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Qualità della vita 2021, Treviso tra le prime dieci province in Italia

Lunedì 13 dicembre pubblicata la classifica annuale de "Il Sole 24 Ore": la Marca primeggia nella parità di genere (al primo posto in Italia) ed è decima a livello nazionale negli altri indicatori

Pubblicata lunedì 13 dicembre la classifica "Qualità della Vita 2021" de Il Sole 24 Ore, appuntamento annuale per scoprire le province in cui si vive meglio in Italia. Dopo un 2020 segnato pesantemente dal Covid, Treviso quest'anno è risalita di ben 19 posizioni in calssifica, rientrando tra le prime dieci province a livello nazionale. La Marca è decima mentre sul podio ci sono: Trieste prima, Milano seconda e Trento terza.

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Lunedì mattina il sindaco Mario Conte è intervenuto in diretta su Radio24 per commentare i risultati della speciale classifica. La Provincia di Treviso, in Veneto, è preceduta solo da Verona (8° assoluta) ed è la seconda provincia più sicura d’Italia. Il presidente della Provincia, Stefano Marcon, commenta: «Ci dà estrema soddisfazione che nell’anno post pandemia Treviso sia entrata nella top ten delle province dove si vive meglio. Ancor di più ci inorgoglisce vedere che il merito di questa risalita deriva anche dal primo posto assoluto ottenuto nell’indicatore “Qualità della vita delle donne”, che riguarda una delle competenze fondamentali delle province. Bene anche gli indicatori generali sulla sicurezza e sul lavoro, oltre che sulla raccolta differenziata. Siamo secondi a livello nazionale per Giustizia e Sicurezza - prosegue Marcon - settimi a livello nazionale per indice di sportività, secondi per la raccolta differenziata, decimi per le piste ciclabili e andiamo bene in generale negli affari e nel commercio. Questo però non deve farci demordere, possiamo e dobbiamo fare meglio in questo post pandemia, dove la classifica rileva che forse il settore della cultura e degli eventi hanno sofferto maggiormente, dato lo stop a tutte le attività culturali, ricreative nell’ultimo anno e mezzo, ma vedo grande energia e vitalità nel nostro tessuto culturale e sono certo che anche quell’indicatore risalirà, facendoci guadagnare ancora posizioni. E non ci si lasci ingannare dall’indicatore basso delle librerie, si guardi invece all’indice di lettura: segno anche di un Sistema Bibliotecarie Provinciale in piena salute, con 92 biblioteche e 48.272 prestiti sinora, senza dimenticare la biblioteca digitale con oltre 7mila titoli scaricabili, più di 3.500 download durante la pandemia. La Provincia di Treviso, nell’ambito delle sue competenze, è pronta a fare la propria parte». Novanta gli indicatori presi in considerazione, con sei gruppi di indicatore per la valutazione finale (ricchezza e consumi, affari e lavoro, ambiente e servizi, demografia e salute, giustizia e sicurezza, cultura e tempo libero): la graduatoria di LAB24 de "Il Sole 24 Ore" vede Treviso primeggiare nella parità di genere. «Un risultato che dà fiducia: la strada della ripresa è quella giusta» conclude Mario Conte. 

I commenti

Luca Zaia, presidente del Veneto, commenta il risultato con queste parole: «Questo è un riconoscimento a Treviso, ma anche ad altre province del Veneto che dimostrano una costante e sempre impegnativa attenzione alla qualità della vita. Penso che questo ottimo risultato sia l’essenza dell'amministrare bene che si traduce anche nell’essere vicini ai cittadini. Ovviamente l’obiettivo resta quello di migliorare sempre di più e sono convinto che queste classifiche ci incoraggino a perseverare e ad andare avanti ancora in questa direzione. Nella graduatoria - conclude Zaia - la provincia di Treviso vince anche la classifica nella qualità per la vita delle donne, in particolare per la speranza di vita alla nascita. E questo è un bellissimo segnale perché, quando si sente parlare di femminicidio, di maltrattamenti delle donne, sapere di essere la migliore comunità per l'attenzione che si dedica, ci spinge a sperare che questo diventi un modello esportabile un po' per tutti».

Federico Caner, assessore regionale al Turismo, aggiunge: «La qualità della vita è un indicatore importante anche per lo sviluppo turistico di un territorio. Non sorprende dunque che siano due province della regione più turistica d'Italia, Verona e Treviso, ad occupare rispettivamente l'ottava e la decima posizione. La fotografia scattata, dati alla mano, va di pari passo anche con la ripresa turistica del Veneto. Seppure in un quadro difficile e complesso come quello che stiamo vivendo a causa della pandemia, l’intero quadrimestre estivo del 2021 ha retto il confronto con lo stesso periodo del 2019, anno definito eccezionale dal punto di vista dei flussi turistici, registrando da giugno a settembre oltre 39 milioni di presenze, contro i 46 milioni del 2019 (-14,7%) e 8,1 milioni di arrivi (-23,7%), rispetto ai 10,7 milioni del 2019 - continua Caner - Nello specifico nella provincia di Treviso gli arrivi, sempre rispetto al 2020, sono cresciuti del 31,6% e le presenze del 37%».  

Alberto Villanova, presidente dell’intergruppo Lega-Liga Veneta, continua: «Treviso è una delle dieci province italiane dove si vive meglio. Un risultato straordinario, soprattutto se consideriamo che la stessa indagine, un anno fa, metteva la nostra provincia 19 posizioni più in basso. Il lavoro degli amministratori locali, a partire dal capoluogo, Treviso, e l’impegno delle forze dell’ordine, in sinergia con tutti i protagonisti del nostro territorio, sono il fondamento su cui poggia questo eccellente risultato».

Luigi Calesso di Coalizione Civica va invece controcorrente: «Il “recupero” della nostra provincia è dovuto sostanzialmente alla ripresa economica in corso (guadagniamo 40 posizioni nell’ambito “Affari e lavoro”, piazzandoci al 18° posto) e alla tenuta nell’ambito “giustizia e sicurezza” in cui saliamo dal terzo al secondo piazzamento. Lo stesso primo posto nella sezione “Qualità della vita delle donne” dipende largamente da fattori economici come il gap occupazione e quello retributivo. In buona sostanza, se l’economia non tiene la qualità della vita peggiora inesorabilmente, come è accaduto nel 2020. Lo dimostra la posizione in classifica della Marca nel settore “Ambiente e servizi” in cui siamo al 40° posto, con una ulteriore perdita di 11 posizioni rispetto al 2020. Treviso è al 91esimo posto per qualità dell’aria e al 57esimo per energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. Sul fronte dei servizi pubblici si registrano dati al limite dell’agghiacciante: la nostra provincia è al 100° posto (su 107) per presenza, in rapporto agli abitanti, sia di medici di medicina generale (i medici di famiglia sono 7,71 ogni 10mila abitanti (a Belluno, per dire, sono 8,72, uno in più ogni 10.000 residenti) che di medici specialisti (20,60 ogni 10.000 abitanti contro i 34,30 di Padova o i 30,80 di Verona. Il risultato: siamo al 33° posto per emigrazione ospedaliera mentre Vicenza e Padova si dividono il 17°. Per spesa sociale pro capite dei comuni la Marca registra l’85° posto e per quella culturale il 61° mentre per diffusione delle due diverse tipologie di banda ultra larga siamo al 62° e al 71° posto. Un dato estremamente preoccupante è quello della qualità della vita dei giovani per la quale siamo al 75° posto (per l’imprenditorialità giovanile addirittura al 99°). Si tratta di un dato che, probabilmente, va collegato anche a quelli relativi ai laureati in rapporto alla popolazione (40^ posizione) e ai diplomati (41^). Mi pare che si possa soprattutto a questo proposito - conclude Calesso - tracciare un quadro in cui i giovani (che maggiormente soffrono condizioni di lavoro precario, sottopagato, intermittente o di disoccupazione) vedono compromessa la loro qualità della vita appunto dalla debolezza della rete dei servizi pubblici. Se per le persone con un buon reddito, ad esempio, è ragionevolmente possibile accedere alla sanità privata in alternativa a quella pubblica, per i giovani precari ciò si rivela economicamente insostenibile e contribuisce notevolmente a peggiorare la loro qualità della vita, esattamente come una condizione ambientale tutt’altro che delle migliori, il cui effetto è acuito dall’attenzione crescente che proprio i giovani prestano a questo aspetto della vita».

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