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Covid, Zaia: «Un terzo dei veneti vaccinato con almeno una dose»

Martedì 27 aprile il nuovo punto stampa sull'emergenza Covid. A tenere banco l'inchiesta di "Report" sulla sanità veneta: «Chiederemo spiegazioni al dottor Flor»

«Ieri sera non ho visto il servizio sulla sanità veneta di "Report" ma chiederemo senz'altro spiegazioni al dottor Flor sul suo commento fuori onda in merito allo studio del dottor Crisanti».

Test rapidi: lo studio di Crisanti

Luca Zaia inizia con queste parole, martedì 27 aprile, il punto sull'emergenza Covid in Veneto. Al centro dell'incontro il servizio andato in onda lunedì 26 aprile su Rai 3. «Nessuno studio ufficiale sul Covid presentato alla Regione è stato ignorato durante la gestione della pandemia» ha spiegato la dottoressa Russo. A chiarire la posizione della Regione in merito all'inchiesta di "Report" è stata però la dottoressa Ricci: «Lo studio condotto dal professor Crisanti prendeva in considerazione 1.441 persone sottoposte sia a test rapido che a tampone molecolare. In totale lo studio indicava 12 casi in cui il tampone rapido era risultato negativo mentre il molecolare aveva dato esito positivo. Su 12 casi, 8 sono stati sottoposti a sequenziamento completo e in 3 di questi è stata trovata una doppia mutazione della proteina N che potrebbe aver reso impossibile (per i tamponi rapidi) diagnosticare la presenza del virus. Un'ipotesi che finora non è mai stata confermata anche se lo studio di Crisanti sosteneva che l'aumento dei casi di dicembre in Veneto era legato al malfunzionamento dei test rapidi. Nella realtà ci siamo accorti che la mutazione di cui parlava lo studio, già da metà dicembre, in Veneto si era dimezzata. Le conclusioni di Crisanti, quindi, non sarebbero supportate da evidenze scientifiche - conclude la dottoressa Ricci - Faremo ovviamente tutti gli approfondimenti del caso perché è importante capire quali sono le varianti che sfuggono ai test diagnostici, sia rapidi che molecolari. Ad oggi la variante della proteina N di cui parlava Crisanti rappresenta una percentuale bassissima tra i casi presenti in Veneto».

La dottoressa Russo è poi tornata sul sistema di tracciamento del Veneto, criticato da "Report" con la testimonianza di un'operatrice della Regione secondo cui i positivi del Veneto venivano schedati in automatico come "asintomatici" per non far salire l'indice Rt della regione. «Nelle settimane di massima incidenza il numero di casi sintomatici è sempre stato superiore a quello degli asintomatici - spiega la dottoressa Russo - lo confermano i dati che abbiamo inviato all'Istituto Superiore di Sanità. Siamo arrivati al 90% di positivi tracciati. Non esistono schede pre-compilate, la dicitura "asintomatico" appare di default nel nostro software. Spetta poi all'operatore telefonico confermarla oppure no. Il conteggio dell'indice Rt, quindi, non è legato solo al numero di asintomatici o sintomatici, ma da un insieme di molti altri indicatori. Ogni martedì confrontiamo i nostri dati con quelli dell'Istituto Superiore di Sanità. Il tasso di incidenza viene calcolato invece il giovedì mattina. Da parte nostra, quindi, c'è massima trasparenza sulla questione» conclude la dottoressa Russo. 

La variante indiana

«I due casi trovati a Bassano del Grappa non sono collegabili a un'infezione autoctona ma da qualcuno rientrato direttamente dall'India. La buona notizia è che l'abbiamo identificata subito - continua la dottoressa Ricci - L'Italia ha depositato circa 20mila sequenziamenti dall'inizio pandemia. Il Veneto ne ha fatti 2.700. Le mutazioni sono normali nell'evoluzione di un virus. I due casi di Bassano del Grappa sono stati subito messe in quarantena e non hanno trasmesso la variante all'esterno del loro nucleo familiare. La variante indiana ad oggi ci fa pensare che gli anticorpi possano essere meno efficaci nei suoi confronti, come per la variante brasiliana, ma non c'è nessuna prova che questo tipo di virus sia più letale rispetto alle altre varianti. Altre due casi sospetti sono stati trovati in provincia di Venezia in due persone arrivate in Veneto dal Bangladesh. Non sono previsti screening a tappeto sulla popolazione indiana nelle prossime settimane» conclude la dottoressa Ricci.

Il commento di Zaia

«Da lunedì il Veneto è zona gialla: serve la massima attenzione. Le vaccinazioni stanno continuando: un terzo dei veneti ha già ricevuto almeno una dose (22.308 le dosi somministrate nella giornata di ieri). Le prenotazioni per i 60enni aperte ieri sono andate molto bene, nonostante alcuni problemi tecnici legati all'elevato numero di utenti sul sito. Sconsiglio di chiamare il numero verde e di affidarsi al portale online. Sono 603mila i 60enni da vaccinare in Veneto e alle 21 di ieri sera c'erano già 80mila i prenotati. Fino al 19 maggio vogliamo spingere al massimo sulle prenotazioni» conclude il Governatore.

Il bollettino di Azienda Zero

Nelle ultime 24 ore sono 848 i nuovi positivi su 34.910 tamponi fatti per un'incidenza del 2,42%. 1.546 i ricoverati negli ospedali (+6 rispetto a ieri) di cui 218 ricoverati Covid nelle terapie intensive. 22.844 i casi attualmente positivi in Veneto. 36 i nuovi decessi rispetto a lunedì 26 aprile.

Il video della diretta

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