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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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"Premio Segafredo Zanetti - Un libro un film": la vittoria è di Daniele Mencarelli

"Tutto chiede salvezza" è stato proclamato all'unanimità miglior romanzo per l'adattamento cinematografico alla sesta edizione del noto premio asolano

La sesta edizione del Premio Segafredo Zanetti Città di Asolo UN LIBRO UN FILM si conclude con un verdetto unanime delle tre giurie: "Tutto chiede salvezza" di Daniele Mencarelli è stato proclamato miglior romanzo per l'adattamento cinematografico. Tutti concordi sulle potenzialità cinematografiche della storia ambientata in un reparto di psichiatria e che vede protagonisti un gruppo di pazienti sottoposti a trattamento sanitario obbligatorio. «Sette giorni in cui entriamo in un mondo che è un inferno, dove chiunque - medici, infermieri, malati - come recita il titolo, "chiede salvezza". Un racconto vero ma non morboso, narrato in presa diretta ma nobilitato dall'arte letteraria dell'autore, che provoca compassione e partecipazione nel lettore. E anche, perché no, una sana e anarchica allegria. Un film che coniughi Milos Forman e Ken Loach potrebbe restituire l'essenza vera di questa storia, scorretta ma emozionante». Così recita la motivazione della giuria qualificata, composta dalla regista produttrice Antonietta De Lillo, dallo sceneggiatore regista Enzo Monteleone, dalla produttrice e fondatrice di Indigo Film Francesca Cima, dallo sceneggiatore Salvatore De Mola e dallo scrittore e sceneggiatore Roberto Andò.

Nel corso della cerimonia di premiazione, ospitata sabato al Teatro Duse e condotta dalla giornalista Maria Concetta Mattei, è stato consegnato anche il nuovo premio istituito quest'anno per la serie televisiva. La giuria qualificata lo ha assegnato a Paolo di Paolo con "Lontano dagli occhi": «Una storia corale raccontata con lirismo e delicatezza, che parla di paternità e di maternità in modo moderno e controcorrente. Su tutto aleggia una malinconia, una sorta di rimpianto di un tempo passato che viene rievocato attraverso gli eventi dei primi anni Ottanta. Una serie tratta da un romanzo è una bella sfida. Il taglio letterario del romanzo richiede un adattamento libero, che sia però fedele alla profondità dello sguardo, e si inserisce nel terreno fertile e fecondo dei nuovi racconti familiari non convenzionali e non consolatori, come "This is us" e "Big little lies"».

Menzione speciale ad Andrea Donaera, autore di "Io sono la bestia" per "aver attinto alla tragedia greca per raccontare una storia criminale e familiare, in cui l'universo sembra ridotto a un pugno di case e a pochi rapporti tra consanguinei. Un mondo ferino in cui ci si può suicidare per un no o per aver compreso che la propria famiglia è il male, o si può essere torturati e uccisi per aver rifiutato l'amore di un ragazzino che scrive versi. Un romanzo che potrebbe adattarsi in un film o in una serie e conservare la stessa potenza e la stessa poesia, ma non senza un lavoro profondo e massiccio che sappia valorizzare la particolarità della scrittura del romanzo, evitando di cadere in un filone criminale ormai usurato.

La giuria della critica, composta da giornalisti della stampa culturale, ha invece espresso la sua preferenza per la serie televisiva per "Mara" di Ritanna Armeni. «Quest'anno sono stati segnalati tutti libri di valore, non è stato semplice individuare la cinquina. Credo che siamo riusciti a scegliere quelli più vividi, con maggior potenza, crudezza e modernità. Sono romanzi poco consolatori, che raccontano storie di carne e di sangue e che possono prestarsi anche a diventare una serie televisiva, nuova sezione del premio istituita proprio per questa edizione, e che si conferma una decisione al passo con le nuove tendenze» ha commentato Daniela Amenta, giornalista e scrittrice, componente del comitato scientifico che ha selezionato la cinquina finalista.

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