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Banda di pedofili diffondeva foto e video porno online, indagato un trevigiano

Vasta operazione della polizia postale di Venezia, coordinata dalla locale Procura. Denunciate anche 16 persone tra cui operai, camerieri e impiegati, tutti tra i 23 e i 60 anni. Nella Marca finisce nei guai uno studente universitario di 23 anni

Quattro persone arrestate e sedici denunciate per divulgazione, cessione e detenzione di materiale pedopornografico. È questo il risultato di "Cassandra", una vasta operazione della polizia postale di Venezia, coordinata dal Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia online e dalla Procura di Venezia, con la quale è stata sgominata una rete di pedofili italiani che scambiava su Kik, app di messagistica usata dai più giovani, immagini e video frutto dello sfruttamento sessuale di minori. Tra gli indagati ci sono anche due veneziani, uno residente a Mestre e il secondo nel Veneto orientale, ed un trevigiano. Si tratta di uno studente universitario di 23 anni, M.M..

L'attività di indagine è partita dall'analisi dei dati informatici e delle chat del social network. Gli investigatori hanno isolato le posizioni  geografiche dei singoli nickname e recuperato per ognuno degli utenti il materiale condiviso e gli IP utili per lo svilippo delle indagini e la loro successiva identificazione: si tratta di impiegati, camerieri e operai tra i 23 e gli oltre 60 anni di età. Nello specifico, a finire in manette sono stati un 60enne di Mantova, un 30enne di Brescia, un 40enne di Modena e un 50enne trentino.

Gli agenti hanno sequestrato decine di telefonini e computer, dalla cui successiva perquisizione informatica sono stati trovati i riscontri sul possesso del materiale pedopornografico e la presenza su gruppi social per lo scambio di foto e video. In fase di perquisizione, gli investigatori sono risaliti anche a canali Telegram già noti per lo scambi di materiale pedopornografico o connesso a revenge porn.

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