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Sabato, 20 Aprile 2024
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Buoni fruttiferi postali, con un timbro sbagliato valgono quasi 50mila euro in più

Vinto il ricorso di fronte all'Arbitro Bancario Finanziario che riconosce un risarcimento ad un trevigiano. Decisivo l'intervento dell'associazione Consumatori24

Un’ importante decisione quella presa in questi giorni dall’Arbitro Bancario Finanziario, organismo dedicato alla risoluzione delle controversie di materia bancaria e finanziaria, relativo al riconoscimento di un rimborso da parte di Poste Italiane Spa ad un suo cliente, tale Sig. B.G., di un importo di oltre 56mila euro.

Il signor B.G., residente nella provincia di Treviso, infatti, si era recato nel gennaio 2018 presso la filiale di Poste Italiane di fiducia richiedendo il rimborso di due buoni fruttiferi serie Q/P emessi nell’anno 1987. L’importo che il Sig. B.G. avrebbe dovuto percepire, come da aspettative, era di oltre 87mila euro, tuttavia Poste Italiane Spa gli riconosceva 31mila euro, meno della metà. Oggetto di critica infatti era un timbro anomalo posto sul retro dei buoni in questione che sembravano mutare la cosiddetta “classe di appartenenza” dei buoni stessi, modificandone così la percentuale di rendimento. Il Signor B.G., ad inizio 2020, ha deciso di rivolgersi quindi all’Associazione Consumatori 24 con sede principale a Treviso, in cerca di un aiuto per la risoluzione della sua problematica e per far valere i propri diritti di consumatore. Consumatori 24 ha sottoposto il ricorso a valutazione dell’Arbitro Bancario Finanziario di Milano ed il collegio giudicante, dopo un’attenta analisi, proprio in questi giorni ha fatto pervenire la propria decisione.

Un timbro in più, un dettaglio che non avrebbe dovuto esserci e che è costato caro alla Società Poste Italiane Spa, che ha fatto cambiare la sorte dei buoni fruttiferi di B.G., protagonista della sfortunata vicenda. L’Arbitro Bancario Finanziario ha infatti deciso per l’applicazione letterale di quanto riportato sul retro dei titoli e pertanto l’indennizzo a B.G. dei restanti 45.336,98 euro non riconosciuti in sede di prima richiesta da parte della filiale.

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