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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Altra grana edilizia su padre Abrahamowicz

C’è un nuovo caso di abuso edilizio sulla cappella del religioso ultra-lefebvriano stabilitosi da anni a Paese. Don Floriano respinge le accuse al mittente ma si sottrae alle domande

La cappella voluta a Paese da padre Florian Abrahamowicz sarebbe abusiva. Lo rivela un carteggio depositato agli atti del Comune. Sarebbe il bis di un caso analogo già raccontato dalla stampa veneta tre anni fa. Il religioso però respinge le accuse e si dice fiducioso nella giustizia.

IL PERSONAGGIO Tra il 2016 e il 2017 sulla stampa veneta tenne banco il caso del presunto abuso edilizio relativo ad una cappella tirata su alla bell’e meglio in via delle Levade nel comune di Paese in provincia di Treviso: una cappella in cui celebra messa padre Florian Abrahamowicz, noto anche come don Floriano: il controverso sacerdote ultra-lefebvriano che diversi suoi detrattori dipingono come sempre più prossimo ad alcune frange sempre più minoritarie della destra nostalgica. Il religioso inoltre era già noto ai media nazionali per il caso della messa per Benito Mussolini, per avere annunciato la volontà di celebrar messa per Erich Priebke e per avere dato del clown a papa Francesco I.

IL PROLOGO Più nel dettaglio invece la querelle edilizio-amministrativa tenne banco il 15 agosto 2016, il 23 agosto 2016, il 5 novembre 2016, il 22 febbraio 2017 finendo anche sui media nazionali. Poi l’affaire Abrahamowicz è sparito dai radar, con la giunta che glissò sull’argomento peraltro, sebbene il religioso abbia sempre fieramente respinto le accuse al mittente. Ma che cosa è successo poi in questi tre anni?

I DOCUMENTI AGLI ATTI Dalla documentazione agli atti del comune di Paese che chi scrive può produrre in esclusiva (CLICCA QUI PER VEDERE I DOCUMENTI) emerge che l’amministrazione comunale con una nota datata 14 febbraio 2017 al protocollo 3706 di fatto bollava come abusivo il manufatto di via Levade usato appunto per le celebrazioni, spesso trasmesse anche su un canale Youtube. «Si comunica l’ordine di non effettuare i lavori ed il divieto di prosecuzione della attività». Il motivo di questi addebiti?

«Lo stato di fatto non corrisponde allo stato dei luoghi...». Chi scrive poi aveva indirizzato una precisa richiesta di chiarimenti alla municipalità nella quale si domandava «se oltre ai rilievi contenuti nella documentazione inviata...» l'amministrazione comunale di Paese avesse «nel frattempo indirizzato o mosso al proprietario dello stabile oggetto della summenzionata pratica altre comunicazioni o addebiti». Contestualmente era stata richiesta anche una intervista al sindaco Francesco Pietrobon, uno dei leghisti più in vista della Marca. Ma sino ad oggi né il sindaco né i responsabili degli uffici preposti hanno fornito alcuna risposta. L’amministrazione comunale è pronta a chiedere l’abbattimento del manufatto, a comminare una sanzione amministrativa o a segnalare i fatti alla magistratura perché si sono configurati illeciti di natura penale? O addirittura il comune ha già proceduto con le segnalazioni del caso?

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VICENDA SINGOLARE La vicenda peraltro ha alcuni tratti singolari perché quando il caso deflagrò, mettendo in imbarazzo il sindaco del Carroccio, le opposizioni di Paese, che fanno capo in buona sostanza a M5S e Pd, rimasero pressoché in silenzio alimentando così l’alone enigmatico che da tempo si è steso sul caso di padre Florian. Chi scrive ha anche cercato quest’ultimo per chiedere una intervista.

«PREFERISCO PARLINO I GIUDICI» Padre Florian però si è limitato ad una laconica presa di posizione: «Preferisco che il parere lo dia il giudice. Perché all'ultima udienza risultava che le nostre carte sono in regola e i fatti documentati. Aspettiamo dunque l'esito della vicenda». Si tratta però di affermazioni che non possono essere verificate perché il religioso non ha spiegato se quello che lo avrebbe interessato sia un procedimento amministrativo, penale o di natura ancora diversa. Come non è stato fornito alcun riscontro in termini di tribunale presso il quale sarebbe radicato un eventuale processo né tantomeno è stato indicato il nome dei magistrati che si sarebbero occupati della vicenda e in quale contesto gli accertamenti sarebbero avvenuti.

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