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Giovedì, 25 Aprile 2024
Attualità Montebelluna

Allerta siccità: a Montebelluna scatta l'ordinanza per limitare l’uso dell’acqua potabile

E’ vietato impiegare acqua potabile fornita dall’acquedotto pubblico per attività pubbliche e private non essenziali quali: lavaggio di cortili e piazzali; lavaggio domestico di veicoli a motore; il riempimento di vasche da giardino, fontane ornamentali e simili; innaffiare orti e giardini

Allerta siccità. Con una ordinanza sindacale, emanata ieri 15 giugno, il Comune di Montebelluna ha vietato su tutto il territorio comunale, fino a nuova disposizione, l’uso dell’acqua potabile per usi diversi da quello alimentare e igienico-sanitario. E’ questo, in sintesi, il contenuto dell’ordinanza firmata dal sindaco Adalberto Bordin finalizzata a limitare l’uso indiscriminato di acqua dato il periodo di siccità che sta vivendo il territorio montebellunese e non solo. L’ordinanza accoglie la richiesta di Alto Trevigiano Servizi che, in qualità di Gestore del Servizio Idrico Integrato, ha manifestato ai Comuni soci la necessità di attuare provvedimenti di competenza finalizzati a limitare l'utilizzo dell'acqua potabile per scopi strettamente civili, al fine di preservare l'uso potabile dell’acqua fornita dalla rete acquedottistica gestita dalla Società e fronteggiare le potenziali criticità nella fornitura idrica.

Il commento

Precisa il sindaco, Adalberto Bordin: «A causa delle persistenti sfavorevoli condizioni meteo e climatiche, caratterizzate da perdurante scarsità di precipitazioni, si sta verificando un’importante criticità idrica ed una rilevante riduzione dell'apporto idrico dalle sorgenti montane. Questa preoccupante situazione può provocare gravi disagi ed inconvenienti di natura igienico-sanitaria per la popolazione. Per questo, allo scopo di prevenire una più grave situazione di carenza della risorsa idrica, con questa ordinanza intendiamo sensibilizzare la cittadinanza ad intraprendere azioni di contenimento dei consumi e di razionalizzazione degli spechi, prediligendo usi accorti, consapevoli e limitati della risorsa idrica orientati a soddisfare solo i concreti ed essenziali fabbisogni umani».

L'ordinanza

Tutti gli utenti del Servizio Idrico Integrato sono tenuti ad un uso estremamente accorto dell'acqua fornita dal pubblico acquedotto e ad impiegare l'acqua fornita dal pubblico acquedotto esclusivamente per gli usi alimentari ed igienico-sanitari. E’ vietato inoltre impiegare acqua potabile fornita dall’acquedotto pubblico pubbliche e private non essenziali quali: lavaggio di cortili e piazzali; lavaggio domestico di veicoli a motore; il riempimento di vasche da giardino, fontane ornamentali e simili; innaffiare orti e giardini.

L’ordinanza invita inoltre tutti i cittadini ad adottare ogni utile accorgimento finalizzato al risparmio dell'acqua, come ad esempio:

-       riparare prontamente perdite, anche minime, da rubinetti, sciacquoni, ecc.;

-       installare sui rubinetti dispositivi frangi getto che, mescolando l'acqua con l'aria, consentono di risparmiare risorsa idrica;

-       impiegare lavastoviglie e lavatrici solo a pieno carico;

L'inosservanza delle disposizioni è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da 25 a 500 euro.

Il commento del Pd

«Lo abbiamo denunciato alla fine di un inverno senza pioggia e neve e più volte nelle scorse settimane: la Regione del Veneto non può assistere immobile alla peggiore siccità degli ultimi 70 anni».

A dirlo è Matteo Favero, responsabile del Forum ambiente e infrastrutture del Partito Democratico Veneto. «Se serve bisognerà dichiarare lo stato di emergenza. I fiumi principali del nostro territorio sono ridotti a rigagnoli: Po, Piave, Livenza, Brenta e Adige in una situazione di calo di portata eloquente e gravissima. Gli effetti di questa grande sete sono immediatamente visibili e le conseguenze si osserveranno a distanza di mesi. Per questo, anche con il razionamento, si stima una perdita tra il 50% e il 100% dei raccolti tradizionali per l’agricoltura veneta e bisogna già oggi lavorare per le riserve del prossimo autunno. La Regione Veneto deve, senza altri ritardi, fare i conti con una sfida epocale e sempre più frequente promuovendo politiche efficaci per garantire questa risorsa vitale. Le nostre proposte ci sono: nuovi invasi, lotta agli sprechi e alle perdite degli acquedotti, verifica del reticolo irriguo e della salute dei corpi idrici, un piano per l’irrigazione regionale con tecniche innovative e di precisione come la pluvi-irrigazione, riutilizzo dell’acqua per usi non civili, campagne informative ai cittadini. Le risorse economiche, anche europee, non mancano - conclude Favero -. Da ultimo, si pensi a Marghera con la prevista Hydrogen Valley come un asset importante della strategia energetica nazionale, su cui peraltro ha mancato l'occasione dei fondi Pnrr. Una sede naturale per lo sviluppo su scala industriale delle applicazioni legate all’idrogeno e un polo dell’acqua legato proprio alla sua salvaguardia».

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