbio). Grazie alle autorità civili e militari che hanno potuto essere presenti e che rappresentano quelle che non è stato possibile invitare. Un grazie a tutte le persone che hanno lavorato perché potessimo vivere questa bella celebrazione, in sicurezza. Lasciate che il ringraziamento vada a mons. Gianni Ambrosio, mio predecessore, e a mons. Erio Castellucci, Vescovo Metropolita che ho voluto come vescovi Co-consacranti. Ci hanno reso presente la Chiesa per la quale sono stato ordinato: Piacenza-Bobbio. Saluto la rappresentanza di quella diocesi, che tra quindici giorni diventerà a tutti gli effetti la mia diocesi. Voi mi ricordate che i motivi di ringraziamento non riguardano solo il passato: fin d’ora rendo lode e grazie al Signore per quanto ha operato in quella Chiesa. Voi siete un ulteriore segno della Sua fedeltà. Eterna è la sua misericordia.
A Maria, Madre della Chiesa e Regina degli Apostoli, e ai santi di queste due diocesi affido il mio e il nostro cammino. Il Signore benedica il nostro andare. Amen