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Confcommercio: Salvadori chiude un'epoca e mette fine al suo mandato

Quattro messaggi lasciati dal presidente uscente con l’augurio a tutta l'associazione perché possa restare sempre più un “luogo che ispira le imprese” di tutta la provincia

Confcommercio Treviso chiude il suo mandato più importante e ne apre uno nuovo. Martedì 12 marzo Renato Salvadori ha tenuto il suo ultimo discorso pubblico da presidente con la presentazione del bilancio di fine mandato.

A fine marzo subentrerà Federico Capraro, già presidente di Federalberghi, che insieme al nuovo direttore Vincenzo Monaco, guiderà l’associazione trevigiana nel prossimo quinquennio. Lo scorso dicembre era andato in pensione lo storico direttore, Piero Tedesco, che aveva fatto crescere l’associazione in servizi e numero di associati. Ora, per conclusione di  mandato, anche il presidente Renato Salvadori, imprenditore nel settore dei prodotti dell’agricoltura, è stato costretto a lasciare il suo incarico. Entrato come presidente nel 1993, ha svolto una lunga carriera alla guida dell’associazione, interrompendola per il periodo della presidenza del consiglio comunale (2008-2014, anni della presidenza di Pomini) e ritornando come presidente nel 2014, per assicurare, alla data attuale, il necessario “cambio generazionale” e un’associazione forte e salda per “affrontare i venti del cambiamento che muovono il futuro”. Salvadori ha maturato, in questi due intensi decenni, varie esperienze, contribuendo a fondare il Consorzio di promozione turistica Marca Treviso (ora in Piazza Borsa, in Camera di Commercio), l’EbiCom (l’ente Bilaterale con le parti sociali, generatore di una contrattualistica d’avanguardia), la scuola di socio politica Partecipare Il Presente (che ad oggi conta 18 sigle associative) ed ha rappresentato la provincia di Treviso e la categoria per vari anni sia in Camera di Commercio che negli Organismi nazionali di Confcommercio.

L’associazione trevigiana ha una lunga storia di stabilità, motivo per cui “è tra le prime cinque associazioni nel territorio nazionale” per qualità di servizi erogati, progetti e numero di soci. Nei suoi 70 anni di storia, ha avuto infatti tre presidenti: Gino Fantin, Guido Pomini e Renato Salvadori e solo cinque direttori, di cui l’ultimo, Vincenzo Monaco, appena arrivato dalla veneziana Vela spa, a gennaio 2019. Espressione delle categorie economiche del commercio e del terziario, forte di un consenso unanime, Salvadori, originario di Villorba, ha guidato la “trasformazione” dell’associazione che, racchiusa nel logo Ascom-Confcommercio, da “monocentrica” è diventata “policentrica”, rappresentando ora non più solo la maggioranza del commercio tradizionale, ma la grande platea di imprese e partite iva che fanno capo al variegato mondo del turismo, dei servizi, delle professioni. In una parola, l’economia dei consumi e della conoscenza, quella che traina il mercato e si evolve velocemente, che muta e condiziona, che, in sintesi “paga 6 stipendi su 10” e contribuisce alla crescita della società e delle città. Senza commercio le città muoiono. Quattro i messaggi che Salvadori ha voluto riassumere in conferenza stampa, Il primo rivolto alle istituzioni e alla politica. Contiamo: l’economia terziaria paga 6 stipendi su 10 e come tale va valorizzata, chiede strumenti di flessibilità e politiche del lavoro attive, incentivi e sgravi fiscali. Garantiamo una dimensione inclusiva e siamo il vero antidoto ai populismi, una grande palestra di democrazia. Il secondo è  rivolto ai soci, simbolizzato da un recinto disegnato, quasi un appello “siate orgogliosi dell’appartenenza, non è più tempo di correre da soli, occorre fare massa critica e farsi sentire”, l’Associazione è “il filtro” che semplifica la complessità imprenditoriale, risolve i problemi, aiuta ad anticipare tendenze e rivoluzioni. Ad affrontare, senza traumi, il cambiamento. Il terzo lo affida ai social e ad un video messaggio, e si rivolge agli studenti del triennio degli Istituti superiori “che ho avuto il privilegio di conoscere nei percorsi di alternanza scuola –lavoro” . Da “presidente di lungo corso”, ricorda l’I care di Don Milani ed invita i ragazzi ad “interessarsi al mondo, non solo quello della scuola, degli amici, ma quello delle persone che hanno bisogno come il pane della vostra attenzione, a non perdere l’abitudine di sognare, a non chiudersi dietro ai muri, a guardare ciò che circonda con “l’incanto della prima volta” , sottolineando che “è quanto ho fatto io, interessandomi all'associazione, ne sono uscito diverso, sicuramente migliorato”. L’ultimo lo rivolge, (ringraziandoli), ai media ed ai giornalisti, ai quali “ho sempre risposto al cellulare, a qualsiasi ora”. E restituisce una lettura, anzi una “fenomenologia della piccola impresa” che, secondo Salvadori, in questi anni è diventata sicuramente un grande racconto, quasi un’epopea, tra crisi e ripresa, ma soprattutto un linguaggio, costruito, giorno dopo giorno, grazie anche al contributo qualificato dei tanti giornalisti che hanno saputo trasferire, nella cronaca e coinvolgendo i lettori, i tanti tecnicismi, tipo “sistema”, “welfare”, “governance”, “reti e distretti”. Il ringraziamento all'associazione unito all'augurio di rimanere  sempre “un luogo che ispira le imprese” il “laboratorio del nuovo” e quindi il “porto sicuro per gli imprenditori”.

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