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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Occupazione: bene servizi e agricoltura, brusco calo nell'industria

Indagine della Cgil di Treviso: Oderzo l'area in cui il saldo occupazionale cresce di più come zona a fronte però di una diminuzione di contratti a tempo indeterminato. Soffrono Pieve di Soligo e Vittorio Veneto

Trasformazione territoriale e di settore per le attività produttive trevigiane. Questa in sintesi l’analisi pubblicata dalla Cgil di Treviso dopo aver preso in esame i dati occupazionali dal primo gennaio 2008 al trenta settembre 2018. Un periodo lungo dieci anni che ha permesso di poter analizzare l’occupazione nella Marca dall’inizio della crisi fino al suo relativo superamento. Il dato positivo è che al 2018 il saldo totale segna un + 13.365 persone occupate, di cui 1.260 contratti a tempo indeterminato. Andando ad approfondire, però vediamo come siano i servizi a far da treno in questo segno positivo (+ 21.825 lavoratori) e l’agricoltura (+ 4.450), a fronte di una diminuzione di 12.910 persone nel settore dell’industria (con particolare riferimento al settore del made in Italy e delle costruzioni).

«C’è stato un recupero di quella che è l’occupazione rispetto alla fase pre crisi – ha specificato il segretario della Cgil Treviso, Giacomo Vendrame - Un recupero che ha però una qualità completamente differente rispetto alla situazione precedente: maggiori forme di lavoro a tempo determinato e un andamento verso il settore servizi e verso l’agricoltura. Dopo 10 anni possiamo dire che assistiamo alla terziarizzazione della nostra provincia, con un focus che andrebbe approfondito sul settore primario».

Non solo spostamento dall’industria ai servizi, l’economia trevigiana segna anche la trasformazione per aree territoriali. «Oderzo è una delle realtà dinamiche in cui il saldo occupazionale cresce di più come zona a fronte però di una diminuzione di contratti a tempo indeterminato. Soffrono, - prosegue Giacomo Vendrame - invece Pieve di Soligo e Vittorio Veneto. Pieve di Soligo, in particolare, perde anche in termini complessivi, sia sotto il profilo del saldo totale, sia sotto il profilo del tempo indeterminato. La perdita è causata soprattutto dal calo considerevole dell’industria che non viene recuperato dagli altri settori. In proporzioni leggermente differenti è la stessa cosa che accade a Vittorio Veneto. Un processo di riorganizzazione territoriale, dunque, del sistema produttivo e, in particolare le zone che pagano di più, sembrano essere quelle dell’alta provincia. Aree che stanno soffrendo uno spostamento fisico delle attività economico/produttivo in altre zone del trevigiano: assistiamo infatti all’aumento dei grandi centri, nevralgici rispetto alle infrastrutture dei trasporti. Questo – ha concluso il segretario Vendrame - è un dato importante e pochi sotto il profilo politico lo stanno mettendo in evidenza. Di fronte a tutte queste trasformazioni gli interrogativi sono rivolti al 2019. Sappiamo che l’economia sta rallentando, per cui siamo fortemente preoccupati. Se è vero che registriamo un andamento relativamente positivo negli ultimi anni è altrettanto vero che siamo ancora fragili e andare verso un rallentamento potrebbe significare andare a pagare prezzi molto pesanti. Abbiamo dunque la necessità di lucidità politica e di scelte chiare. Cgil, Cisl e Uil, a carattere nazionale, scenderanno il 9 febbraio in piazza per protestare contro il Governo: la Legge di stabilità è sbagliata perché non prevede investimenti per farci uscire dal guado». Con l’occasione sono stati presentati anche i nuovi membri della segreteria della CGIL eletta lo scorso 8 gennaio. Ad affiancare il segretario Vendrame saranno, infatti, Sara Pasqualin e Mauro Visentin.

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