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“C’è Puzza di gas”: a Collalto la campagna di sensibilizzazione di Legambiente

Due gli obiettivi dell’iniziativa: fare conoscere ai territori, alle cittadine e ai cittadini i rischi legati alle dispersioni dirette e agli sprechi di gas fossile immesso direttamente in atmosfera e spingere l’Italia e l’Europa ad approvare norme e regolamenti ambiziosi finalizzati a ridurne nel tempo, fino ad azzerarne, le emissioni

È tra le regioni più energivore d’Italia, ospita il più grande rigassificatore del Paese e nell’ultimo anno ha registrato un importante incremento nella produzione di gas fossile. Diversi i progetti e gli investimenti avviati nel settore che potrebbero condannarla alla dipendenza da questa risorsa almeno fino al 2050-2060, mentre lo scenario di possibili nuove trivellazioni ed estrazioni nel mar Adriatico settentrionale metterebbe a rischio un ecosistema costiero e un territorio già fragili. Fa tappa in Veneto “C’è Puzza di Gas. Per il futuro del Pianeta non tapparti il naso”, la campagna d’informazione e sensibilizzazione?sui rischi legati alle dispersioni e agli sprechi di gas fossile promossa da?Legambiente?e sviluppata con il supporto di?Clean Air Task Force (CATF).  

Due gli obiettivi dell’iniziativa: fare conoscere ai territori, alle cittadine e ai cittadini i rischi legati alle dispersioni dirette e agli sprechi di gas fossile immesso direttamente in atmosfera e spingere l’Italia e l’Europa ad approvare norme e regolamenti ambiziosi finalizzati a ridurne nel tempo, fino ad azzerarne, le emissioni. Considerato dai ricercatori un super inquinante, il metano è?un gas fossile dall’effetto climalterante?fino?a?86?volte più potente di quello della CO2, sebbene il 65% degli italiani lo consideri innocuo:?gli scienziati dell’Onu stimano che riducendo del 45% l’inquinamento da metano in tutti i settori in questo decennio si potrebbe?prevenire un riscaldamento di 0,3°C nei prossimi 30 anni. 

Per accendere i riflettori sul tema, questa mattina alle 11.30 è stato organizzato un sit-in davanti alla Centrale Edison Stoccaggio di Collalto, che rappresenta un punto strategico per l’intera filiera del gas: comprende infatti sia attività di stoccaggio, con una copertura di circa il 4% della capacità nazionale, sia di estrazione, con un’attività ripresa recentemente che oggi copre per intero la produzione di gas fossile in Veneto. In serata, invece, appuntamento alle ore 20.30 in Piazzale Duca D’Aosta (spazio Binario 1) a Treviso, per una serata di approfondimento dal titolo “Le fonti fossili in Veneto e come uscirne”, con gli esperti dell’Ufficio Energia di Legambiente Adriano Della Bruna, che presenterà la campagna “C’è Puzza di Gas” e il dossier sul Veneto, e Tommaso Polci, che discuterà di transizione energetica, rinnovabili e CERS. All’evento sarà presente anche Luigi Lazzaro, Presidente di Legambiente Veneto. 

«La nostra campagna si sviluppa attraverso azioni d’informazione e sensibilizzazione e visite alle diverse infrastrutture dislocate nel Paese, spesso causa di dispersioni di gas fossile. Dispersioni dovute molte volte a mancata o cattiva manutenzione delle infrastrutture o a un uso eccessivo di pratiche che dovrebbero essere solo emergenziali – dichiara Katiuscia Eroe, responsabile Energia di Legambiente – La crisi climatica e la congiuntura economica che stiamo vivendo – prosegue Eroe – ci obbligano, da un lato, a ripensare subito il nostro sistema energetico, ossia il modo in cui produciamo e consumiamo energia, svincolandoci dalle logiche speculative di multinazionali e lobby delle fonti fossili, ben presenti in Veneto come attestano i numeri presentati nel dossier; dall’altro, a intervenire sulle infrastrutture con monitoraggi e interventi risolutivi anche sulle più piccole dispersioni per non aggravare la situazione climatica e recuperare una risorsa i cui sprechi, secondo alcune stime, valgono quanto le attuali estrazioni nazionali. Un dato che dimostra come a costo quasi zero si potrebbero evitare nuove trivellazioni, recuperando quindi molto di più di quello che si pensa di estrarre». 

«I numeri raccontati oggi ci vedono tra le regioni più energivore d’Italia, con un divario tra energia prodotta e consumata tra i maggiori del Paese, e con un sistema di infrastrutture legato al gas che rischia di legarci alle fonti fossili per i prossimi decenni – le fa eco Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto – La paventata possibilità di nuove estrazioni di fronte al Delta del Po è un ulteriore aspetto di preoccupazione, al netto della sostanziale inutilità ai fini dell’indipendenza energetica, e considerata la quantità irrisoria di gas estraibile senza peraltro alcuna differenza dal lato dei prezzi, in un territorio afflitto dal fenomeno della subsidenza che ben conosce i rischi ambientali e le ricadute negative su pesca e turismo delle trivellazioni passate – conclude Lazzaro – In questa fase storica, l’unica strada possibile da seguire è quella di un impulso decisivo alle fonti rinnovabili. Per un’energia pulita, accessibile e condivisa che ci permetta di perseguire gli obiettivi climatici».

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