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Polo Amazon a Roncade: «Qualità occupazionale inferiore alle aspettative»

Venerdì 18 giugno la presentazione a Casa dei Carraresi dello studio di EBiComLab coordinato da Alessandro Minello, con la previsione occupazionale sul polo di Roncade e l’analisi dei vari impatti

Cosa succederà a Roncade quando aprirà il polo logistico di Amazon? Quanti occupati ci saranno? E che impatto avrà il polo di 60mila metri quadri previsto per l’autunno su traffico, viabilità, indotto locale? A queste e altre domande ha provato a rispondere EBiCom, ente bilaterale del terziario della provincia di Treviso che, con il proprio Centro studi coordinato da Alessandro Minello, con la collaborazione della Camera di Commercio di Treviso-Belluno, ha elaborato, tramite un’analisi comparata di sette casi studio nazionali simili, uno studio che chiarisce con numeri precisi le previsioni sui vari impatti del polo Amazon di Roncade.

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Lo studio è stato presentato oggi, venerdi 18 giugno, presso la sala convegni di Casa dei Carraresi da Alessandro Minello, economista e docente, con gli interventi di Adriano Bordignon, presidente di EBiCom, Federico Callegari, responsabile Ufficio Studi Cciia, Mario Conte, presidente di Anci e sindaco di Treviso. Presenti il prefetto di Treviso Maria Rosaria Laganà, molti sindaci del territorio, autorità e i vertici delle categorie economiche e delle parti sociali. Un’iniziativa che ha sollevato l’interesse dell’intera comunità e che giunge nel pieno di un dibattito che coinvolge comitati, associazioni di categoria, istituzioni e l’intera provincia di Treviso, al momento interessata da tre importanti poli logistici: quello di Roncade, oggetto dello studio, definito tecnicamente come centro di distribuzione di circa 60mila metri quadri di superficie coperta, quello di smistamento nell’area ex Scardellato a Treviso, in zona Le Stiore, di circa 5mila metri quadri, e quello di Riese Pio X, sempre destinato allo smistamento, di circa 4.500 metri quadri. A questi si aggiungeranno altre due cubature molto impattanti: il grande polo logistico di Casale sul Sile, a pochi chilometri da Roncade, che riguarda un’area di 500mila metri quadri, al momento di interesse per grandi player, e Montello Hill, a Montebelluna, vicino al casello della Pedemontana, il più grande centro commerciale del Veneto orientale che coprirà una superficie complessiva di circa 24mila metri quadrati. Quattro le strade principali interessate: il Terraglio, la Treviso Mare, la Feltrina e la Pedemontana. «La Pedemontana, collegando rapidamente Montebelluna con Riese e Vicenza, contribuisce a tessere una fitta rete di poli e di cemento che chiedono - ha affermato il presidente di EBiCom, Adriano Bordignon, in apertura - una visione complessiva, una governance consapevole, un’ottica sovracomunale e regionale, una strategia di approccio globale, con una discesa in campo di tutti i soggetti e delle parti sociali, in vista della tutela dell’interesse collettivo e dello sviluppo razionale di tutto il territorio. Oggi abbiamo dato il via a questo percorso, che passa necessariamente dalla conoscenza dei numeri e dalla contezza di ciò che realmente succederà a Roncade».

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L'impatto occupazionale

È un quadro a tinte fosche, quello che emerge dall’analisi dell’impatto occupazionale, risultato di una approfondita operazione che prende in esame, tramite le comunicazioni obbligatorie fornite alle varie agenzie del lavoro, una stima verosimile dell’occupazione reale prodotta nei centri Amazon di Castel San Giovanni (PC), Passo Corese (RI), Vercelli (VC), Vigonza (PD), Verona (VR), Torrazza Piemonte (TO), Castelguglielmo - San Bellino (RO), simili a Roncade per tipologia di insediamento, dimensioni o caratteristiche territoriali. A fronte delle annunciate 1.400 assunzioni e delle opportunità di carriera offerte, ecco la proiezione economica occupazionale di quanto avverrà a Roncade. Dei 1.400 rapporti di lavoro che Amazon intende attivare nei prossimi 3 anni, si stima che 976 di questi (il 69,7%) sia destinato a cessare, concretizzando un saldo netto di 424 posti di lavoro, pari al 30,3% delle assunzioni promesse. Tra i lavoratori assunti, solo il 18% potrà godere di un posto di lavoro “buono” a tempo indeterminato, mentre l’82% dovrà accontentarsi di forme contrattuali più flessibili, per la maggior parte provenienti da contratti a termine stipulati tramite agenzie di somministrazione (75,5%). Tra gli assunti: il 48,9% sarà costituito da lavoratori under 30 e il 51,1% da over 30; il 64,3% sarà di genere maschile e il 35,7% di genere femminile; il 77,9% avrà cittadinanza italiana e il 22,1% straniera. Le professioni “qualificate” saranno solo il 19,2% del totale, le “semi qualificate” il 43,5% e le “non qualificate” il 37,3%. Lo stipendio netto varierà tra gli 800 e i 1.200 euro, per un costo lordo complessivo che supererà di poco i 1.600 euro. Considerando le aree di provenienza dei lavoratori, solo il 13,7% di essi (192) sarà domiciliato a Roncade, l’8,2% in altri comuni contermini (115), il 45,6% (639) in altri comuni della provincia di Treviso, il 21,6% (303) in altri comuni del Veneto e il 10,8% (151) fuori regione. Uno degli aspetti occulti, ma realistici e molto preoccupanti, riguarda quindi la quota di lavoratori somministrati, che supera ampiamente quanto consentito dalla normativa, perché facilmente aggirabile con la dichiarazione, da parte del lavoratore, dell’inserimento nella categoria svantaggiati per: coloro che non lavorano da più di 6 mesi (disoccupati); persone di età compresa tra i 14 e i 25 anni; disparità di genere o minoranze linguistiche. Un espediente ben conosciuto e messo in pratica dalle Agenzie di lavoro interinale che incide molto sul risultato occupazionale.

«Nell’insieme - commenta Alessandro Minello - dal confronto con gli altri casi nazionali, ci aspettiamo che Roncade si collochi nella media, ma con una qualità occupazionale inferiore alle aspettative. Lo “spiazzamento”, inteso come calcolo di quanti altri posti di lavoro potrà far perdere Roncade nel tessuto imprenditoriale circostante, se ci sarà lo potremo vedere solo tra qualche tempo, ma quello che è certo è che lo scenario occupazionale che si prospetta evidenzia un lavoro in gran parte dequalificato, prevalentemente maschile, molto ripetitivo, giovane e tuttavia con scarse prospettive di carriera, con turnover elevatissimi, con una quota molto alta di flessibilità (in un caso si raggiunge 99% delle assunzioni) e che diventa precariato nel momento in cui la trasformazione dei contratti flessibili in contratti a tempo indeterminato è quasi nulla. Questo significa che chi nasce precario rimane precario. Inoltre, l’impatto sull’occupazione locale previsto è molto basso, nella media non supera il 15-20% della forza lavoro, con una percentuale importante di occupati da fuori provincia e regione».

Gli altri impatti

Lo studio ha valutato anche altri macro-impatti, come quello territoriale, istituzionale e intersettoriale, altrettanto importanti per avere un quadro complessivo di ciò che possono generare i nuovi colossi della logistica, che stanno dietro ai click di tutti i consumatori che acquistano comodamente su Amazon “qualsiasi cosa”. Nell’insieme dei casi di studio analizzati, gli effetti sulla viabilità non sembrano eccessivamente penalizzanti (vista la vicinanza dei centri ai caselli autostradali e le misure urbanistiche di compensazione adottate, in previsione dell’apertura degli insediamenti), se non per problematiche legate allo stallo dei camion in ingresso (nel caso dei centri di distribuzione) o al via vai continuo di furgoncini per la consegna della merce (nel caso dei centri di smistamento). L’incidentalità è praticamente nulla e il traffico veicolare dei dipendenti, nella norma, non costituisce un ostacolo (gli occupati lavorano su turni, diluendo gli effetti sul traffico, e godono in genere di accessi e parcheggi dedicati). Le maggiori criticità da valutare riguarderanno l’eventuale interconnessione tra il centro di distribuzione di Roncade e quelli di smistamento previsti per il centro di Le Stiore e Riese Pio X. Scarsi i riflessi sulle strutture alberghiere (occupate sporadicamente dai dirigenti che giungono a fare formazione per il personale di Amazon) e ristorative (frequentate quotidianamente dal poco personale fisso dell’insediamento). Scarse o nulle anche le interazioni con l’imprenditoria locale, che solo in pochi casi si avvale dei centri Amazon per la propria distribuzione. In qualche caso possono “generare” aggregazioni con altri marchi commerciali o della logistica, come Leroy Merlin o simili. Le aree oggetto di insediamento sono tutte aree già vocate a tali utilizzi, pertanto non si alza l’indice del consumo di suolo, mentre a volte (come nel caso di Verona), si riutilizzano siti esistenti o dismessi.

I commenti

Il presidente dell Camera di Commercio di Treviso-Belluno, Mario Pozza aggiunge: «Trovo fondamentale l’approccio di sistema che stiamo mettendo in piedi come istituzioni del territorio. L’insediamento logistico di Roncade pone una serie di problematiche che travalicano l’ambito strettamente locale. E dunque bene ha fatto EBiCom e il suo Presidente a realizzare quest’analisi comparativa che mette tutti noi attori di fronte ai diversi impatti che discenderanno dall’insediamento: occupazionali, intersettoriali, di consumo del territorio. Continuo a credere in uno sviluppo coeso e sostenibile, che tuteli l’imprenditoria esistente e la nostra comunità in generale. E dunque credo che la comprensione e condivisione di questi scenari ci metta nella condizione giusta, prima di tutto per fare squadra fra istituzioni ai diversi livelli e competenze. E poi per negoziare con il soggetto investitore, fin dai primi passi dell’iter autorizzativo, tipologia e caratteristiche dell’insediamento compatibili nel medio-lungo periodo con il modello di sviluppo del nostro territorio. Conta governare questo processo di insediamento in tutti i suoi risvolti - conclude Pozza: con uno sguardo preferibilmente provinciale e regionale, e avendo ben chiare la nostra idea di futuro e in che modo con questa idea gli investitori si devono rapportare».

Mario Conte, sindaco di Treviso, conclude: «L’apertura di un polo logistico come quello Amazon rappresenta un tema complesso ed articolato che coinvolge tutti gli attori del territorio e presenta una gestione con le comunità. Si tratta di un processo che deve essere valutato con una visione particolarmente ampia. L’arrivo di un hub logistico, infatti, comporta una serie di conseguenze in termini di viabilità, occupazione e sostenibilità. Una visione sistemica con tutti gli stakeholder permette non solo costruire un dialogo con il privato che investe nel territorio ma anche di promuovere in sinergia iniziative per la sostenibilità ambientale, l’utilizzo di mezzi alternativi alle auto per il trasporto o per la consegna oltreché diritti e garanzie per i lavoratori. Per queste ragioni va affrontato con un dialogo largo e condiviso che veda sindaci, categorie produttive e attori del territorio a confronto»

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