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Coronavirus, ancora 1.107 i contagiati nella Marca, 16 ricoverati in terapia intensiva

I decessi sono saliti a quota 252, due in più rispetto al bollettino emesso da Azienda Zero nella giornata di lunedì. In quarantena ancora 1.389 trevigiani

Continua ad attenuarsi il contagio da Coronavirus nella Marca. I positivi al tampone del Covid-19 scendono ancora e si attestano attualmente a 1.107 (2.483 dall'inizio dell'emergenza) con 1.389 trevigiani ancora in quarantena (7.886 in tutto il Veneto). Scendono a 16 le persone ricoverate in terapia intensiva in provincia di Treviso (120 nella regione): 7 al Ca' Foncello di Treviso, 6 a Vittorio Veneto e 3 a Oderzo. I decessi nella Marca sono saliti a quota 252 (due in più rispetto a lunedì) su un totale a livello regionale di 1.408. I pazienti ora negativi a Covid-19 sono attualmente 1.124. I ricoverati negli ospedali della provincia, in area non critica, sono: 56 a Vittorio Veneto, 22 al Ca' Foncello di Treviso, 18 al San Camillo, 13 a Montebelluna, 8 a Motta di Livenza, 6 a Oderzo, 4 a Conegliano, 3 a Castelfranco Veneto.

Zaia: «Nessun passo indietro sull'ordinanza»

«Io le ordinanze le ho fatte e non le revoco, se qualcuno è convinto che siano illegittime le impugni». Così il presidente del Veneto, Luca Zaia risponde alle critiche e alle polemiche dopo la firma della sua ordinanza di ieri in cui allenta, in parte, alcune restrizioni previste dall'ultimo Dpcm. E il governatore, non escludendo nuove ordinanze, ha spiegato: «Ricordo al governo che fino alla scorsa settimana, il Veneto ha applicato sempre  i precedenti Dpcm e in maniera più restrittiva: in Veneto ancora oggi i supermercati rimangono chiusi la domenica. Le misure previste dall'ordinanza di ieri non mettono a rischio la salute dei cittadini -assicura e poi sottolinea che- Il Veneto è in buona compagnia in tema di ordinanze a cominciare dalle Regioni dello stesso colore politico del governo.  Adesso sempre che il sindaco di Firenze voglia aprire le scuole...».

«Non posso accettare che si dica che i Veneti sono degli irresponsabili. E' vero invece che in questo momento c'è la necessità di dare risposte ai cittadini, e dovere del presidente della Regione è appunto di dare risposte ai suoi cittadini e di non girarsi dall'altra parte -continua Luca Zaia- Gli indicatori oggi ci dicono che in Veneto si possono allargare alcune maglie, e l'ho fatta convinto di non aver messo in pericolo la salute dei veneti. Non è stato un atto sovversivo, non è così e peraltro sono in buona compagnia: Emilia Romagna, Liguria Marche e altre regioni, e non ho neppure bisogno di visibilità. E se qualcuno ha fatto pasticci lo deve riconoscere, di errori ne facciamo tutti, questa è la storia di questa vicenda».

«Mi spiace che il ministro Boccia abbia detto queste cose perché è un membro del governo, e tra l'altro è il responsabile del rapporto con le Regioni, ricordo che tutto quello che ha deciso il governo è stato concordato con le Regioni, dato che c'era l'intesa. Sono convinto che quanto ho deciso con la mia ordinanza non mette a repentaglio la sicurezza, la salute dei cittadini se il governo che ha l'obbligo della vigilanza, è convinto del contrario ha l'obbligo di impugnarla. Ma allora deve impugnare le ordinanze non solo del Veneto ma di tutte le altre Regioni: Toscana, Emilia Romagna, Marche, Lazio, Piemonte, Liguria». Così Luca Zaia ha invece replicato alle parole del ministro Boccia alla sua ordinanza di ieri 'Chi sbaglia paga'.

«Spero che per le messe il governo si metta una mano sulla coscienza e trovi una soluzione -auspica il governatore- non per bigottismo ma per evitare contraddizioni: come può mettere a rischio la salute delle persone la celebrazione in una chiesa che ha spazi grandi che possono essere delimitati e allora, per lo stesso motivo non si potrebbe  neppure entrare nei supermercati».

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