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Abisso Spaurasso: esercitazione del Soccorso Alpino di Veneto, Trentino e Friuli

Per stimolare la crescita tecnica dei soccorritori, erano presenti all'esercitazione sei speleologi del Soccorso sloveno e tre del Soccorso rumeno

Esercitarsi assieme per affinare le metodologie operative, così da ottimizzare la collaborazione in caso di intervento alle grandi profondità. In quest'ottica si è svolto dal 27 al 29 settembre un addestramento congiunto tra la VI Delegazione speleologica Veneto - Trentino Alto Adige e la II Delegazione speleologica Friuli Venezia Giulia del Cnsas, che ha avuto come teatro delle manovre l'Abisso Spaurasso, che si apre in prossimità di Cima Grappa. Questa cavità, che raggiunge i 600 metri di profondità, è la più importante del massiccio del Monte Grappa e per le sue caratteristiche morfologiche si presenta come un ottimo banco di prova per testare l'operatività delle due Delegazioni vicine. La complessità degli interventi in grotte profonde presuppone, infatti, una stretta collaborazione tra realtà confinanti e, proprio su questa linea, si colloca il rapporto instaurato ormai da anni. Sempre per stimolare la crescita tecnica dei soccorritori, erano presenti all'esercitazione sei speleologi del Soccorso sloveno e tre del Soccorso rumeno, questi ultimi, provenienti dalla regione di Cluj, grazie al gemellaggio in corso da tempo tra il Soccorso alpino e speleologico Veneto e il Salvamont Romania. Coordinate dall'esterno dalla direzione delle operazioni posta a Malga Val Vecia, quattro squadre di recupero in grotta si sono alternate durante l'addestramento, per un totale di una sessantina di tecnici. 

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Particolarmente difficoltoso è stato il recupero nei tratti sub orizzontali dell'abisso, per la presenza di ambienti molto stretti e bagnati, alternati a tratti verticali da attrezzare con corde per sollevare la barella. Il collegamento tra l'interno e l'esterno è stato assicurato da una cavo telefonico steso per l'occasione dalla prima squadra entrata in grotta. L'organizzazione logistica, curata da entrambe le Delegazioni, ha permesso a tutti i tecnici, per i tre giorni di manovre, pasti caldi e tende dove riposarsi. Le operazioni in grotta sono iniziate venerdì alle 12 con l'ingresso della squadra deputata alle comunicazioni, seguita poi dalla squadra provvista dell'attrezzatura necessaria a predisporre il passaggio della barella e da altre tre squadre, nelle ore successive, che si sono alternate nel trasporto. La movimentazione della barella è iniziata alle 20 di venerdì da una profondità di - 550 metri, per concludersi alle 7 di domenica mattina, con il transito nel meandro terminale a pochi metri dall'ingresso della grotta.

È stata un'esercitazione estremamente positiva, soprattutto per l'adozione sul campo dei nuovi schemi operativi e delle tecniche di recupero finalizzati alla riduzione del numero di tecnici presenti in ogni squadra e dei materiali da essi utilizzati: fattori che contribuiscono a diminuire l'esposizione a rischi, riducendo l'affaticamento, determinanti per la risoluzione di interventi complessi in profondità. La presenza di soccorritori di altri paesi europei ha permesso inoltre un proficuo confronto sulle rispettive metodologie d'intervento, creando i presupposti per ulteriori collaborazioni future. In questo senso il Soccorso speleologico del Cnsas si pone all'avanguardia a livello mondiale nell'elaborazione di tecniche, materiali e schemi operativi per rendere sempre più efficaci le operazioni di soccorso in grotta.

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