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Saldi estivi al via, Federmoda: «Saranno i più importanti degli ultimi dieci anni»

Il commento del presidente provinciale, Guido Pomini: «Si stima una spesa per famiglia di circa 170 euro, leggermente in crescita rispetto al passato. Serve patto simbolico tra domanda e offerta»

Inizieranno sabato 3 luglio e si concluderanno il 31 agosto i saldi estivi nella Marca, anticipati in molti casi da vendite promozionali. Quest'anno la Commissione attività produttive della Conferenza delle regioni ha voluto uniformare la data di inizio per tutta Italia. Per Federmoda nazionale, con la data unica, «si è voluto rispondere all’esigenza di riequilibrare un mercato condizionato dai lockdown e di evitare ulteriori confusioni tanto ai consumatori quanto agli operatori del dettaglio moda. Un comparto che - sempre secondo i dati nazionali - risulta pesantemente vessato dalle chiusure imposte per decreto, nel bel mezzo della primavera, che deve fare i conti con ordini effettuati dieci mesi prima e prodotti che, se non venduti entro la stagione, sono suscettibili a notevole deprezzamento. I saldi seguono le normali regole, prima fra tutte il rispetto del distanziamento sociale, l'obbligo di mantenere la mascherina nel negozio e la disinfezione delle mani.

Per il presidente provinciale di Federmoda Treviso, Guido Pomini: «Molti commercianti avrebbero preferito una data di inizio decisamente posticipata così come era avvenuto lo scorso anno, ma alla fine è prevalsa la data unica di partenza, nel rispetto del consumatore che vede in questo modo la medesima opportunità in tutta Italia. Saranno i saldi più importanti degli ultimi 10 anni. La crisi da pandemia della filiera della moda, è stata certificata in questi giorni dall'intenzione del Governo di mantenere solo per questo settore il divieto di licenziamento. Questo significa che i consumi del comparto Moda fanno fatica a ripartire e certifica indirettamente l'assoluta insufficienza dei ristori fino ad ora ricevuti. Anche per questo motivo - prosegue Pomini - un buon Saldo potrebbe dare fiato e prospettiva ai negozi della moda che ormai da tre stagioni hanno visto gli incassi ridotti mediamente di un terzo. Si stima una spesa per famiglia di circa 170 euro, leggermente in crescita rispetto al passato (due anni fa erano 100 euro), ma azzardo a sperare che la voglia di acquisto legata al ritorno alla socialità e alle vacanze, possa spingere questo dato ben oltre quella soglia. Sarà necessario dal 3 luglio stringere un patto simbolico tra domanda e offerta che veda la convenienza sul prezzo in equilibrio con le aspettative di ambo le parti. Sconti troppo bassi potrebbero non trovare una domanda adeguata, ma viceversa, una domanda posizionata da subito su sconti troppo alti, porterebbe molte aziende, stremate da questi 15 mesi difficili e a corto di liquidità, verso un declino lento e inesorabile. Mai come quest'anno dovremo aspettare almeno tre settimane per avere una lettura attendibile dell'andamento di questi saldi». La stagione dei saldi si prospetta dunque tra luci e ombre: da una parte si prevede la voglia di acquisto come ingrediente fondamentale per il ritorno alla normalità, dall’altra si temono i problemi di liquidità dei consumatori e delle famiglie, in gran parte stremate dai minori fatturati e minori redditi dovuti alla pandemia. La questione “data di inizio”, sia per i saldi estivi che per quelli invernali, è oggetto di confronto annuale tra Federmoda e Regioni. «La speranza è che la voglia di saldi - conclude Pomini - supportata dalle temperature decisamente estive, torni a riempire i negozi, le città e i centri storici della provincia, rimettendo in circolo risorse preziose per l’economia».

Il commento della Regione

«Stiamo assistendo a cauti segnali di ripresa sul fronte economico e anche su quello commerciale. Ora ci attendiamo che i saldi estivi offrano maggiore slancio alla ripresa del nostro commercio, soprattutto quello al dettaglio». Con queste parole l'assessore regionale allo sviluppo economico, Roberto Marcato, commenta l'avvio dei saldi estivi. «La Regione continuerà a sostenere il rilancio del commercio. Ciò significa puntare a rivitalizzare i centri, rilanciare la socialità e far rifiorire i nostri paesi, dove la gente sta tornando ad incontrarsi e ci auguriamo torni anche a fare acquisti».

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