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La Nostra Famiglia in Veneto: diagnosi e riabilitazione per 770 bambini e ragazzi con autismo

L’Associazione fa parte anche della Rete Veneto per l’autismo ed è inserita nella mappatura dell’Istituto Superiore di Sanità per i servizi dedicati ai disturbi dello spettro autistico

L’autismo rappresenta una delle diagnosi prevalenti in quasi tutti i Centri della Nostra Famiglia in Veneto: ad oggi le famiglie in carico ai Centri di riabilitazione per disturbi dello spettro dell’autismo sono 770 (Polo di Conegliano-Pieve di Soligo 185, Treviso 108, Oderzo 71, Padova 260, Vicenza 102, San Donà di Piave 44).

L’Associazione  ha aderito inoltre al percorso della costituzione della Rete Veneto per l’autismo e le sedi sono presenti da giugno 2021 nella mappatura dell’Istituto Superiore di Sanità quali servizi della Regione dedicati anche alla diagnosi e cura dei disturbi dello Spettro dell’autismo; nel territorio dell’ULLS 2 Marca Trevigiana prosegue l’intensa collaborazione di presa in carico precoce dei piccoli riconosciuti anche a maggior rischio di sviluppo di disturbi dello spettro, in collaborazione con i percorsi di follow-up della Terapia Intensiva neonatale di Treviso. L’attività di diagnosi e presa in carico riabilitativa a favore dei bambini con disturbo dello spettro autistico e delle loro famiglie avviene con modalità consolidate e nuove proposte indotte dalle esperienze maturate nel corso dello stato di emergenza sanitaria.

“Nel 2020 la prima immediata sospensione delle attività riabilitative si è venuta a sommare al contestuale venire meno di ulteriori fattori ambientali protettivi come la frequenza scolastica, le attività comunitarie e del tempo libero: tutto questo ha rischiato di ostacolare gravemente il funzionamento dei nostri utenti in misura tanto maggiore quanto più complessa era la loro condizione clinica e minore la loro età”, spiega la coordinatrice sanitaria dei CDR Matilda Franzoi.

I Centri della Nostra Famiglia hanno quindi ripensato i percorsi di riabilitazione con un’azione, del tutto nuova e sperimentale, di presa in carico anche a distanza: mediante video call, piattaforme on line, materiali video creati ad hoc e consulenza telefonica si è provveduto a monitorare le condizioni cliniche dei pazienti, fornire e condividere indicazioni abilitative ed educative, sostenere l’attività e soprattutto la partecipazione del soggetto.

Dopo una prima fase di risposta emergenziale al bisogno, visto il perdurare della situazione pandemica e le nuove prospettive di normative regionali e nazionali, si è mantenuta una modalità di lavoro in forma mista (presenza e distanza). Le attività in presenza si sono gradualmente riorganizzate, con formule ambulatoriali e diurne, rivolte alle diverse fasce d’età, coinvolgendo prevalentemente minori, con ampia fascia d’età dai 2 ai 18 anni.

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