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Nuovo teatro di Montebelluna: «Sarà uno spazio polifunzionale»

Il sindaco di Montebelluna, Marzio Favero, e l’art director Claudio Sartorato spiegano le scelte tecniche introdotte nel progetto che darà presto un nuovo spazio culturale alla città

A pochi giorni dalla presentazione del progetto preliminare del nuovo teatro di Montebelluna, il sindaco e l’art director Claudio Sartorato spiegano le scelte tecniche introdotte per rendere la struttura polifunzionale.

«L’impegno era quello di pensare ad una struttura polifunzionale ma in senso ristretto alle attività culturali perché le esperienze passate in ordine ai tentativi di ibridazione fra funzioni troppo diverse si sono rivelate infelici. Quindi la polifunzionalità che si sta perseguendo è quella delle attività proprie di una macchina teatrale capace di essere performante sia in termini di risposta alle diverse esigenze di spettacolo sia in termini di riduzione dei costi di funzionamento» spiega il sindaco, Marzio Favero. Tra le persone che hanno collaborato alla definizione del progetto, vi è Claudio Sartorato. Tra i collaboratori del teatro di tradizione di Treviso, segretario generale dell’orchestra Filarmonia Veneta, quindi direttore del nuovo teatro di Vicenza ed infine del teatro di Rovigo. Si è messo a disposizione a titolo gratuito in questa fase di elaborazione del progetto preliminare. «Il suo apporto - continua il sindaco di Montebelluna - ci è stato utilissimo per definire le caratteristiche del palcoscenico, della platea e del ruolo del foyer. Per il resto, sottolineo che dal punto di vista dimensionale si tratta di un teatro con 450 posti a sedere. La scelta di avere due gallerie in aggetto risponde all’idea propria della tradizione italiana, che gli spettatori non solo siano chiamati ad assistere ad uno spettacolo sul palco, ma anche a condividere le emozioni guardandosi a vicenda».

Claudio Sartorato commenta con queste parole: «Con il mio contributo tecnico ho cercato di fornire qualche suggerimento affinché il progetto del teatro di Montebelluna acquisisse maggiore polifunzionalità così che esso, con gli accorgimenti e le modifiche introdotte, si possa prestare a molteplici usi. Innanzitutto, è stato previsto un foyer molto ampio perché, non dimentichiamolo, il foyer è il luogo dell’attesa e degli incontri, è il prologo agli spettacoli ed è lo spazio di relazione tra l’interno del teatro e l’esterno, cioè la città, perciò non va sottovalutato. E’ stato progettato un foyer ampio con un ingresso molto capiente così che, in caso di cattivo tempo di accesso non immediato alla sala, possa essere fruito da una buona quantità di pubblico prima dell’evento. L’ampiamento del foyer ha permesso di ottenere un’ulteriore sala al piano superiore, uno spazio di 300 metri quadrati circa da utilizzare come auditorium, in grado di ospitare circa cento posti a sedere. Ho anche suggerito che venisse progettata una soluzione che permetta al pubblico di essere il più vicino possibile al luogo dell’evento, cioè il palcoscenico: anche questo è un aspetto importante sia perché è la vicinanza migliora l’empatia tra l’artista e lo spettatore, sia perché in alcuni generi di spettacoli, come per esempio il teatro di prosa, la prossimità permette al pubblico di godere meglio della mimica e della fisicità dell’attore percependone la comunicazione verbale e non verbale. Riguardo la platea, si è optato per le sedute a scomparsa, anziché quelle fisse, in modo che la struttura possa anche diventare un teatro a giorno ottimale per ospitare eventi con platea libera, quali ad esempio quelli di danza. Si è scelto inoltre di utilizzare sedute in legno, anziché in velluto, così da evitare che il teatro diventi una sala sorda e ottenere un effetto acustico migliore. Nello spazio tra platea e palcoscenico è stato introdotto anche il “golfo mistico”, una buca d'orchestra che permetterà di poter realizzare delle piccole opere anche di lirica con la presenza di una piccola orchestra in questo spazio appositamente dedicato». Conclude il sindaco: «E’ un teatro che nasce per ospitare quanto già si realizza in città: non dimentichiamoci dei convegni, dei concerti e degli spettacoli organizzati nell’ambito della Rassegna Echi e delle altre attività ormai tradizionali, ma il progetto del teatro prevede una struttura capace di ospitare tipologie di eventi mai approdati in città come la lirica o i grandi concerti. In altre parole sè una struttura pensata appositamente in modo tale da non precludere la possibilità di eventi diversi da quelli già promossi a Montebelluna, in grado cioè di funzionare sia a livello basico ma anche per agganciarsi a circuiti di programmazione di livello superiore».

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