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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Siccità in Veneto, pronto il piano degli interventi: dal Governo 5 milioni

Luca Zaia, commissario per la crisi idrica a livello regionale, ha inviato a Roma il piano degli interventi in programma. Priorità alle opere per fronteggiare la risalita del cuneo salino nei fiumi Po e Livenza

Il presidente Zaia ha inviato in queste ore a Roma il piano con il dettaglio dei primi interventi per far fronte all’emergenza idrica in Veneto. Gran parte del primo investimento, 4milioni e 800mila euro assegnati dal Governo, è legato ad interventi per fronteggiare la risalita del cuneo salino nel fiume Po e nel Livenza, che stanno provocando danni seri ai territori circostanti.

Il Livenza

La siccità accentua la risalita del cuneo salino lungo il fiume Livenza, corso d’acqua che storicamente non aveva mai risentito di questa problematica, mettendo a rischio anche il prelievo per uso idropotabile all’impianto Veritas di Boccafossa che serve le utenze turistiche di Caorle ed Eraclea oltre che alcune località interne degli stessi comuni e del comune di Torre di Mosto.
Nei giorni scorsi si sono attivate le squadre del Consorzio di Bonifica Veneto Orientale, quelle di Veritas, la protezione civile Ana di Verona, quella di Torre di Mosto e quella di Meolo e Piave Servizi, quest’ultima fornendo un chilometro di tubazioni flessibili. Il Consorzio di Bonifica Veneto Orientale, in particolare, con specifiche installazioni, sta rendendo possibile il prelievo di emergenza dal Canale interno Brian in luogo di quello originario dal Livenza, minacciato dalla salinità. Il canale consorziale Brian, realizzato più di 100 anni fa, gestito a supporto dell’irrigazione del territorio in destra Livenza, è alimentato con acque derivate dallo stesso fiume in località Albano di Motta, posizione molto più lontana dalla costa, ed è protetto dalla risalita della salinità grazie ad uno specifico sbarramento situato allo sbocco nel canale Revedoli. In via provvisoria è stata realizzata una stazione di pompaggio con relativo sistema di condotte che alimenta il potabilizzatore di Boccafossa in alternativa al sifone dal fiume Livenza; questa rimarrà attiva fino al ripristinarsi delle condizioni di sicurezza rispetto all’elevata salinità nel fiume. Con questa azione di stretta collaborazione fra Enti, si è potuto ovviare ad una situazione di forte criticità che avrebbe fortemente penalizzato le comunità locali e l’importante economia turistica.

I sistemi consorziali per l’irrigazione di vaste aree coltivate che attingono da questo fiume per prevenire una estesa situazione di desertificazione, stanno ora operando ad una capacità attorno al 40-50% di quella assentita dai disciplinari di derivazione; ciò nonostante il fenomeno è in continua crescita. Ad accentuare la situazione è senz’altro la sospensione unilaterale, senza alcun confronto con il Consorzio, delle restituzioni in Livenza di acque provenienti dal sistema idroelettrico afferente al Lago di Santa Croce, previste già dalle disposizioni di compensazione definite più di cento anni fa. Si parla di 13,3 metri cubi al secondo che dal sistema del Fadalto dovrebbero essere restituiti in Livenza a valle di Sacile.

Il piano

Il dottor Nicola Dell’Acqua, avvalendosi delle strutture tecniche di Viveracqua e degli enti e delle amministrazioni coinvolte nell’emergenza, ha declinato puntualmente i primi interventi emergenziali già in parte portati a termine e in corso di realizzazione per tentare di arginare l’emergenza siccità di questa estate. «Si tratta solo di un primo atto dove puntualizziamo le azioni di prima emergenza - sottolinea Zaia in qualità di Commissario straordinario per il Veneto -, seguiranno indicazioni dettagliate di tutte le opere che vogliamo mettere in atto per far sì che in futuro possiamo essere nelle condizioni migliori per affrontare l’eventuale nuova crisi idrica». Questi i principali interventi previsti dal piano, il resto degli importi stanziati è relativo a interventi in emergenza su sorgenti e pozzi, forniture idriche con autobotti e dissalatori, in tutte le province:

  • Interconnessione tra la centrale di Ponte Molo (RO) e il Mosav, che garantisce la potabilizzazione dell’acqua senza dover ricorrere al prelievo dal fiume Po (2.800.000 euro).
  • Stabilizzazione della condotta del canale Brian a Torre di Mosto (VE) per garantire acqua potabile a Caorle (300mila euro)
  • Attivazione del pozzo a Camazzole (28mila euro)
  • Terebrazione nuovo pozzo Marcesina (VI) (77mila euro)
  • Intervento su sorgenti Crespadoro (VI) (250mila euro) 
  • Riattivazione pozzo Lazise (VR) e interconnessione (57mila euro)
  • Interconnessioni Arzignano (VI) (123mila euro)

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