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Lavoratori stagionali in agricoltura: la Prefettura vara i controlli anticovid

Molte maestranze del settore arrivano dall'estero e i nuovi focolai preoccupano le associazioni di categoria. E' stato quindi deciso di stilare un Protocollo per la tutela di tutti

Si è tenuto giovedì mattina, in Prefettura a Treviso, un incontro presieduto dal Prefetto Maria Rosaria Laganà nel corso del quale è stato fatto un punto di situazione sul tema dei lavoratori stagionali, uno dei nodi emergenti da affrontare per quanto riguarda la gestione dell’emergenza Covid-19. Tra le colline e le campagne del territorio trevigiano inizia, infatti, a manifestarsi la richiesta dei lavoratori stagionali in agricoltura, quella forza lavoro indispensabile, soprattutto in vista della vendemmia.

Si tratta di circa tremila persone che, ogni anno, vengono assunte per pochi mesi dalle aziende locali e che il prossimo autunno, a causa dell’emergenza sanitaria in atto, potrebbero non essere in numero sufficiente a fronteggiare le esigenze del settore agricolo, specie di quello legato alla raccolta dell’uva. Le notizie relative a nuovi ed estesi focolai di Coronavirus che si sono sviluppati in paesi come la Serbia, il Kosovo, il Montenegro, per i quali è già scattata la chiusura delle frontiere, e quelle più recenti che interessano la Romania, dalla quale proviene la gran parte dei lavoratori stagionali impiegati in agricoltura, fanno preoccupare seriamente le aziende agricole del territorio.

Le stesse stanno valutando altre opzioni (assunzioni di studenti, pensionati, cassintegrati italiani....) che, tuttavia, a causa degli attuali vincoli normativi non appaiono facilmente percorribili. Alla fine dell’incontro si è dunque deciso sulla necessità che l’Azienda sanitaria elabori un protocollo, con le misure di prevenzione e i controlli cui devono sottoporsi i lavoratori stagionali che provengono dall’estero, da veicolare a tutte le aziende del settore agricolo che intendono avvalersi di tale manodopera. Il suo rigoroso rispetto sarà fondamentale per poter monitorare gli ingressi frontalieri e, così, contemperare le esigenze del mondo agricolo con quelle della tutela della salute pubblica.

All’incontro erano presenti i vertici delle forze di polizia, i Presidenti dei Comitati dei Sindaci del Distretto di Treviso e di Pieve di Soligo, i vertici dell’Azienda sanitaria n° 2 Marca Trevigiana (il Dg Francesco Benazzi e il dr. Rigoli), i vertici delle associazioni di categoria - Coldiretti, CIA, Confagricoltura e Associazione italiana Coltivatori di Treviso che il Prefetto ha ringraziato per la disponibilità, lo spirito di collaborazione e per l’impegno profuso nel contrasto della diffusione della pandemia.

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