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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Carcere minorile, Fp Cgil: «Manca personale, migliorabile la sicurezza»

Venerdì 22 ottobre la visita della delegazione nazionale e regionale al penitenziario trevigiano. Incertezze sul futuro dei servizi educativi. I lavoratori: «Carichi di lavoro eccessivi per sopperire alle mancanze di organico»

I lavoratori del carcere minorile di Treviso lamentano carichi di lavoro eccessivi per sopperire alle croniche mancanze di organico. Quadro gestibile, invece, nel carcere principale ma con evidenti margini di miglioramento per quanto riguarda la sicurezza.

Questa, in estrema sintesi, la fotografia scattata dalla delegazione sindacale, composta da Stefano Branchi, coordinatore nazionale Fp Cgil Polizia Penitenziaria, Carla Ciavarella, coordinatrice nazionale Fp Cgil Direttori degli Istituti Penitenziari, Franca Vanto, segretaria regionale Fp Cgil Veneto, e Giampiero Pegoraro, coordinatore regionale Fp Cgil Veneto Polizia Penitenziaria, e accompagnata dalla segretaria generale Fp Cgil Treviso Marta Casarin - in visita questa mattina alla Casa Circondariale e Istituto Penitenziario di via Santa Bona a Treviso.

«Emerge un quadro sostenibile, retto dalla professionalità e dall’impegno del personale del carcere - hanno dichiarato i membri della delegazione - non riscontriamo infatti grandi criticità, piuttosto margini di miglioramento per quanto riguarda la sorveglianza e la sicurezza dei lavoratori. Ovvero si vede necessario un investimento sui dispositivi di video sorveglianza, oggi carenti in alcune aree della struttura carceraria, al fine di aumentare i controlli. Nella sezione penale, inoltre, una postazione non garantirebbe sufficientemente la sicurezza del personale e per questo sarà chiesto alla direzione di spostarla e adottare misure adeguate». Diversa, invece, la situazione dell'istituto penitenziario minorile: Pesanti le carenze di organico civile, in particolare per l’area pedagogica, con ripercussioni in termini di carichi di lavoro per il personale - ha sottolineato la delegazione - Dopo decenni di lavoro educativo nel costruire progetti di rilievo nazionale in ambito scolastico, socio-sanitario e con il terzo settore, la scarsa attenzione posta dalla direzione dell’Ipm ha portato a una condizione di criticità nella gestione del servizi e di sofferenza dei lavoratori e lavoratrici, gettando grande insicurezza sul prossimo futuro. Chiediamo, inoltre, anche di migliorare la comunicazione tra il carcere e la rete territoriale delle sedi periferiche» concludono.

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