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«Dateci retta»: pensionati trevigiani in piazza a Roma sabato 1 giugno

Nuova mobilitazione generale organizzata dai sindacati trevigiani nella Capitale. Tra le ragioni dello sciopero: sanità, non autosufficienza, fiscalità e previdenza

Oltre 500 pensionati trevigiani sabato 1° giugno parteciperanno alla manifestazione promossa da Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil nazionali in piazza San Giovanni a Roma.

“Dateci retta” è lo slogan scelto dai Sindacati dei Pensionati per chiedere al governo maggiore impegno sui temi che riguardano gli anziani: sanità, non autosufficienza, fiscalità, previdenza. La manifestazione rappresenta il traguardo finale di un percorso di mobilitazione iniziato lo scorso 9 maggio attraverso le tre grandi assemblee unitarie di Padova, Roma e Napoli. Otto i pullman già organizzati in partenza dalla provincia di Treviso ai quali si sommano i tanti che vorranno recarsi a Roma in treno. Nonostante i numerosi appelli rivolti alle forze politiche che governano il Paese con l’obiettivo di trovare insieme delle misure che potessero andare incontro alle esigenze dei pensionati, l’unica decisione adottata dal governo - denunciano Spi, Fnp e Uilp - è stata quella del taglio della rivalutazione a partire dal 1° aprile, alla quale si aggiungerà un corposo conguaglio che i pensionati dovranno restituire a partire dal 1° giugno. Per quanto riguarda la Marca trevigiana, il taglio riguarda circa 60mila pensionati. La sforbiciata colpisce gli assegni sopra tre volte il minimo. Ad esempio chi prendeva 2.050 euro lordi, cioè meno di 1.600 netti, perde 50 euro lordi nel 2019, 120 euro nel 2020 e 185 euro dal 2021. Per i Sindacati dei Pensionati si tratta dell’ennesimo attacco al potere d’acquisto delle fasce più anziane della popolazione, che da vent'anni subiscono meccanismi di rivalutazione parziale delle pensioni, blocchi illegittimi, parziali ristori.

«Su temi importanti come fiscalità e sanità - affermano Spi Cgil, Cisl Fnp e Uilp Uil, - il governo non ci ha voluti ascoltare, rimanendo indifferente di fronte a temi di straordinaria rilevanza per la vita delle persone anziane e delle loro famiglie. Di fronte a questo silenzio si è reso necessario avviare una grande mobilitazione unitaria per impedire che si continui con politiche sbagliate che danneggiano ulteriormente la condizione di vita già difficile dei pensionati». Tre i temi al centro della manifestazione di sabato: pensioni, sanità e fiscalità. Per quanto riguarda le pensioni le richieste sono, oltre all'adeguamento al costo della vita, la ricostituzione del montante come base di calcolo per chi ha subito il blocco della rivalutazione, l’aumento della platea dei beneficiari della 14esima, la separazione fra previdenza e assistenza e la riduzione della pressione fiscale per pensionati e lavoratori dipendenti. Al centro delle rivendicazioni sulla sanità c’è la riforma delle Ipab, rispetto alla quale l’obiettivo è la loro trasformazione in Aziende di Servizi Pubblici alle Persone, organicamente integrate nel sistema Socio-Sanitario regionale e nella filiera dell’assistenza territoriale, e la richiesta di una legge sulla non autosufficienza che riconosca i livelli essenziali di prestazioni sociali, la promozione di forme di residenzialità innovative; il riconoscimento della figura dei caregiver e la riorganizzazione dell'indennità di accompagnamento, ma anche investimenti nella medicina del territorio, nelle cure intermedie e nella domiciliarità. Ultima ma non ultima, la questione fiscale, per la quale si chiede un’azione efficace di lotta all'evasione per destinare le risorse recuperate alla riduzione della pressione fiscale su pensionati e lavoratori.

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