Smog e polveri sottili: Treviso tra le nove province più inquinate d'Italia
La classifica de "Il Sole 24 Ore" in collaborazione con l'emittente pubblica tedesca Deutsche Welle e lo European data journalism network. Peggiorata la situazione negli ultimi 5 anni, nonostante i provvedimenti anti-smog
Smog fuori controllo: sono ben 58 le città italiane dove la concentrazione di polveri sottili supera i limiti fissati dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms): ci abita il 73% degli italiani e, nelle prime dieci posizioni, ci sono 5 province lombarde e cinque venete, tra cui Treviso.
A dirlo è la nuova classifica de "Il Sole 24 Ore": in 58 centri urbani la concentrazione media di Pm 2,5 (rilevata nei primi mesi di quest'anno) ha infatti superato il valore di riferimento, pari a 10 microgrammi per metro cubo. Da gennaio ad agosto 2023 la provincia più colpita risulta essere stata Cremona, seguita da Monza e Brianza, Milano, Mantova e Padova. A fornire i numeri dell'inquinamento nelle città è l'emittente pubblica tedesca Deutsche Welle, in collaborazione con lo European data journalism network. Treviso è la nona provincia più inquinata a livello nazionale, non certo un primato di cui andare fieri anche se Padova, Verona e Vicenza registrano livelli di inquinamento ancora più alti rispetto a quelli della Marca. Da domenica scorsa, 1º ottobre, a Treviso sono tornate le domeniche antismog, in programma fino al prossimo 30 aprile. Il problema sembra però legato all'area della Pianura Padana, non dei singoli comuni. A livello nazionale Veneto e Lombardia hanno tassi d'inquinamento più alti rispetto anche a Taranto. Da gennaio ad agosto 2023 Treviso e provincia hanno registrato una concentrazione di Pm 2,5 (polveri sottile ancor più dannose del Pm10) pari a 20,6 microgrammi per metro cubo, in crescita rispetto 17.3 microgrammi per metro cubo registrati nel 2022.
Il commento
«Purtroppo, anche di fronte alle classifiche che collocano le città e le province del Veneto ai primi posti tra le aree più inquinate, ci sono amministratori, come l'assessore all'ambiente del Comune di Treviso, che auspica più piogge per diminuire lo smog. Una linea di sostanziale disimpegno che peraltro vede da tempo la nostra Regione come protagonista in negativo». Il commento è del consigliere regionale del PD Veneto, Andrea Zanoni.
Il problema centrale è che il Veneto non adotta misure strutturali per l'abbattimento delle polveri sottili. In questo senso, una delle storiche occasioni, colpevolmente persa dal governo regionale, stava nella realizzazione della metropolitana regionale di superficie. Un'opera fermatasi dopo la prima fase che avrebbe spostato una grande mole di traffico dalla strada e avrebbe garantito collegamenti rapidi e frequenti su ferro in tutto il Veneto. Con una riduzione rilevante di polveri non sono prodotte dai carburanti ma dall'usura di freni e copertoni delle auto. Inutile prevedere divieti e misure varie di contrasto allo smog se poi non si prevede personale che controlli e sanzioni. La Regione - aggiunge Zanoni - è colpevole anche nel non garantire le agevolazioni per la rottamazione di vecchie stufe e vecchie auto, entrambe altamente inquinanti. Ci sono molte persone, soprattutto anziane, che non hanno la possibilità economica di sostituire la stufa o di comprare un’auto nuova: bisognerebbe in questi casi che la Regione andasse a finanziare il 100% della spesa». Zanoni sottolinea inoltre come: «la via maestra per la lotta allo smog sta negli investimenti per la piantumazione di alberi e nelle fonti rinnovabili. La diffusione del fotovoltaico, a partire dagli edifici che ospitano uffici pubblici, assicura la riduzione dell'inquinamento e del costo delle bollette. È un investimento dal sicuro ritorno. Purtroppo, invece di agire, si preferisce pagare le sanzioni. Ricordo che la Commissione europea sta calcolando la sanzione conseguente alla seconda condanna ricevuta della Corte di Giustizia Europea anche per colpa della nostra Regione».