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Resana è senza campane: «Entro Pasqua torneranno a suonare»

Stanno per essere completati i lavori di restauro del campanile, un intervento da oltre 300mila euro. La torre è sistemata ma le cinque campane non torneranno a suonare prima del 16 aprile

Resana è senza campane. I cinque bronzi e il campanile che li sostiene, sono da molti mesi oggetto di un radicale intervento di restauro sostenuto dalla parrocchia e finanziato dalle offerte dei fedeli. Il costo preventivato è di oltre 300mila euro.

Il parroco, però, è certo che il le cinque campane potranno tornare a suonare in occasione della Veglia Pasquale, la notte del 16 aprile. Un momento fortemente simbolico, dopo il lungo silenzio. I lavori di restauro della torre campanaria, alta 47 metri e sormontata da un magnifico tetto a cipolla del tutto atipico in zona, sono già completati per quanto attiene la torre, ancora in attesa però del ritorno delle campane. I due quadranti del grande orologio sono stati riportati all’aspetto che avevano in origine, con le fasce concentriche in blu lapislazzulo e giallo oro scomparse ormai da decenni. Ora che sono state tolte le impalcature attorno alla torre emergono gli interventi fatti di controllo e stuccatura dei paramenti murari che le maestranze specializzate hanno compiuto. Un lavoro rilevante ha interessato la zoccolo portate del campanile. Qui è stato eliminato il brutto rivestimento in cemento, che era stato messo per coprire i mattoni che stavano sfaldandosi. I mattoni perduti o deteriorati verranno sostituiti con mattoni antichi di recupero uguali a quelli perduti. Con questi interventi il campanile di Resana ritroverà, dopo decenni, l’aspetto che lo faceva un tempo oggetto di ammirazione. Al loro rientro le campane troveranno un nuovo castello che le sosterrà, fatto secondo le nuove tecnologie che andranno ad ammortizzare il movimento evitando così di gravare sulla struttura del campanile.

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In questi mesi, le cinque campane calate dalla torre, sono state, a loro volta, sottoposte ad una straordinaria manutenzione. La maggiore, fessurata, è stata affidata a degli specialisti che sono riusciti a ricompattarla. Per la seconda (in ordine di grandezza e peso) non c’era più nulla da fare, se non rifonderla.  Della fusione si è occupata una straordinaria, antichissima fonderia austriaca, la Grassmyer di Innsbruck. «Con molta emozione - conclude il parroco, don Denis - con alcuni parrocchiani ho potuto assistere alla fusione della nostra campana. Insieme con me erano presenti un pope ortodosso e un pastore luterano, anche loro in attesa della fusione di una campana per i loro campanili. Il bronzo fuso che vedevamo entrare nei tre stampi ha dato forma e vita alle nuove tre campane. Al momento della fusione il Mastro Campanaro ha chiesto a tutti noi di recitare insieme, ciascuno nella propria lingua, il Padre Nostro. Ed è stato un momento di unità di fede che mi conserverò sempre tra i ricordi più cari».

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