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Sabato, 20 Aprile 2024
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Siccità, allarme per le falde acquifere del Sile: «Scese a 3 metri»

Ente Parco del Sile al lavoro per trovare soluzioni concrete. Per Confagricoltura Veneto è la peggior crisi idrica degli ultimi 70 anni. Vademecum del Consorzio di bonifica Piave contro gli sprechi d'acqua

Emergenza idrica per il fiume Sile, le cui falde acquifere si sono abbassate dai consueti 180-220 centimetri ai quasi 3 metri attuali. Una situazione critica alla quale l’Ente Parco del Sile sta cercando di porre rimedio insieme al Consorzio di bonifica Piave.

«È doloroso vedere il fiume in queste condizioni - sottolinea Arturo Pizzolon, presidente del Parco del Sile -. Il livello di falda, come confermano i controlli effettuati sia presso il Fontanasso dea Coa Longa, a Casacorba di Vedelago, sia nei pozzi piezometrici a nord del parco, è ormai arrivato quasi a 3 metri, una quota bassissima per un fiume di risorgiva come il nostro. Per questo abbiamo già fissato un incontro operativo con il Consorzio di bonifica, insieme al quale analizzeremo i dettagli della situazione al fine di valutare quali sono le soluzioni più idonee alla mitigazione di questa difficile circostanza».

Il punto di Confagricoltura

È un grido di allarme quello che viene dall’Assemblea annuale di Confagricoltura Veneto che si è tenuta alla presenza dei Presidenti e dei delegati provinciali. Il presidente Lodovico Giustiniani ha fatto il punto sull’ultimo anno di attività e sulla situazione in cui si trova non solo l’agricoltura veneta ma l’intero comparto produttivo. Prima il Covid, poi la crisi Ucraina che ad inizio della primavera ha immediatamente determinato un rincaro delle materie prime e ora la siccità che porta con sé la peggiore crisi idrica degli ultimi 70 anni. Le scarsissime precipitazioni nel periodo invernale e primaverile, oltre al caldo torrido di questi ultimi giorni, ben al di sopra della media stagionale, stanno creando una situazione di estrema gravità per l’approvvigionamento idrico con forti interessamenti per il comparto agricolo. La situazione peggiora di giorno in giorno e per quello che ci riferiscono i nostri soci la siccità potrebbe mettere a rischio sino al 50% della produzione». Un dato che spaventa, vista anche la carenza di prodotto che con la guerra tra Russia e Ucraina sta diventando sempre più evidente e che ha portato il presidente Zaia a dichiarare già lo scorso 3 maggio la crisi idrica sull’intero territorio veneto. La siccità e il caldo sono attualmente i due fattori negativi che stanno determinando un progressivo calo sia delle rese in termini di peso degli animali da ingrasso e un calo di oltre il 10% della produzione di latte e se perdureranno, produrranno danni ancora maggiori». Confagricoltura Veneto, consapevole che diverse aree dell’arco alpino presentano un deficit di riempimento di circa il 30% rispetto alla capienza nominale e che, ovviamente, questo volume idrico non possa essere messo a disposizione delle attività irrigue, è tuttavia fondamentale usufruire della maggior quantità d’acqua possibile contenuta nei serbatoi per poter risollevare, per almeno un periodo di 15-20 giorni (a seconda del rilascio), le produzioni agricole grazie all’aumento della portata dei fiumi e dei canali di irrigazione.

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Il vademecum

Nessuna previsione ottimistica in arrivo dal meteo, le alte temperature non accennano a diminuire, le piogge sono locali e per lo più limitate alle zone montane. Il Consorzio Piave già da febbraio, vista la scarsità delle piogge autunnali e delle riserve nivali, ha messo in atto azioni di risparmio dell’acqua, favorendo l’accumulo nei bacini montani perché si prolunghi più a lungo possibile la disponibilità in estate. Per ora, pur con limitazioni nei canali, i fabbisogni irrigui vengono soddisfatti, ma a condizione che tutti ne facciano un uso responsabile e parsimonioso. L’appello del presidente del consorzio, Amedeo Gerolimetto, in attesa di ulteriori ordinanze e provvedimenti da parte dello Stato e della Regione, è rivolto a tutti gli utilizzatori di acqua per fini irrigui: «Gli agricoltori rispettino l’orario irriguo assegnato e si limitino ad irrigare nei limiti del fabbisogno, evitando sprechi e irrigazioni a vuoto. Gli utenti urbani privilegino l’irrigazione degli orti piuttosto che dei giardini - dichiara il presidente - limitando il tempo d’uso e la frequenza. Cerchiamo di utilizzare l’acqua quando è strettamente necessario, facendo attenzione alla direzione dei getti che a volte non vengono controllati e bagnano strade, piazzali e marciapiedi. La situazione è davvero molto preoccupante ed è necessario che ognuno utilizzi in maniera responsabile l’acqua». Ricordiamo che l’acqua degli impianti a pressione e delle canalette non deve essere usata per scopi non irrigui, come il riempimento di vasche e piscine, il lavaggio di piazzali, il lavaggio di automezzi. Il personale di guardiania provvederà a contestare gli usi non consentiti. Per l’irrigazione delle aree verdi, siano esse pubbliche o private (il giardino, il prato, l’orto), è fondamentale il rispetto di alcune regole:

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  • Irrigare solo quando è necessario e non irrigare eccessivamente. I tappeti erbosi necessitano di irrigazione ogni 5-7 giorni in primavera-estate e 10-14 giorni in autunno-inverno.
  • Gli acquazzoni estivi riducono la necessità di irrigare il prato per oltre 10-15 giorni.
  • Irrigare nelle prime ore del mattino (prima delle 8) quando le temperature sono relativamente basse e l’ET (evapotraspirazione) è ridotta.
  • Posizionare correttamente gli irrigatori per non irrigare inutilmente vialetti, marciapiedi, ed aree pavimentate.
  • Utilizzare impianti di irrigazione a goccia o a microportata, interrati o semi-interrati.
  • Tagliare il prato a 5-7 centimetri di altezza così da favorire la crescita in profondità delle radici. Questo consente di mantenere più a lungo l’umidità nel suolo.
  • Evitare concimazioni eccessive perché aumentano il fabbisogno irriguo delle piante. Sono da preferire i concimi a lenta cessione.
  • Un tappeto erboso con apparato radicale sviluppato in profondità è molto più resistente alla siccità, alle fisiopatie ed alle fitopatologie.

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