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Attualità Sant'Antonino / Piazzale dell'Ospedale

Ospedali trevigiani: «110 dipendenti di Servizi Italia senza contratto integrativo»

La protesta dei sindacati: chiesto subito un confronto a livello locale. «L'azienda, senza interpellare i lavoratori, si è trincerata dietro le difficoltà economiche»

«Sono stati e stanno ancora nelle retrovie, affiancando i colleghi direttamente impiegati negli ospedali di Treviso, Motta di Livenza e Oderzo, lavorando quotidianamente nello stabilimento trevigiano adiacente al Ca’ Foncello. Sono i 110 dipendenti della Servizi Italia Spa che restano ancora senza rinnovo contrattuale, scaduto a marzo 2019, e ai quali non sarà riconosciuto nessun premio di risultato».

A darne notizia è Massimo Novello della Filctem Cgil di Treviso insieme a Gianni Boato della Femca Cisl Belluno Treviso, critici della decisione assunta dall’azienda a livello nazionale e fortemente delusi per la mancata erogazione dell’integrativo che impatterà inevitabilmente sui redditi dei dipendenti, dopo il grande impegno e senso di responsabilità posti nel corso dell’anno nonostante la grande preoccupazione per la propria salute e per quella dei i propri familiari. «L'azienda - riportano i sindacalisti - senza un reale confronto con le rappresentanze provinciali dei lavoratori, si è trincerata dietro le difficoltà economiche, che segnano una riduzione delle marginalità e dei ricavi e un risultato netto col segno meno. Comprendiamo la complessa situazione di Servizi Italia ma non possiamo certo condividere l’idea che le difficoltà debbano ricadere sulle spalle dei dipendenti. Nel nostro territorio - spiegano Massimo Novello e Gianni Boato - l’attività è prevalentemente concentrata sul lavaggio e igienizzazione delle divise di medici e infermieri, della biancheria piana dei reparti dei nosocomi trevigiani e della sterilizzazione dei ferri chirurgici. Insieme a quelle di teleria e guardaroba, sono operazioni che richiedono la massima cautela e cura e l’adozione dei necessari dispositivi di protezione individuale. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria per il personale il lavoro si è intensificato proprio sull’aspetto del lavaggio e igienizzazione e, nell’ombra, con straordinario impegno e con grande senso di responsabilità, questi lavoratori hanno e stanno portando avanti la battaglia che oggi è di tutti per sconfiggere il virus. Che ora, dopo quasi due anni di mancato rinnovo del Ccnl, non venga riconosciuta loro neppure una premialità è estremamente grave» sottolineano Novello e Boato.

«Inoltre - aggiungono dalla Filctem Cgil e Femca Cisl - Servizi Italia ha palesato la contrarietà anche alla richiesta dei Sindacati nazionali di uno sforzo economico almeno a parziale compensazione di quelle differenze economiche maggiormente significative tra quanto percepito nel 2019 e la somma tra elemento perequativo e buono spesa, anche prevedendo l’erogazione sui primi mesi del 2021, in modo da non gravare eccessivamente sul bilancio 2020. Alla luce di queste chiusure - concludono Novello e Boato - è più che mai necessario avviare, quanto prima e comunque all’inizio del prossimo anno, un percorso teso alla ripresa del confronto a livello territoriale per chiarire le reciproche posizioni e per dare comunque un segnale di valorizzazione delle relazioni sindacali e del rispetto dei lavoratori».

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