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Piazza Borsa piena di manifestanti per il presidio a sostegno della Palestina

Lunedì 17 maggio grande partecipazione alla mobilitazione organizzata da Rete Studenti Medi a cui hanno aderito anche sindacati e le associazioni  Anpi e Giovani Musulmani d’Italia

Piazza Borsa a Treviso gremita di manifestanti nel pomeriggio di lunedì 17 maggio. La manifestazione "(R)esistere" organizzata da Rete Studenti Medi in segno di vicinanza al popolo palestinese ha visto la partecipazione di centinaia di persone.

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Unanime lo slogan dei manifestanti scesi in piazza: "Palestina libera". «Israele è tornato a bombardare i territori di Gaza, uccidendo brutalmente ogni giorno civili e perpetrando crimini di guerra - commentano i manifestanti - Condanniamo gli atti di violenza e di abuso di forza perpetrati contro legittimi abitanti della Palestina: non si tratta di una questione religiosa, bensì politica. Davanti a queste evidenti violazioni dei diritti umani non possiamo rimanere indifferenti e girare la testa dall’altra parte, il popolo palestinese ha bisogno della nostra completa solidarietà». Oltre a molti studenti alla manifestazione hanno preso parte al presidio: la Cgil di Treviso, Anpi, Giovani Musulmani d’Italia portando il loro contributo e la propria visione all'iniziativa.

Presente anche la Comunità Palestinese del Veneto: queste le parole e le richieste di Nabeel Barhoumeh e di tutta la comunità: «Davanti ad una tragedia di questa portata, che ha prodotto in questi pochi giorni centinaia di morti e migliaia di civili feriti innocenti noi chiediamo in primis alle istituzioni di intervenire concretamente per bloccare questa guerra assurda e di porre fine immediata dell’assedio di Gaza. Ma non solo, anche di riconoscere lo stato Palestinese libero, democratico, laico e sovrano, con capitale Gerusalemme est, nel rispetto del diritto internazionale e delle risoluzioni dell’Onu, sospendere gli accordi militari con l’Israele e fermare le forniture di armi, bloccare la politica israeliana indirizzata alla pulizia etnica e la deportazione dei Palestinesi come è accaduto per l’ennesima volta al quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme. É necessario bloccare i nuovi insediamenti illegali su tutto il territorio Palestinese e impedire la profanazione di tutti i luoghi Sacri, distruggere il muro costruito dall'Israele che ha creato divisione e consolidato un sistema di apartheid contro la popolazione palestinese».

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