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Teatro di Montebelluna, nominato il nuovo Consiglio di amministrazione

La direttrice d’orchestra Elisabetta Maschio sarà la presidente, Gabriele Bellinato il revisore dei conti. Tra i consiglieri: Tiziano Dall’Omo, Claudio Sartorato e Rossella  Florean

La Commissione cultura, riunitasi giovedì 18 marzo, ha approvato la composizione del nuovo consiglio di amministrazione della fondazione “Teatro di Montebelluna". Sabato 20 marzo l'elenco dei consiglieri è stato pubblicato nell’albo pretorio.

Il passaggio fa seguito al riconoscimento della personalità giuridica di diritto privato alla Fondazione "Teatro di Montebelluna" avvenuta lo scorso dicembre con l’iscrizione al registro regionale delle persone giuridiche di diritto privato. Il consiglio di amministrazione sarà composto da cinque figure: il presidente, nominato dal sindaco di Montebelluna, e quattro Consiglieri di comprovata professionalità designati dal sindaco dopo essersi consultato con la Commissione Cultura. Entro il 6 marzo, data di scadenza per la presentazione delle richieste, erano pervenute 25 candidature. Tra queste, dopo un attento esame, il primo cittadino, d’accordo con l’assessore alla cultura, Debora Varaschin, ha selezionato i 5 profili ritenuti adatti a comporre il Cda, tra cui anche il presidente. I nominativi sono stati presentati alla Commissione che ha approvato le scelte del vicensindaco reggente, Elzo Severin. Si tratta di: Elisabetta Maschio nel ruolo di presidente ed i consiglieri Tiziano Dall’Omo, Claudio Sartorato, Rossella  Florean e Adolfo Chiaventone. Il nuovo consiglio di amministrazione resterà in carica per tre esercizi e la carica di presidente e di consigliere sono da svolgere a titolo gratuito, fatto salvo un eventuale gettone di presenza determinato dal Consiglio stesso. Il Cda entrerà formalmente in carica dopo i dovuti controlli amministrativi ed avrà il compito, nel periodo che precede la realizzazione e l’apertura del teatro, di occuparsi delle operazioni preliminari e propedeutiche per organizzare la futura gestione della struttura. In particolare, dovrà lavorare sulle relazioni, creando quella rete di collaborazioni con enti ed associazioni, fondamentali per l’avvio del nuovo teatro. E’ stato inoltre individuato il revisore dei conti tra i 5 candidati: Gabriele Bellinato.

Il commento del sindaco

Elzo Severin commenta la notizia con queste parole: «Abbiamo tenuto conto di alcuni criteri preferenziali: le esperienze significative attinenti, l’esperienza amministrativa pubblica o privata, la professionalità attinente all’attività o agli scopi, l’inserimento nella realtà culturale, sociale ed economica del Comune. Ne è uscita una squadra che ritengo più che valida e alla quale auguro un buon lavoro». L'assessore alla cultura, Debora Varaschin, aggiunge: «Un altro tassello è stato messo per il Teatro di Montebelluna, il cda della Fondazione. Non è stato facile scegliere tra tutte le candidature pervenute, tutte di notevole spessore. La scelta è caduta su figure che hanno una notevole esperienza nei propri ambiti tali da auspicare la capacità di dare della fondamenta solide alla Fondazione proprio ora che ancora il Teatro di Montebelluna non c’è fisicamente, ma che grazie a questo Cda, con una visione lungimirante può avere già dalla sua nascita un’impronta importante  che lo renda un polo culturale sovra comunale con relazioni regionali, nazionali e internazionali, per dare a questo territorio, finalmente, stimolo e vivacità culturale ulteriori a quelle già presenti, come il teatro in tutte le sue forme anche quelle più moderne, sa fare da sempre».

Conclude il sindaco: «Non dimentichiamoci che il teatro è un’opera attesissima in città. Ringrazio il mio predecessore, Marzio Favero, è che è riuscito a raggiungere l’accordo con Intesa Sanpaolo che ci consentirà di restituire alla città dopo 50 anni di silenzio il luogo principe per la cultura che, come è noto, è anche risorsa per la crescita morale e civile per la comunità e persino per la sua dimensione economica, non solo come richiamo di visitatori dall’esterno, ma anche perché si configura come spazio ideale per mettere a confronto le nuove idee che servono anche ad innervare le politiche economiche all’interno di una città. Spiace profondamente che il signor Durante si opponga al progetto del teatro e persino al restauro di Villa Pisani, villa che stava cadendo a pezzi e che è stato possibile solo grazie al finanziamento ottenuto dal Centenario per la Grande Guerra sempre presieduto da Favero. Prendo atto che Durante vorrebbe una città senza teatro e con una villa a pezzi. La verità è che è che continuare ad accusa l’amministrazione comunale senza ragione. Infatti, quanto questa si è insediata, il Museo dello Scarpone da lui diretto stava affondando nei debiti, era in profondo rosso e non svolgeva alcune attività degna di nota. Il sindaco Favero ha pungolato l’associazione degli Amici del Museo dello Scarpone affinché si appianasse tale debito e va ringraziato Adriano Sartor che ha sensibilizzato gli altri imprenditori. Non stupisce, quindi, che gli imprenditori abbiano preferito cambiare la direzione dei Museo dello Scarpone per imprimere ad esso una nuova linfa. Il dialogo tra Museo dello Scarpone e l’Ipa e il mondo delle scuole ha consentito di attivare 4 nuovi indirizzi di istruzione secondaria coerenti con le esigenze del distretto dello Sportsystem nonché l’attivazione di due corsi Its, Università del lavoro. E’ stata rinnovata l’esposizione museale, sono partite diverse iniziative formative e professionali e oggi Patrizio Bof coordina il dialogo fra sistema finanziario e gli enti pubblici e fra i risultati vi è stato il ritorno a Montebelluna della sede legale del distretto. Il signor Durante dovrebbe sapere che il Comune non può erogare contributi diretti alle imprese perché è un compito dello Stato o della Regione mentre ha fatto il possibile per consentire al Museo di uscire da una pericolosa situazione di stallo e recuperare un ruolo territoriale Il Museo dello Scarpone è, peraltro, partner del progetto fi valorizzazione turistica del Montello che può diventare anche uno showroom ideale per i prodotti dello Sportsystem che attengono alle attività outdoor. Francamente, e lo dico con molto rammarico, Durante dovrebbe chiedersi perché gli imprenditori montebellunesi, non il Comune che non ha voce in capitolo, abbiano deciso che il suo tempo era da ritenersi concluso. Nessuno può negare il ruolo che ha avuto Durante all’inizio del Museo, ma quando siamo arrivati noi quel percorso si era già concluso».

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