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Piazza Fontana, Treviso premia il testimone Guido Lorenzon

Toccante cerimonia all'auditorium del museo di Santa Caterina per il cinquantesimo anniversario della strage in cui persero la vita 17 persone e ne restarono ferite 88

Guido Lorenzon, il testimone che per primo consentì alla magistratura di accertare il ruolo di Giovanni Ventura e Franco Freda nella strage di piazza Fontana del 1969, ha ricevuto dalle mani del sindaco di Treviso, Mario Conte, una pergamena e lo stemma ufficiale della Città di Treviso per il valore civile della sua testimonianza, oggi rivolta soprattutto ai giovani per far conoscere la verità su questa tragica pagina della storia d'Italia.

La cerimonia è avvenuta a Santa Caterina in apertura della giornata dedicata ai 50 anni dalla strage che, il 12 dicembre 1969, uccise 17 persone ferendone altre 88. Una giornata rivolta soprattutto alle scuole: erano presenti infatti 230 studenti del Liceo Canova e del Liceo Artistico cittadino, che hanno potuto ascoltare il “Racconto civile” che Guido Lorenzon, insieme al giornalista Daniele Ferrazza, ha dedicato alle vicende che lo videro testimone nella tragica vicenda giudiziaria. In apertura, i saluti istituzionali del prefetto, Maria Rosaria Laganà, che ha ricordato l’attentato sottolineando il ruolo della collaborazione tra i cittadini e le Istituzioni.

Quindi gli studenti hanno assistito al reading teatrale nel quale è stata ricostruita l’intera vicenda: dallo scoppio della bomba agli attentati che l’avevano preceduta, dai primi arresti degli anarchici – che risultarono estranei - sino all’arresto di Freda e Ventura che, condannati in primo grado all’ergastolo, furono poi assolti in via definitiva dalla Cassazione dall’accusa di strage. Le sentenze successive, tuttavia, dimostrarono la responsabilità di Freda e Ventura: esattamente come aveva intuito e denunciato Guido Lorenzon. Sottolineato anche il ruolo di due magistrati all’epoca in servizio a Treviso: il procuratore Pietro Calogero e il giudice istruttore Giancarlo Stiz. «Abbiamo voluto promuovere questa cerimonia – ha spiegato il sindaco Mario Conte - perché è importante trasmettere la memoria di ciò che è successo e del ruolo che ha avuto Treviso, nel bene e nel male, in questa vicenda. Serve soprattutto alle nuove generazioni. Ci sono bombe che uccidono le persone e ci sono bombe altrettanto pericolose che fanno male: oggi, ad esempio, l’uso delle parole nei social network può essere molto pericoloso. Lo dico per primo alla politica: dobbiamo tutti abbassare i toni e cercare sempre di capire le ragioni degli altri. Grazie a Guido Lorenzon perché con la sua testimonianza civile ha consentito l’accertamento della verità».

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