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Via Piave, VivoPaese si arrende: «Ci atterremo alla diffida»

A "Villa La Quiete" arriva la risposta del gruppo che, nelle scorse settimane, aveva distribuito alla cittadinanza un volantino che denigrava l'Amministrazione comunale sulla condizioni di sicurezza della strada, scatenando la reazione di tutta la giunta. Il sindaco Katia Uberti: «La vicenda per il momento è chiusa»

«Ci atterremo alla diffida impostaci e ci rimettiamo alle decisioni del Sindaco e del Comune affinché il tratto di strada in oggetto della petizione venga messo in sicurezza». Questa è la risposta del gruppo VivoPaese alla lettera di diffida, inviata attraverso il legale dell'Amministrazione, relativa ad un volantino che, nelle settimane scorse, era stato distribuito a tutti i residenti della zona di Via Piave e in cui si sosteneva che «su Via Piave il Comune non risponde a 500 cittadini». La petizione sosteneva che la strada provinciale era particolarmente pericolosa e che il Comune, malgrado le osservazioni dei cittadini, non aveva dato alcun riscontro.

Ma già nell'agosto del 2021, ovvero un mese dopo la presentazione della petizione, il sindaco Katia Uberti aveva informato la Provincia sul contenuto di una lettera sulla situazione della via e nell'ottobre del 2020, quindi oltre un anno prima della presentazione della petizione, la giunta di Paese aveva approvato il progetto di fattibilità per la realizzazione di un percorso protetto, oltre a predisporre una serie di controlli potenziati da parte della Polizia Locale sugli eccessi di cui si renderebbero protagonisti gli automobilisti di passaggio, mettendo a rischio l'incolumità soprattutto dei bambini della scuola elementare di Treforni. Così l'Amministrazione comunale aveva inviato una diffida ufficiale al gruppo, nella quale veniva ipotizzata anche l'eventuale ricorso ad una causa penale per diffamazione dal momento che tutte le iniziative prese erano note al momento della diffusione del volantino, che quindi avrebbe denigrato senza ragione la giunta.

«Per quanto ci riguarda - ha detto il Sindaco di Paese Katia Uberti - la vicenda per il momento si chiude così, tanto più che il gruppo riconosce la maggior presenza degli agenti della Polizia Locale sui luoghi interessati dalla petizione. Quello che non ritenevamo e continuiamo e considerare accettabile è che il tono e i contenuti del volantino, a cui è stata data comunque una pronta risposta con una comunicazione ai residenti che illustra la vicenda e le azioni che sono state intraprese, era palesemente diffamatorio non riportando correttamente l'iter da noi seguito per affrontare il problema. Qui il punto non è la "libertà di parola" ma la correttezza delle informazioni: dire infatti che l'Amministrazione non vuole rispondere ai cittadini è palesemente falso».

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