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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Generazioni Z e contrasto della povertà educativa minorile: ecco il progetto Kepler 5-14

L'obiettivo è stato quello di costruire a Treviso una comunità educante inclusiva a 360°

Lo sviluppo delle competenze trasversali, l’approccio laboratoriale e il lavoro a piccoli gruppi in classe, la collaborazione con il Terzo Settore e il territorio: sono questi gli strumenti messi a punto per contrastare la povertà educativa minorile a Treviso grazie al progetto Kepler 5-14. Un modello educativo costruito in 3 anni di lavoro e destinato ad essere adottato anche nel futuro che mette i minori al centro e che martedì 3 maggio viene presentato in un convegno pubblico conclusivo a Palazzo dei Trecento.

Selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, il progetto è promosso dalla cooperativa La Esse, con gli Istituti Comprensivi Coletti, Felisset, Martini, la cooperativa La Solidarietà e l’Università di Pisa, come ente valutatore, in collaborazione con il Comune di Treviso e una rete di 15 partner territoriali. Una sfida condivisa a più voci partita a febbraio 2019 che si chiuderà quest’anno e che non si è fermata nemmeno durante la pandemia per creare contesti di vicinanza per i ragazzi in cui ascoltare i loro bisogni, garantendo il percorso scolastico. Dal supporto allo studio delle materie dell’area matematico-scientifica e linguistico-espressiva, alle attività dedicate a teatro e musica, dai laboratori di educazione motoria, giornalismo e di inclusione sociale, all’accoglienza per le mamme: sono 2000 i minori provenienti da 90 classi dei 3 Istituti Comprensivi cittadini raggiunti in 3 anni, con l’impegno di 60 insegnanti, e 7 educatori e il coinvolgimento di 400 genitori.

Un programma di attività dentro e fuori dall’aula, tra incontri, piccoli eventi e 50 laboratori progettati per le diverse fasce di età e con professionisti che hanno reso la scuola il punto di riferimento per bambini e ragazzi. Anche grazie all’apertura pomeridiana di 5 plessi, o alla Biblioteca della scuola aperta in estate, ma anche ai lab di pre-scuola di fine agosto per ritrovarsi e ripartire con compiti e cartella “in ordine”; e ancora i pomeriggi educativi di studio durante l’anno e di supporto alla preparazione dell’Esame di Stato. Ma la scuola diventa anche luogo di incontro per genitori in cui le mamme si possano sentire accolte, con il supporto delle volontarie, per momenti di scambio linguistico e culturale e condividere difficoltà e vissuti, mentre i loro bimbi sono in classe.

Tutto questo è stato possibile dalla connessione tra i 3 Istituti Comprensivi voluta dal progetto Kepler 5-14, dalla volontà comune di trovare spazi di protagonismo per i giovani, grazie alla presenza dell’educatore in classe, riferimento per i minori e le famiglie, e attraverso la continuità educativa dalla scuola al territorio grazie alle associazioni, alle Parrocchie e ai cittadini attivi. "Siamo felici di sostenere un progetto che si è rivelato una reale opportunità per gli studenti in situazioni di fragilità e le loro famiglie con una ricaduta propositiva diffusa", le parole dell'assessore all'Istruzione del Comune di Treviso, Silvia Nizzetto."Kepler ha sostenuto un'azione di supporto alla scuola con una doppia valenza, la prima indirizzata a promuovere situazioni di contaminazione positive, cercando di intercettare i bisogni emergenti, la seconda, altrettanto importante,  nell'impegno volto a rafforzare la rete fra gli  "attori" presenti nel territorio, capaci di generare alternative inclusive e determinanti. In un mondo scuola che vede sempre più aumentare la necessità di dare risposte specifiche e performanti ai singoli casi, tale opportunità risulta una grande ricchezza".

“La prospettiva a lungo termine ha permesso a 3 scuole di quartieri diversi, di lavorare insieme e avviare interventi educativi inediti o di riadattarli in base ai cambiamenti – afferma Lucia Di Palma, coordinatrice del progetto - per garantire esperienze gratificanti per i minori non solo sul piano didattico, ma anche relazionale e espressivo. Per sostenere questo processo la nostra equipe di lavoro ha elaborato un decalogo pedagogico basato sulla centralità dei minori, portatori di difficoltà, ma anche di stimoli e passioni da sostenere. L’importanza di creare setting di gruppo che permettano il confronto con i pari, il sostegno alla motivazione e la connessione emotiva sono la base per costruire una scuola veramente inclusiva e innovativa. I progetti sono costruiti da persone, sono processi di lavoro che generano cambiamenti nei contesti di vita dei minori e delle famiglie. Crediamo in una scuola attenta ai bisogni dei minori, che mette al centro le persone con le loro diversità e specificità lavorando a tutto campo nel territorio.“

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