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Giovedì, 25 Aprile 2024
Attualità

Boom di strutture private nella Marca, botta e risposta tra Pd e Benazzi

Attacco di Andrea Zanoni e Anna Maria Bigon, consiglieri regionali del Partito Democratico. la replica del direttore generale dell'Ulss 2: «Polemiche sterili e pretestuose, totalmente inopportune dopo due anni di pandemia»

«Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa Zaia del boom della sanità privata che nella ‘sua’ Marca corre più veloce che altrove. In dieci anni centri medici, poliambulatori e laboratori di analisi sono cresciuti del 363% con i dipendenti quadruplicati, mentre il pubblico continua ad arrancare. Sul tema, però, il presidente è in silenzio. E non da oggi». Così Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico e la collega Anna Maria Bigon, hanno commentato i dati dell’indagine sulla sanità privata in provincia di Treviso, dove emerge il peso sempre più forte del privato. «La sanità pubblica è stata penalizzata da anni di tagli a ogni livello e la pandemia ha evidenziato in modo drammatico tutte le carenze, ma esiste un caso veneto, basta guardare i numeri sulla fuga dei medici ospedalieri o sulle zone carenti, e probabilmente anche un caso trevigiano. Liste di attesa infinite per le visite specialistiche, con utenti soprattutto anziani costretti a fare decine di chilometri da un punto all’altro della provincia, medici di base che non si trovano lasciando scoperti interi Comuni, sedi di Guardia medica che chiudono. La lista è assai lunga, lo denunciamo da tempo e insieme a noi cittadini e addetti ai lavori. Prenderne atto non basta, occorre agire in fretta prima che la sanità pubblica resti solo un ricordo, con cure adeguate solo per chi, portafogli alla mano, potrà permettersi di andare dal privato».

La replica dell'Ulss 2: «Polemiche sterile e pretestuose, ecco i numeri»

«E’ stato precisato più volte che in Veneto il rapporto tra sanità pubblica e privata è il più basso d’Italia ma i consiglieri Bigon e Zanoni, nonostante le molteplici risposte date sul tema sia a livello regionale che di singola Ulss, continuano con polemiche sterili e pretestuose, totalmente inopportune dopo due anni di pandemia che hanno visto la sanità pubblica prodigarsi, in termini economici, professionali e umani oltre ogni immaginazione». Risponde così il direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi, alle affermazioni dei consiglieri regionali del Pd, Zanoni e Bigon rul rapporto sanità pubblica e privata.

«La realtà, che Bigon e Zanoni ben conoscono - precisa Benazzi - è che la sanità pubblica si trova a fare i conti con alcuni macroproblemi a cominciare dagli evidenti errori nella programmazione nazionale, con conseguente gravissima carenza di specialisti, medici di medicina generale e della continuità assistenziale. Va inoltre ricordato che il pubblico, a differenza del privato, ha delle regole ben precise sia per quanto riguarda le procedure di assunzione sia per quanto concerne le retribuzioni del personale, regolamentate da contratti nazionali. Non ha alcun senso – prosegue Benazzi - demonizzare la sanità privata tout court: ricordo che esiste un privato accreditato, che eroga prestazioni per conto del servizio sanitario nazionale e che è, quindi, di supporto al pubblico, e un privato “puro”. Quest’ultimo da risposta alla domanda, in continuo aumento, di prestazioni fuori Lea che non devono essere garantite dal servizio sanitario nazionale. Invito i consiglieri Bigon e Zanoni – conclude Benazzi – a fornici nominativi di specialisti disponili per i posti vacanti sia negli ospedali sia sul territorio. L’Ulss 2 è pronta ad assumerli oggi stesso, considerato che la Regione ci ha concesso 237 autorizzazioni ad assumere». 

Di seguito alcuni dati esplicativi:

Valore ricoveri

 il valore dei ricoveri prodotti dagli ospedali dell’Ulss 2 nel 2021 è stato di 325.000.000 euro contro un valore di 40.470.132 euro dei privati accreditati (tra cui rientra il San Camillo che ha svolto un ruolo importante di ospedale Covid a supporto del pubblico).

Prestazioni ambulatoriali

L’incremento maggiore nel numero di prestazioni si è registrato, nonostante la pandemia, nel pubblico che ha chiuso il 2021 con un +24% rispetto al 2012, a fronte di un incremento del privato accreditato del 17%. Va segnalato che il maggiore incremento del pubblico è stato registrato nonostante, anche, la “cessione” di cinque specialità dell’ospedale di Castelfranco allo Iov. 

Posti letto: Nell’ambito del territorio dell’Ulss 2 la quota dei posti letto dei privati nel 2012 era del 18% sul totale, nel 2021 è scesa al 14%. Si è registrato, quindi, un calo del 4%. 

Medici ospedalieri

Nel 2021 a fronte di 187 cessazioni si è proceduto a 158 assunzioni e all’attivazione di ulteriori 56 avvisi e 166 procedure per incarichi di altre tipologia, buona parte dei quali andati deserti. Sono state inoltre concluse 19 procedure per nomine di primari.

Medici di medicina generale e Continuità Assistenziale

A seguito dei numerosi pensionamenti l’Ulss 2 si è adoperata quotidniamente nella ricerca di medici e soluzioni per contenere la grave carenza di medici. Le azioni avviate sono state:

-Ricerca di incarichi provvisori, anche mediante chiamata ai nuovi iscritti (neoalureati) all’Ordine dei medici di Treviso e di province limitrofe / sedi di facoltà di medicina/Scuola di Formazione Specifica in Medicina Generale

-Ampliamento della possibilità di scelta del medico da parte dell’assistito ai comuni limitrofi, anche se fuori ambito.

-Definizione di un progetto fin da luglio 2021 per la copertura delle sedi carenti della continuità assistenziale, anche  in collaborazione anche con i medici di medicina generale

Applicazione della Dgrv 8/2022:

-Ampliamento volontario del massimale da 1500 a 1800 assistiti, con l’implementazione delle forme associative e la dotazione del personale di studio (segreteria e infermiere).

-Richiesta riconoscimento criticità e applicazione forme incentivanti previste per la continuità assistenziale

Liste attesa 

Le attuali liste di attesa per prestazioni ambulatoriali (prestazioni sospese/in galleggiamento) sono frutto di due anni di pandemia in cui a più riprese si sono avute sospensioni nell’erogazione delle prestazioni non urgenti e procrastinabili da parte delle strutture ospedaliere, impiego del personale specialistico e di supporto presso i Vax point e i Covid point, assenze di personale causa positività al virus con conseguente chiusura di agende ambulatoriali. A febbraio 2020 (data inizio della pandemia) le prestazioni in galleggiamento erano 5.800 contro le complessive 16.000 circa di oggi. Da ricordare che al termine del periodo di lockdown, nel maggio 2020, le prestazioni da recuperare nella nostra provincia erano salite ad oltre 41.000 e che, grazie ad una intensa attività di recupero, esattamente un anno dopo (maggio 2021) si erano ridotte a 8.880 con il ripristino quindi di una situazione molto vicina a quella pre-COVID. Le successive ondate epidemiche, con prima la variante Delta quindi la Omicron, e la conseguente ripresa dell'emergenza hanno comportato un nuovo obbligato ritardo nell’erogazione delle prestazioni.

Il dossier di Coalizione Civica

Sanità nella Marca: aumenta lo spazio dei privati, cresce la disparità territoriale. I dati 2017-2020.

Da tempo sosteniamo che nella Marca, come in tutto il Veneto, è in atto una progressiva ritirata della sanità pubblica, con un proporzionale incremento dello spazio della sanità privata accreditata. E da tempo segnaliamo come le zone periferiche della provincia siano quelle che registrano il maggiore “disimpegno” della sanità pubblica. In tempo di epidemia da Covid non è facile affrontare questioni che riguardano la sanità e non possiamo farlo senza cogliere l’occasione per ringraziare il personale sanitario che in questi giorni durissimi sta svolgendo un lavoro tanto pesante quanto decisivo negli hub vaccinali, nei “centri tamponi”, negli ambulatori e nei reparti ospedalieri. Le nostre analisi, tra l’altro, si riferiscono al territorio dell’ULSS 2, ma è evidente che i processi in atto sono prevalentemente parte di un processo che riguarda la sanità pubblica in tutto il Veneto e che trova i propri maggiori responsabili in chi amministra la nostra Regione.

1. I posti letto diminuiscono negli ospedali pubblici e aumentano nelle strutture private accreditate.

La prima analisi che proponiamo è quella relativa ai posti letto negli ospedali pubblici e nelle strutture private accreditate sulla base dei dati presenti nelle relazioni dell’ULSS 2 che citiamo alla fine del documento. Il periodo di tempo di cui ci occupiamo inizia con il 2017 perché è quello l’anno in cui è stata attivata la nuova ULSS 2, risultante dalla fusione delle preesistenti tre ULSS della provincia di Treviso.

Tra il 2017 e il 2020 (particolarmente nel 2019 e nel 2020) i posti letto negli ospedali pubblici sono diminuiti di 337 unità (-14,18%) mentre quelli delle strutture private accreditate sono 118 in più (pari al 23,55% di aumento) concentrati al San Camillo.

Ma si nota anche che, sommando i posti letto pubblici e privati accreditati disponibili nelle varie zone della provincia, a Oderzo, Conegliano-Vittorio Veneto, Castelfranco Veneto e Montebelluna sono complessivamente diminuiti tra il 2017 e il 2020 (ridotti negli ospedali pubblici, quasi invariati nelle strutture private) mentre a Treviso sono aumentati perché la riduzione di posti al Ca’ Foncello è stata più che compensata dall’aumento al San Camillo.

2. Nel primo anno del Covid la diminuzione delle prestazioni ha colpito di più le zone periferiche.

La seconda analisi riguarda la riduzione delle prestazioni specialistiche dovuta nel 2020 all’emergenza Covid.

Le riduzioni: a Conegliano - 10,80%; al De Gironcoli - 31,50%; a Vittorio Veneto -19,93%; a Castelfranco Veneto --11,73%; a Montebelluna -32,77%; a Motta di Livenza -23,52%; a Treviso +21,19%.

Complessivamente il territorio dell’ex-ULSS 7 Pieve di Soligo registra una diminuzione delle prestazioni pari al 14,09%, quello dell’ex-ULSS 8 Montebelluna del 15,77%, mentre per l’ex-ULSS 9 c’è un aumento del 14,18%.

E’ possibile che il recupero delle prestazioni non effettuate messo in atto durante l’estate del 2020 abbia concentrato le risorse sull’ospedale di Treviso, ma questa sarebbe solo una ulteriore conferma del fatto che le zone periferiche della provincia sono condannate ad un crescente disimpegno da parte della sanità pubblica, tanto che anche in condizioni di post-emergenza i cittadini sono costretti a spostarsi a Treviso.

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