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Treviso, superati i 35 sforamenti di Pm10: «Nel 2021 era successo a dicembre»

La centralina di via Lancieri di Novara ha registrato fino al 28 marzo ben 38 sforamenti del limite di 50 microgrammi nell'aria. Il commento di Luigi Calesso: «Servono misure incisive e costanti nel tempo»

Gli ultimi dati pubblicati da Arpav sulla presenza di Pm10 nell'aria ci informano che la centralina di via Lancieri di Novara a Treviso ha registrato. fino a lunedì 28 marzo, 38 sforamenti del limite di 50 microgrammi di queste polveri sottili per metro cubo d’aria, quello oltre cui scatta l’allerta per la qualità dell’aria stessa e che gli stessi sforamenti per la centralina di strada Sant’Agnese sono già 49.

Il limite dei 35 sforamenti "consentiti" l’anno scorso era stato raggiunto quasi a fine anno, il 17 dicembre. Il peggioramento della situazione è confermato dal fatto che, sempre al 28 marzo, nel 2021 gli sforamenti erano 30 per la centralina di via Lancieri e 37 per quella di strada Sant’Agnese e, in tutto l’anno sono stati rispettivamente 45 e 55, numeri a cui quest’anno ci stiamo rapidamente avvicinando in questi giorni. Nel 2022, quindi, su 87 giorni trascorsi quasi la metà hanno registrato un livello di Pm10 nell’aria superiore al livello di guardia per la centralina di via Lancieri e oltre la metà per quella di strada Sant’Agnese.

dati validati ARPAV al 29 03 2022-2

Il commento

«Si tratta della ennesima conferma del fatto che il contenimento e la riduzione dell’inquinamento atmosferico nella nostra città continuano a richiedere misure incisive e costanti nel tempo che mal si conciliano con le sospensioni per le festività natalizie o con la miriade di deroghe che costellano le ordinanze comunali - commenta Luigi Calesso, portavoce di Coalizione Civica -. E’ vero che si tratta di una situazione causata prevalentemente da fattori che vanno ben oltre i confini comunali ma non mi pare che l’amministrazione cittadina si sia mai fatta promotrice presso la Regione della richiesta di interventi maggiormente rigorosi sia in materia di riscaldamento che di circolazione veicolare. Inutile dichiarare che il problema “riguarda tutta la pianura padana” - conclude Calesso - se poi non si fa nulla perché venga affrontato con maggiore decisione nell’intera regione che di quella pianura occupa una parte importante».

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