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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Anziani non autosufficenti, il 38% dei “fragili” della Marca vive solo

I dati raccolti dall'indagine di "Passi d'argento" hanno permesso di disegnare un quadro dello stato di salute delle persone “anziane” che vivono nell’Ulss 2 con l’obiettivo di valutare e programmare le azioni e le politiche rivolte a migliorare il loro benessere e la loro qualità di vita

Passi d’Argento è il sistema di sorveglianza italiano sulla salute delle persone over 64. Attivo dal 2016 raccoglie dati a livello sia nazionale sia regionale e locale, coinvolgendo 18 regioni e 86 Aziende Sanitarie. Nel territorio della Provincia di Treviso l’edizione 2022 di Passi d’Argento ha visto impegnati in un lavoro di rete i Servizi sociali ed Epidemiologia dell’Ulss 2, le amministrazioni comunali e i loro Servizi sociali, i centri di servizi, le associazioni di volontariato e i sindacati.

Grazie al lavoro di un centinaio di volontari sono state intervistate 1872 persone (miglior risultato in Italia) che hanno risposto a un questionario di 80 domande riguardanti qualità della vita, l’autonomia nelle attività quotidiane, i fattori di rischio comportamentali, le patologie croniche, la depressione, l’aiuto ricevuto da familiari e comunità, la capacità di accesso alle cure, la sicurezza domestica e di quartiere, la situazione socioeconomica, il sostegno fornito dalle persone più anziane a famiglia e collettività.

I dati raccolti hanno permesso di disegnare un quadro dello stato di salute delle persone “anziane” che vivono nell’Ulss 2 con l’obiettivo di valutare e programmare le azioni e le politiche rivolte a migliorare benessere e qualità di vita e a favorire un “invecchiamento sano e attivo”, ricordando che in provincia di Treviso vivono 200.000 persone con più di 64 anni, il 23% della popolazione, che diventeranno 300.000 tra 15 anni e che già oggi 2/3 della nostra spesa sanitaria riguardano gli over 64.

Un momento della conferenza stampa-4

RISULTATI

Condizioni sociali

Il 23% degli over 64 vive da solo (circa 46.000 persone); il 30% lamenta difficoltà economiche (circa 60.000) e il 15% ha visto diminuire il suo reddito rispetto al 2021; il 43% ha un basso titolo di studio; il 9% si sente poco sicuro dove vive. L’8,2% (circa 17.000 persone) non scambia quattro chiacchiere con nessuno. Anche l’isolamento è associato soprattutto alla condizione di disabilità e cresce con il diminuire del reddito (16%) e del livello di istruzione (11%).

Lo stato di salute e le malattie croniche

La maggior parte delle persone intervistate riferisce di sentirsi in buona salute, solo il 9% (circa 18.000) dice di stare male o molto male. Questa percentuale, come prevedibile, aumenta con l’età (diventa il 23% tra chi ha più di 85 anni), ma è più diffusa anche tra chi lamenta difficoltà economiche (31%) e tra chi ha un titolo di studio più basso (12%). Una condizione che limita la salute delle persone più anziane è la presenza contemporanea di più malattie croniche: circa 14.000 over 64 ne hanno di più di tre: anche questa situazione è presente maggiormente tra persone a basso reddito e bassa istruzione. In particolare la presenza di importanti sintomi di depressione riguarda circa 16.000 persone tra le quali 1 su 4 non chiede aiuto a nessuno per avere un sollievo da questo problema.

Fragilità e disabilità

La perdita di autonomia nelle attività della vita quotidiana è il fattore determinante per la perdita di qualità di vita delle persone: riuscire a ritardare questo evento è uno dei compiti dei nostri servizi socio-sanitari. Tra le persone intervistate (tutte non istituzionalizzate) il 13% (rapportato alla nostra popolazione, circa 26.000 persone) era in condizione di fragilità (autonomo nelle attività di base, ma non in quelle “strumentali” come far la spesa o prendere le medicine) e l’11% disabile (cioè non autonomo nelle attività basali come lavarsi, vestirsi...). Il 38% dei “fragili” vive solo, condizione che potrebbe aumentare il rischio di un peggioramento della situazione e il 17% ha avuto almeno un ricovero in ospedale nell’ultimo anno. Tra i disabili questa percentuale sale al 27%.

Cadute

Le cadute sono un importante fattore di rischio per la perdita di autonomia: il 21% è caduto negli ultimi 12 mesi (circa 42.000 persone). Di questi circa il 16% ha riportato fratture e circa 1 su 3 ha dovuto ricorrere a cure mediche. Tra i disabili la frazione di chi è caduto sale al 36%.

Aiuto ricevuto

L’accudimento delle persone fragili o disabili è ancora in gran parte deputato alle famiglie o comunque alla cerchia amicale: quasi tutti (86,5%) gli anziani non autonomi ricevono aiuto dai propri familiari; Il 21% ha una badante e un 15% riceve aiuto da conoscenti.

Cure

Circa il 36% degli anziani fa uso di almeno 4 farmaci la settimana: in un caso su cinque le modalità di assunzione di questi sono state ricontrollate negli ultimi 3 mesi dal medico di base. Sempre negli ultimi 3 mesi il 54% è stato visitato almeno una volta. Nell’ultimo il 13% è stato ricoverato in ospedale e l’1% in RSA.

Aiuto agli altri

Sempre più le persone più anziane sono una risorsa e un aiuto per le loro famiglie e la comunità: una ragione in più per adoperarsi per favorire un invecchiamento attivo. In provincia di Treviso circa 92.000 persone con più di 64 anni hanno aiutato gli altri e di questi circa 68.000 lo ha fatto spesso. Vengono accuditi soprattutto non conviventi (lo fa il 37,6%), ma anche conviventi (30%) e circa 1 over 64 su 4 fa volontariato attivo.

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