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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Prosek, Zaia su tutte le furie: «Ciò che sta accadendo è scandaloso»

Il Governatore del Veneto commenta gli ultimi sviluppi sul caso del vino croato in discussione al Parlamento europeo. Rabbia e perplessità anche da Coldiretti e dal mondo della politica veneta

«Se l’Europa cedesse alle richieste croate sulla denominazione Prosek, creerebbe un precedente pericolosissimo per tutti gli altri prodotti tipici. E’ imbarazzante pensare che l’Europa possa autorizzare il termine Prosek, che storicamente identifica la nostra produzione. Ci sono moltissimi motivi per dire no. L'Europa chiuda velocemente questa partita e rigetti le richieste croate. Quello che sta accadendo è scandaloso». Con queste parole Luca Zaia, commenta gli ultimi sviluppi della vicenda Prosek in corso a Bruxelles, con la ricezione di 12 “opposizioni”, inviate in queste ore alla Croazia per le controdeduzioni. Tra i tanti motivi di un no secco al Prosek - conclude il Governatore - c’è una riserva del nome con un decreto del 2009 che firmai quand’ero Ministro, riconosciuto dall’Europa, e c’è il pronunciamento dell’Unesco che, nel 2019, ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità le Colline del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene».

Le motivazioni storiche 

Le prime citazioni del termine “Prosecco”, con riferimento al vino di cui alla relativa Dop risalgono infatti al XIV secolo. In particolare, al 20 settembre 1382 quando la città di Trieste ha siglato un accordo tale per cui, entrando nei domini del sovrano austriaco, si impegnava a consegnare annualmente 100 orne del miglior vino di Prosecco al Duca d’Austria . La dicitura Prosecco ha poi continuato ad essere estensivamente usata nei secoli per indicare lo specifico vino, proveniente dai territori del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia e tale legame storico costituisce, tra l’altro, il fondamento del riconoscimento della DOC Prosecco di cui al Decreto del 17 luglio 2009 del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali di allora, che era proprio Luca Zaia. A tale ultimo riguardo, nelle riprodotte incisioni di rame risalenti rispettivamente al 1585 ed al 1590, la città di Prosecco, situata poco a occidente di Trieste, è denominata Proseck, in ragione dell’assoggettamento, in quel periodo storico, dell’area al dominio asburgico. Invece, la riprodotta carta geografica dell’area friulana, risalente al 1770, anch’essa incisa su rame, e stampata per conto del Governo veneziano, impiega, ordinariamente, la denominazione italiana ‘Prosecco’. Il che, secondo il Veneto, conferma non solo l’omonimia/identità tra i nomi Prosecco e Prosek, ma attesta la risalenza storica del collegamento tra l’area geografica intorno a Trieste e il vino ‘Prosecco’. È, dunque solo a quest’area geografica, del tutto estranea al territorio croato, che può essere ricollegata la storicità della denominazione Prosecco/Proseck.

Gli altri commenti

L'eurodeputato trevigiano della Lega Gianantonio Da Re, aggiunge: «Ho chiesto all’Unione europea più tutele per le denominazioni DOP e IGP. Con la pubblicazione in Gazzetta della richiesta di denominazione "Prosek" la Commissione UE ha creato un pericolosissimo precedente che mette seriamente a repentaglio l'intero sistema delle DOP e delle IGP. Il riconoscimento del vino croato rappresenterebbe una violazione del sistema delle denominazioni d'origine. Non possiamo permetterlo e per impedire questa “truffa”, a danno soprattutto dei nostri produttori veneti, l’Europa deve assumersi l’impegno di rafforzare il sistema delle Indicazioni geografiche che garantiscono l'autenticità, la qualità e la tutela di oltre 3.400 denominazioni di prodotti agricoli, alimentari, vini e prodotti vitivinicoli dell’Unione europea. Nella riforma del sistema delle Indicazioni, la Commissione deve quindi rafforzare le norme che disciplinano le denominazioni, le omonimie e le evocazioni per assicurare la massima tutela a tutte le Dop e le Igp di fronte a qualsiasi tentativo di frode».

Mara Bizzotto, europarlamentare, conclude: «Ancora imbarazzanti silenzi e mancate risposte sui contenuti da parte della commissione europea sulla guerra tra Prosecco e Prosek. Su questa partita la Commissione UE è in evidente difficoltà e questo fa pensare male, dato che la questione è molto chiara e sotto gli occhi di tutti: la richiesta di riconoscimento del Prosek avanzata dalla Croazia è illegittima perché palesemente in conflitto con la Dop Prosecco e con tutte le normative UE che tutelano i prodotti a denominazione protetta. Il Prosek croato è una vera e propria truffa ai danni del nostro Prosecco e di tutto il Made in Italy: la Commissione UE ha il dovere di fare definitiva chiarezza e di rigettare la domanda croata il prima possibile. Siamo stanchi dei giochetti e delle ambiguità della Commissione UE - continua Bizzotto - L’Europa ha tutti gli elementi per dire chiaramente no al Prosek e ai vergognosi tentativi della Croazia di danneggiare il nostro Prosecco che è il vino italiano più famoso e più venduto al mondo. Dobbiamo alzare la guardia perché questa partita sarà ancora molto lunga e piena di ostacoli, con una Commissione UE che sbanda pericolosamente dato che l’iter per il riconoscimento del Prosek non sarebbe mai dovuto iniziare».

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