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«Ecco le nostre proposte per fermare la violenza di genere»

Appello di Cna Impresa Donna ai candidati e alla politica locale

Educazione al rispetto di genere e alla comunicazione nonviolenta  nelle scuole di ogni ordine e grado, formazione e informazione ai cittadini tramite cicli di incontri pubblici, investimenti per la realizzazione di nuovi centri protetti e finanziamento agli esistenti, attivazione delle Commissioni per le Pari Opportunità nei Comuni e della cultura di genere in tutti i luoghi di incontro: sono le richieste che CNA Impresa Donna fa a tutti i candidati della tornata amministrativa del prossimo 3-4 ottobre per sanare la piaga dei femminicidi e della violenza di genere che ciclicamente tornano a insanguinare il nostro territorio.

«Le imprenditrici di CNA Impresa Donna chiedono a tutti i candidati alle prossime amministrative e alla politica locale un’ampia riflessione per trovare soluzione alla violenza di genere  - afferma Ilaria Pempinella, coordinatrice di CNA Impresa Donna - I recenti fatti di cronaca, che vedono coinvolto anche il nostro territorio con l’uccisione della giovane madre di 21 anni residente in provincia di Vicenza, ci obbligano ad un bilancio di quanto è stato fatto e di quanto si deve ancora fare a tutela delle donne, giovani o meno, lavoratrici o casalinghe, madri, compagne, sorelle, amiche. Interventi per favorire una reale solidarietà tra i generi non possono e non devono avere connotazione politica e ma serve un fronte unico e compatto.»

CNA Impresa Donna, che rappresenta l’imprenditoria femminile (il 20% del totale nella nostra provincia), ritiene inoltre che, in questo momento di difficoltà di tutta la società trevigiana per la transizione in atto dopo la durissima pandemia, ci sia bisogno di dare grande ascolto alle donne e agli uomini di fronte ai gravi fatti a cui stiamo assistendo e che da questo ascolto debbano nascere, in concerto con le istituzioni, strumenti efficaci, specializzando le forze già oggi impiegate e rafforzando i fondi per le strutture protette e valorizzando le professionalità delle donne nei luoghi di lavoro. L'emancipazione attraverso il lavoro aiuta infatti a sconfiggere l'accettazione passiva della violenza.

«L’informazione – conclude Pempinella – è inoltre il primo strumento necessario alle donne per conoscere le soluzioni ed i supporti che già sono attivi nel territorio e le forze politiche valutino di investire fondi per la costruzione di nuovi centri anti violenza».

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