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Microcriminalità, risse e baby gang: un commerciante su due non si sente al sicuro

I dati dell'osservatorio congiunturale dell'Unione provinciale di Treviso del secondo trimestre 2022. Il Prefetto di Treviso Angelo Sidoti: «Si tratta solo di una sensazione, di un sentimento: i dati in nostro possesso non esprimono un indice di pericolosità su questi temi così come viene percepito. I dati rispetto a 2018 e 2019, laddove non siano in diminuzione, sono stabili». Si tratta soprattutto di schiamazzi e disturbi della quiete pubblica, pochi furti e rapine

Più di un commerciante o esercente trevigiano ogni due (il 50,4%) si sente poco o per nulla al sicuro. E' un dato allarmante quello emerso tra quelli presentati nell'osservatorio congiunturale provinciale di Ascom Confcommercio relativo ai mesi di aprile, maggio e giugno. Nel focus dedicato alla microcriminalità (realizzato intervistando 966 imprenditori associati all'associazione) emerge come le imprese valutino poco sicuro il Comune in cui lavorano. La percezione di scarsa sicurezza ha il suo picco a Treviso (52,6%), a Castelfranco (48,9%), a Oderzo (48,7%) e Vittorio Veneto (42%). Le categorie che si sentono maggiormente minacciate sono quelle dei commercianti (non di cibo), i pubblici esercizi e la ristorazione, la ricezione turistica e infine il settore di trasporti e logistica. Negli ultimi due anni, secondo l'indagine (svolta da Pierluigi Ascani, Gaia Petrucci e Barbara Esposito di Format research con il supporto di Banca Prealpi SanBiagio), i commercianti hanno percepito un aumento del fenomeno delle baby gang (55,4%), risse e schiamazzi (45,5%) mentre giudicano invariati o in leggero aumento gli atti di vandalismo, i furti e gli scippi, i taccheggi e le rapine. Nella "mappa del rischio", tracciata in base alle risposte dei commercianti, compaiono le stazioni ferroviarie di Treviso, Montebelluna e Conegliano, le stazioni delle corriere di Treviso e Conegliano, la zona del Pam in centro le periferie del capoluogo (zona San Liberale, Fonderia, i quartieri popolari), le frazioni di Mogliano, il centro storico di Conegliano (Biscione, Zanussi, ex Zoppas) e infine il parco Manin di Montebelluna. Allargando la mappa figurano anche la stazione ferroviaria, la stazione delle corriere e il centro storico di Castelfranco Veneto (in particolare piazza della Serenissima e largo Asiago). Nella Castellana sentite come "pericolose" anche la stazione dei treni di Castello di Godego e i parchi di Loria. A Oderzo bollino rosso su stazione ferroviaria e delle corriere mentre a Vittorio Veneto sulla sola stazione dei treni. Le giornate più a rischio di episodi di microcriminalità sono venerdì, sabato e domenica mentre l'orario è quello compreso tra le 18 e le sei del mattino.

Il Prefetto di Treviso Angelo Sidoti, presente alla presentazione dei dati, ha dato questa lettura di quanto emerso nella ricerca: «E' uno strumento molto utile per la conoscenza del territorio e ci aiuta a calibrare gli interventi adeguati da effettuare. Si tratta solo di una sensazione, di un sentimento: i dati in nostro possesso non esprimono un indice di pericolosità su questi temi così come viene percepito. I dati rispetto agli anni 2018 e 2019, laddove non siano in diminuzione, sono stabili. Faccio notare che quella preoccupazione che viene espressa, in modo anche giustificato, riguarda sempre un contesto generale delle condizioni di sicurezza e non fatti di criminosità subiti da un gestore di un esercizio pubblico. Tanto è vero che agli ultimi posti della preoccupazione ci sono i furti e le rapine, quindi non fatti che principalmente l'esercente pubblico, ma fatti che possono avvenire lungo la strada e possono dare la sensazione di minaccia, di preoccupazione che sente qualsiasi cittadino».

«La microcriminalità presenta una faccia nuova che chiama tutti a nuove responsabilità: il fenomeno baby gang è un fattore che incide non solo sulla percezione di sicurezza delle imprese -commenta invece Dania Sartorato, presidente provinciale unione Confcommercio- ma anche sulla tenuta di intere zone dei centri storici e dei quartieri. E la risoluzione non può certo essere solo in capo alle Forze dell’Ordine, che pure sono presenti e rassicurano, né agli esercenti che devono trasformarsi in ispettori o controllori, né ai docenti o alla scuola, né ai Sindaci che devono mettere in campo nuove misure e arginare il degrado. Occorre un cambio di passo e nuove alleanze in una società che, di fatto, presenta sgretolamenti e insicurezze su vari fronti, a cominciare dalle famiglie, più fragili del previsto. Il post pandemia ci ha fatto trovare tutti impreparati di fronte al disagio adolescenziale: il fattore fragilità esiste, si sente e che richiede un’attenta riflessione. Non solo alle imprese e alle Forze dell’Ordine».

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