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Attualità Castelfranco Veneto / Via Ospedale, 12

Allarme rincari per le case di riposo: «Aumenti fino a 1,5 milioni di euro»

Luce e gas ma anche alimentari, manutenzione e lavanderia i settori che registrano aumenti vertiginosi. Grido d'allarme da Centro Sartor, Casa Marani e Istituto Bon Bozzolla: «Subito aiuti dal nuovo Governo»

Archiviata l'estate, le case di riposo della provincia di Treviso si apprestano ad affrontare l'autunno/inverno con la preoccupazione dei rincari esorbitanti sui costi delle bollette. Una situazione di totale emergenza che ha portato le principali Rsa della Marca a lanciare in queste ore un accorato appello al nuovo Governo che verrà eletto dopo le elezioni di domenica 25 settembre.

Centro Sartor

Tempo di bilanci al centro servizi alla persona "Domenico Sartor" di Castelfranco Veneto che, come diverse altre strutture di assistenza agli anziani del territorio, si trova a fare i conti con i vertiginosi aumenti delle utenze di elettricità e gas. Un problema che ricade a cascata anche sui suoi fornitori, costretti a rincari che pesano anche al 30% in più sul bilancio della struttura di via Ospedale. Gli attuali fornitori del centro servizi Sartor hanno già chiesto una revisione dei contatti in essere del 30% in più per quanto riguarda la ristorazione, la lavanderia e il servizio di pulizia. Dati odierni alla mano, il confronto con la chiusura di bilancio del 2020 (quale anno di riferimento) è per alcune categorie impietoso. La proiezione sulla fine del 2022 delle sopracitate spese alberghiere vede una perdita economica di 455.595 euro rispetto alla fine dell’esercizio 2020, cui si aggiungono 92.912 euro di costi sanitari. Anche la manutenzione lascia già intendere rincari dal 20 al 30% in più sul 2020 con una spesa prevista di 330mila euro alla fine dell’anno in corso. Questi rincari si aggiungono a quanto già segnalato dal Centro Servizi Sartor in merito a luce, gas e acqua, che nell’insieme prospettano una perdita in termini assoluti di 473.781 euro, sempre relazionati alla fine del 2020. Nell’insieme l’aumento presunto delle spese nel bilancio 2022 è di 1.422.000 euro rispetto alla chiusura d’esercizio del 2020, e quindi con una stima di 14 euro di perdita per ogni giornata di degenza per ogni ospite.

«Proprio come famiglie e imprese, anche realtà come la nostra si trovano a fronteggiare rincari mai visti nelle forniture - spiegano il presidente e la direttrice del Sartor di Castelfranco Veneto, Maurizio Trento ed Elisabetta Barbato -. Il riscaldamento non può essere abbassato negli ambienti dove soggiornano gli anziani e le persone disabili, né si possono prevedere risparmi energetici in ambienti che hanno caratteristiche assistenziali e sanitarie, di fatto siamo dei piccoli ospedali; i nostri costi sono destinati alla promozione della salute, alla qualità dell’assistenza e al benessere dei nostri ospiti fragili. La persona viene prima di tutto e per la sostenibilità dell’Ente dobbiamo ripensarne la gestione, per esempio sul tema delle energie rinnovabili e anche sul riscaldamento degli ambienti comuni con le stufe, che consentono un riscaldamento a basso costo e indipendente dal gas. A fronte del nostro impegno costante auspichiamo però che la politica non ci lasci soli in questo delicato momento e provveda con un intervento deciso e tempestivo, per esempio con significativi contributi per l’installazione di impianti fotovoltaici con accumulatori, e con la previsione di un credito d'imposta rispetto ai maggiori consumi energetici».

Casa Marani

Non solo il caro bollette. A Casa Marani, secondo centro servizi per numero di assistiti nella provincia di Treviso, le ricadute negative della crisi energetica incidono pesantemente anche sui costi delle forniture e dei servizi per le attività di cura e assistenza degli oltre 200 ospiti dell’Ipab. Rincari che, per i primi 8 mesi del 2022, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno superano nel complesso la cifra di 25mila euro, tra il servizio di ristorazione (+3%), gli ausili e presidi per l’incontinenza (+7%), l’igiene personale (+11%) e la lavanderia (+4%). Ma le richieste di revisione prezzi proseguono, in parallelo ai maggiori oneri a loro volta sostenuti dai fornitori, e il trend è destinato a un’evoluzione ancora più critica. Un incremento di oltre 25mila rispetto al 2021. È salato il conto giunto a Casa Marani nei primi 8 mesi del 2022 per i servizi erogati all’Ipab dai fornitori. Aziende del territorio che provvedono per le tre sedi di Villorba, Paese e Povegliano, alla fornitura di beni e prestazioni essenziali per la cura e l’assistenza degli oltre 200 ospiti di Casa Marani. Dalla ristorazione fino al lavaggio e disinfezione di indumenti e biancheria, ma anche la lavanderia per le divise del personale e l’approvvigionamento di ausili per incontinenza e prodotti per l’igiene personale. Forniture che, se nei primi otto mesi del 2021 pesavano sul bilancio dell’Ente per un totale di 685mila euro, per il periodo gennaio-agosto 2022 hanno toccato la cifra di oltre 710mila euro. Un’ulteriore stangata per l’Ipab, già alle prese con i costi dell’energia quasi quadruplicati rispetto al 2021, che mette sempre più a rischio il futuro dei servizi erogati alla comunità e al territorio.

Daniela Zambon presidente Casa Marani-2

«Viviamo un’emergenza nell’emergenza in quella che appare a tutti gli effetti una tempesta perfetta - afferma Daniela Zambon, Presidente di Casa Marani -. Oltre a vederci quadruplicare le spese delle bollette, passate a luglio dai 19mila euro del 2021 agli oltre 91mila euro ivati del 2022, ora i conti presentati dai fornitori in questi primi otto mesi dell’anno mostrano rialzi considerevoli. Ma le previsioni per i prossimi mesi sono ancora più critiche, in quanto le imprese sono in gravissima crisi e difficoltà, e ora rilanciano ulteriori richieste di adeguamento prezzi causate dall’impennata dei costi di gestione delle attività produttive che fanno massiccio ricorso alle utenze di luce e gas, come ad esempio il lavaggio della biancheria. I conti che verranno presentati nelle prossime settimane alle strutture saranno ancor più pesanti. Una spada di Damocle che pende sul bilancio dell’Ente e dunque sulla continuità dei servizi che offriamo al territorio, anche in convenzione con i Comuni. In questa congiuntura economica e sociale, già di per sé difficile per le famiglie, un aumento delle rette è fuori discussione. Ai candidati alle elezioni politiche di domenica nel nostro territorio, chiediamo di farsi portavoce del grido di allarme che viene da tutte le strutture come la nostra affinché il prossimo Governo intervenga subito. Le nostre comunità - conclude Zambon - non possono permettersi che venga a mancare un presidio fondamentale per il welfare territoriale come quello offerto dai centri servizi alle persone anziane e con fragilità».

Bon Bozzolla

Rincari fino a +30%: pesano come macigni gli aumenti per le spese delle forniture rilevati dall’Istituto Bon Bozzolla nei primi 8 mesi del 2022. Rispetto allo stesso periodo del 2021 cresce di quasi 40mila euro il conto di beni e servizi presentato dai fornitori all’IPAB di Farra di Soligo. Un rincaro pari in media all’11% che, nel dettaglio, supera di un terzo quello dell’anno precedente nel caso dell’approvvigionamento di beni essenziali quali i prodotti per l’igiene personale. Nei primi otto mesi del 2022 cresce di quasi 40mila euro il totale delle spese delle forniture all’Istituto Bon Bozzolla, passate da un conto totale di 362mila euro del periodo gennaio-agosto 2021 agli oltre 402mila euro delle medesime mensilità dell’anno in corso. Un incremento che segna in media + 11% per i servizi prestati dai fornitori, ma che vede nel dettaglio picchi di crescita pari a un terzo della spesa sostenuta dall’Ente nello stesso periodo dell’anno precedente, come nel caso del conto per i prodotti per l’igiene personale (+30%). Rincari considerevoli che, anche se più contenuti, colpiscono le altre voci delle spese per le forniture, comprensive dei costi per i generi alimentari (+20%) e per i servizi di pulizia (+11%).

Isabella Paladin presidente Bon Bozzolla-2

«Siamo di fronte a rialzi soffocanti che pesano, pietra su pietra, come un macigno sul nostro bilancio - le parole della presidente del Cda del Bon Bozzola, Isabella Paladin –. È sicuramente un duro colpo per una struttura come la nostra dopo gli importanti investimenti effettuati, tra gli altri, per l’efficientamento energetico. Interventi che ci hanno permesso di fare scudo contro il rialzo dei costi dell’energia. Ora, nonostante tutto l’impegno profuso, l’ingente rincaro dei costi per le forniture crea preoccupazione in merito alla sostenibilità economica e finanziaria dei servizi erogati al territorio. Ed è un rischio, quello che viviamo all’Istituto Bon Bozzolla, così come negli altri centri servizi, che non possiamo permetterci. Per questo, per continuare a garantire la qualità dei servizi di cura e assistenza alle persone anziane con fragilità - conclude Paladin - chiediamo a chi si appresta a governare il Paese un intervento urgente. Ne va del futuro delle nostre comunità».

Villa Fiorita

Oltre al caro energia che pesa quotidianamente sulle attività dell’ente, l'Ipab Villa Fiorita di Cornuda denuncia un’altra problematica a esso correlata: l’aumento dei costi delle forniture. Alimentari, prodotti per l’igiene e la pulizia e lavanderia sono le principali categorie interessate e che fanno registrare a Villa Fiorita nel periodo gennaio-agosto 2022 un rincaro complessivo di quasi 30mila euro rispetto allo stesso periodo del 2021. I dati evidenziati dall’ente di via Zilio destano un’inevitabile preoccupazione, condivisa da molti altri centri di servizi per anziani della Marca e non solo. Rispetto a gennaio-agosto 2021, nel 2022 Villa Fiorita denuncia un aumento del 40% sui costi della lavanderia e dei materiali per la pulizia, del 44% sui prodotti per l’igiene e i materiali per l’incontinenza come i pannoloni, mentre sale addirittura al 100% per quanto riguarda gli alimenti necessari alla preparazione dei pasti serviti agli ospiti della struttura. Nell’insieme significa per Villa Fiorita un aumento di spesa di 29.130,88 euro rispetto a quanto pagato per lo stesso periodo del 2021. La revisione dei contratti di approvvigionamento diventa così per i centri servizio per anziani l’ennesima emergenza da fronteggiare oltre alle bollette molto più salate delle utenze di luce e gas segnalate nelle scorse settimane da molti direttori e presidenti delle Ipab.

Villa Fiorita_Elisa Moretto sx e Tania Santi dx-2

«I nostri anziani non devono essere lasciati soli - dichiarano la presidente di Villa Fiorita Elisa Moretto e la direttrice Tania Santi -. Siamo consapevoli del fatto che i nostri fornitori - proprio come noi - si trovino in gravi difficoltà con le proprie utenze di luce e gas e che questo comporti una revisione dei contratti in essere con il nostro ente. Quello che auspichiamo è un intervento da parte del governo per sostenere le famiglie e le imprese, ma anche tutti gli enti come il nostro che si occupano delle persone più fragili».

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