Piave Servizi, 31 milioni di euro per gli acquedotti nei prossimi tre anni
Maxi investimento previsto dal nuovo piano industriale, presentato mercoledì 7 luglio alla presenza di tutti i dipendenti: gli interventi miglioreranno le performance di appositi indicatori e macro-indicatori in relazione ai progetti di ricerca perdite idriche e riguardanti le interruzioni di servizio
Un investimento senza precedenti quello che Piave Servizi destinerà al sistema acquedottistico del territorio servito nel prossimo triennio. Uno sforzo economico da 31.113.00 di euro, che solamente nel 2021 riguarderà il 51,3% del totale delle somme messe a bilancio. Obiettivo dichiarato: permettere un graduale ammodernamento delle infrastrutture e garantire di conseguenza un miglioramento del servizio erogato, rendendolo maggiormente accessibile e limitando le interruzioni.
Gli interventi si configurano in relazione alla regolamentazione ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), l’autorità preposta a definire gli standard di qualità dei servizi di pubblica utilità. Nello specifico, gli investimenti serviranno a migliorare le performance di appositi indicatori e macro-indicatori in relazione ai progetti di ricerca perdite idriche, compresi ulteriori soggetti della filiera distributiva, e riguardanti le interruzioni di servizio, programmate e non.
Tra gli interventi più significativi, l’ammodernamento delle condotte adduttrici Colle Umberto – San Vendemiano – Castello Roganzuolo – Monticella, per 1.600.000 euro, e San Vendemiano – Codognè, cantiere da 2.500.000 euro: entrambe le opere nel complesso andranno a beneficio di circa 100 mila utenze.
«Nel 2020, vista la congiuntura macroeconomica, si è propeso per un atteggiamento prudente e conservativo, dando la priorità ai lavori più urgenti, per riprendere con interventi più estensivi a partire dalla stagione 2021 – fa sapere il Presidente, Alessandro Bonet – Globalmente risulta apparente come la nostra volontà sia comunque quella di investire risorse sempre maggiori nell’adeguamento complessivo della rete e dei singoli servizi erogati, ponendo gli sforzi economici in continuità con gli obiettivi societari».
Di particolare rilevanza, per un miglioramento del servizio di circa 100 mila cittadini, anche la predisposizione di nuove condotte adduttrici nel sistema Motta – Gorgo al Monticano – Chiarano – Oderzo, intervento a bilancio per 1.500.000 euro, e la realizzazione di una condotta di collegamento tra i pozzi sul lago Morto e la rete di adduzione, ovvero il terzo stralcio del tratto Rindola – Victoria Campus, dal costo di 2 milioni di euro.
L’impegno di Piave Servizi è su tutta la linea e riflette il cambiamento stesso dell’intero comparto del Servizio Idrico, sollecitato a 360 gradi da pressioni e propulsioni al rinnovamento. Qualche esempio? Nuove disposizioni normative, nuovi standard ARERA da rispettare, un’Agenda Onu 2030 onnipresente negli obiettivi societari, l’introduzione del parametro Carbon footprint e una comunicazione sempre più social.
«La stessa pandemia da Covid 19 è un esempio – entra nel merito Bonet – La crisi sanitaria ha portato un aumento dei consumi domestici e una diminuzione di quelli industriali. Un maggiore livello di smart working potrà avere anche un impatto sulle aspettative di continuità del servizio: infatti, con un numero maggiore di persone a casa, le interruzioni sulle utenze domestiche in orario lavorativo saranno più visibili, in quanto le persone passeranno più tempo nella propria abitazione. Non a caso stiamo identificando gli sforzi per garantire una maggiore continuità del servizio e abbiamo recentemente avviato un ufficio Risk Management, molto utile in questa prospettiva».
Da qui, la decisione di Piave Servizi di adottare il nuovo Piano Industriale, presentato martedì 7 luglio alla presenza di tutti i dipendenti, nella splendida cornice di Casa Vittoria, a San Polo di Piave. Un documento dalla portata rivoluzionaria per la società, che servirà a governare questo momento di transizione anziché subirlo.
«Per surfare sulla cresta dell’onda del cambiamento, invece di farci travolgere, abbiamo incrementato notevolmente il piano degli investimenti. In questo senso, secondo le indicazioni ARERA, ci stiamo muovendo verso i 100€/abitante, somma dettata principalmente dalla necessità di rinnovare le infrastrutture vetuste, di estendere il servizio di fognatura e depurazione nelle aree attualmente sprovviste e di mantenere adeguato il trattamento delle acque alle normative sempre più stringenti. Tutto ciò, ovviamente, comporta un aumento della complessità gestionale e di conseguenza richiede il miglioramento delle capacità dell’organizzazione»: chiude Bonet.